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Vasari, Giorgio
Le Vite De' Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori: Scritte Da M. Giorgio Vasari Pittore Et Architetto Aretino, Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Amplicate Con I Ritratti Loro Et con l'aggiunta delle Vite de' viui, & de' morti Dall'anno 1550. infino al 1567. (Primo Volume della Terza Parte): Delle Vite De’ Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori. Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Ampliate Con I Ritratti Loro Et con l’aggiunta delle Vite de’viui, & de’ morti Dall’anno 1550, insino al 1567 — In Fiorenza: Appresso i Giunti, 1568

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https://doi.org/10.11588/diglit.57284#0165
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VITA DI BENEDETTO DA ROVEZ. ,-115
ta alla Croce,doue habitatia quali di cotinuo il generale di quell’ordine, che
faceua far l’opera. Benedetto dunque condusse di maniera quella cappella,c
sepoltura, che fece Rapire Fioréza .Ma come volle la (ortesielsédo anco i mar
mi,el’opere egregie deg’huomini eccellenti sottopostealla fortuna) efiendo
si fra que’Monaci, dopo molte discordie, mutato gouerno, si rimale nel me-
tiesimo luogo quell’opera imperfetta insino al 1530. Nelqual tempo,edendo
laguerraintorno à Fiorenza,furono da e soldati guafte tantefatiche,& quel
le teste lauorate con tanta diligenza spiccate empiamente da quellefigunne
& in modo rouinato,e spezzato ogni cola, che que’ Monaci hanno poi ven-
duto il rimanente per piccolissimo prezzo. E chi ne vuole veder vnaparte,
vada nell’opera di santa Maria del Fiore, doue ne sono alcuni pezzi fiati coiti
peri per marmi rotti,non sono molti anni, dai ministri di quel luogo. E nel
vero si come si conduce ogni cola à buon sine in que’Monasteri,eluoghi, do
ue e la concordia,e la pace; coli per lo contrario doue non è se nó ambizione,
e discordia,ninna cosa si conduce mai a perfezzione,ne a lodato fine. perche
quanto acconcia vnbuono,esauio in cento anni,tanto rouina vn’ignorante
villano, e pazzo in vn giorno. E pare che la sorte voglia, che beneIpesio co-
loro, che maco sanno,e di ninna cola virtuola si dilettano, sianosemprequel
li, che comandino,e gouernino,anzi rouinino ogni cola ; si come anco dille
de’principilecolari non meno dottamente che con verità l’Ariosto nel pria
cipio del XVII Canto. Ma tornando a Benedetto,fu peccato grandilsimo,
che tante lue fatiche,e spese di quella religione siano coli (graziatamente ca<
pitale male. Fu ordine, & Architettura dei medesimo la porta,e vefiibulo del
la Badia di Firenze,e parimente alcune Cappelle, c infra l’altre quella di san»
to Stefano fatta dalla famiglia de’Pandolfini. Fu vltimamente Benedetto co
dotto in Inghilterra a (eringi del R e, alquale fece molti lauori di marmo, e di
bronzo,e particolarmente la sua lepoltura. delle quali opere,per la liberalità
di quel Re; cauò dapoter viuereil rimanente della vita acconciamente, per
che tornato a Firenze,dopo hauer finito alcune piccole cose.le vertigini,che
insino in Inghilterra gl’haueuano cominciato a dar noia a gl’occhi, & altri
impedimenti causati, come si dille, dallo siat troppo intorno al fuoco à fon«
derei metalli,o pure d’alt re cagioni,gli leuarono Ipoco tépodel tutto il lume
dcgl’occhi. Onde restò di lauorare in torno all’anno 1550,6 diuiuere pochi
anni dopo. Portò Benedetto con buona, & christiana paciehza quellacecie
ta negl’vkimianm della sua vita,ringraziando Dio,che prima gl’haueua prò
veduto,median te le (ue fatiche da poter' viuere honefiamente .Fu Benedet
to cortese,& galant’huomo, e si dilettò sempre di praticare con huomi
ni virtuosi.il suo ritratto si è cattato da vno,che,fu fatto quado egli
sragionane,da Agnolo di Donino. Ilquale proprio è in sui
nostro libro de’disegni, doue sono anco alcune carte
di mano di Benedetto molto ben disegnate.il
quale per quelle opere merita di edere fra
quelli eccellenti Artefici
annouerato.
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