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GlORNATA
se. E1 parc clip'l cuorc mi si schianti ricordando-
rui d: ciò, che già mio padre v’ ebbe a fare, il qua-
le, ancorcr che picciol fanciullo fcisi, quando me
ne fuggii, pur mi ricorda > che io ne! vidi sìgnore
vivendo il Ee Manfredi. Seguì il prigioniere, e
chi fu tuo pndre? II mio pndre, diil'e Giannotto,
poitb io omai sìcuramente manifestare, poichè del
pericolo mi veggio fuori, il quale io temeva, sco-
prendplo. Egli fu chiamato, e è ancora, s’ el vi-
ve, Arrighetto Capace, c io non Giannotto, ma
Giufsrcdi ho nome, e non dubito punto , se io di
qui fossi fuori, che tornando in Cicilia io non vi a-
vessi ancora grandissimo luogo. II valente uomo
senza più avanti andare, come prima ebbe tempo,
Uttto qucibo raccontò a Currado. II che Currado
u.dendp , quantunque al prlgionicre moifraise di
Kon curarsene, andatosene a Madonna Beritola pia-
cqYohnente la domandò, se aìcun figliuolo avesse d’
Arrighctto avuto, che Giuffredì avesse nome. La
dopna piangendo rispose, chc sc il maggiore de’
suoi diie figliuoli, che avuti avea, fosse vivo, così
si chiamerebbe, e sarebbe d’eta di ventidue anni-
Queslo udendo Currado avvisò lni dovere esscre
desso, e caddegli nell’ animo, se così fosse, che eg-
li poteva ad un’ ora una grandc misericordia fare,
e la sua vcrgogna, e quella dclla figliuola tor via
dandola per moglie a costui, c perciò fattosi segre-
tamente Giannotto venire partitamente d’ ogni sua
passita vita lo esaminò , e trovando per assai mani-
fefìi indizi lni vcromeme essere Giuffredi figliuoio
d’ Arrighetto Capace, gii disse. Giannotto tu sai
qnanta e qnaie sia ia ingiuria, la quale tu m’ Ivai
fatta
GlORNATA
se. E1 parc clip'l cuorc mi si schianti ricordando-
rui d: ciò, che già mio padre v’ ebbe a fare, il qua-
le, ancorcr che picciol fanciullo fcisi, quando me
ne fuggii, pur mi ricorda > che io ne! vidi sìgnore
vivendo il Ee Manfredi. Seguì il prigioniere, e
chi fu tuo pndre? II mio pndre, diil'e Giannotto,
poitb io omai sìcuramente manifestare, poichè del
pericolo mi veggio fuori, il quale io temeva, sco-
prendplo. Egli fu chiamato, e è ancora, s’ el vi-
ve, Arrighetto Capace, c io non Giannotto, ma
Giufsrcdi ho nome, e non dubito punto , se io di
qui fossi fuori, che tornando in Cicilia io non vi a-
vessi ancora grandissimo luogo. II valente uomo
senza più avanti andare, come prima ebbe tempo,
Uttto qucibo raccontò a Currado. II che Currado
u.dendp , quantunque al prlgionicre moifraise di
Kon curarsene, andatosene a Madonna Beritola pia-
cqYohnente la domandò, se aìcun figliuolo avesse d’
Arrighctto avuto, che Giuffredì avesse nome. La
dopna piangendo rispose, chc sc il maggiore de’
suoi diie figliuoli, che avuti avea, fosse vivo, così
si chiamerebbe, e sarebbe d’eta di ventidue anni-
Queslo udendo Currado avvisò lni dovere esscre
desso, e caddegli nell’ animo, se così fosse, che eg-
li poteva ad un’ ora una grandc misericordia fare,
e la sua vcrgogna, e quella dclla figliuola tor via
dandola per moglie a costui, c perciò fattosi segre-
tamente Giannotto venire partitamente d’ ogni sua
passita vita lo esaminò , e trovando per assai mani-
fefìi indizi lni vcromeme essere Giuffredi figliuoio
d’ Arrighetto Capace, gii disse. Giannotto tu sai
qnanta e qnaie sia ia ingiuria, la quale tu m’ Ivai
fatta