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Vasari, Giorgio
Le Vite De' Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori: Scritte Da M. Giorgio Vasari Pittore Et Architetto Aretino, Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Amplicate Con I Ritratti Loro Et con l'aggiunta delle Vite de' viui, & de' morti Dall'anno 1550. infino al 1567. (Primo Volume della Terza Parte): Delle Vite De’ Piv Eccellenti Pittori, Scvltori, E Architettori. Di Nuouo dal Medesimo Riuiste Et Ampliate Con I Ritratti Loro Et con l’aggiunta delle Vite de’viui, & de’ morti Dall’anno 1550, insino al 1567 — In Fiorenza: Appresso i Giunti, 1568

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https://doi.org/10.11588/diglit.57284#0300
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i6q TERZA PARTE
a dar’operaal dileguo, perche andato a Mantoa a trouare il Mantegna,che
allora i quella citta lauoraua,si asfaticò di manierajpinto dalla fama del suo
precettore,che noopassò molto,che Francelco,secondo Marchesedi Man-
to i,dilettandosi oltre modo della pi tturajo tirò appresso di sejgli diede l’an-
no 1487. vnacasa per suo habitarein Mantoa,& assegnòprouisionehonora-
ta. de i quali benefizi! non fu Francesco ingrato, perche serui sempre quel si
gnore,con somma fedeltà,& amoreuolezza, onde fu piu l’un giorno,che l’ai
tro amato da lui,e beneficato . in tanto che ncnsapeua uscir della citta il Mar
chcse,lenza hauere Francesco dietro, efn sentiro dire vna volta, che France-
sco gli era tanto grato quanto lo fiato proprio, dipinse coitili molte coseaql
signore nel palazzo di san Sebastiano in Mantoa: & fuori nel Castel di Gon
zagha, e nel bellissimo palazzo di Marmi tolo. & in questo hauendo, dopo
mol te altre infinite pitture,dipinto Francesco l’anno 1499. alcuni trionfi, e
molti ritratti digentil hiiomini della corte,gli donò il Marcitele,la vigilia di
Natale,nel qual giorno diede fine à quell’opere, vna possessione di cento ca-
pi sui Mantoano,in luogo detto la Marzotta, con cala da signore,giardino,
praterie,& altri commodi bel 11 silmi. a costui,essendo eccellentissimo nel ri-
trarre di naturale,fece fare il Marchese molti ri tratti,di sestesso,de’figliuoli,
ed’altri molti signori di casa Gonzaga,iquali furono mandati in Francia, &
in Germania a donare àdiuersi Principi. & in Mantoa ne sono ancora molti
come è il ritratto di Federigo Barbarossa Imperador’. del Barbarigo Doge, di
Vinezia ,di Francesco Sforza Duca di Milano, di Massimiliano Duca pur di
Milano,che moti in Francia . di Massimiliano Imperadore; del Signor Her-
coleGonzaga,chefu poi Cardinale,del Duca Federigo luo fratello, essendo
giouinetto: del Signor Giouanfrancesco Gonzaga,di mesler AndreaMante-
gna pittore,e di molti altri.de'qualisi serbò copia Francescoin carte di chia-
ro (curo,le quali sono hoggi in Mantoa appresso gl’heredi suoi. nella qual cit
ta fece in san Francesco de’Zoccholanti, sopta il pulpito,san Lodouico,esan
Bernardino,che tengono in vn cerchio grande, vn Nome di Gicsu. e nel re-
fettorio di detti frati,è in vn quadro di tela grande quanto la facciata da capo
ilSaluatorein mezzo ai dodici Apostoli in prospettiua,cheson bellissimi,et
fatti con molte considerazioni: infra i quali e Giuda traditore con viso tutto
disferéte dagl’altri,& có attitudine stranategl’altri tutti intéri a Giesu,che par
la loro,essédo vicino alla sua passione.dalla parte destra di quest’opa è vn san
Frane, grade quale il naturale, che è figura bellis. echerappresenta nel viso
la santimonia ste(la,eqlla,chefu propria di ql san tissimo huomo.ilquale sa-
io preléta à Christo il Marchese Francesco, che gli è a piedi inginocchioni ri-
tratto di naturale có vn saio lugo,sccódoluso di q’tempi, faldato e crespo, &
có ricami a croci biache,essendo forsè egli allora Capitano de’Viniziani. aua
ti al Marchese detto è ritratto il suo primogenito,che fu poi il Duca Federigo
allora fanciullo bellis. có le mani giute. dall’altra parte è dipinto vn s.Bernal
dino sienile in bota alla figura di s.Frac. ilqualesimilmétepresenta a Christo
il Cardinale SigismódoGózaga,fratello di detto Marchese,in habito di Car-
dinale^ ritratto anch’egli dal naturale,col rocchetto,e posto ginocchioni;&
innazi a detto Cardinale,che è bellis. figura,e ritratta la S. Leonora,figlia del
detto warchese allora giouinetta, che fu poi Duchessa d’Vrbino, laquale opa
tutta
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