si TERtA PARTE
Quest'opera fu disfattane rifatta da Mariotto inanzi, che la conducete al suo
fine più volte, (cambiando bora il colorito, ò più chiaro, ò più (curo, e tal'hora
più viuace, & acceso , & bora meno ; ma non si fatisfacendo a suo modo, ne gli
{prendo hauere aggiunto con la mano a i pensieri dell' intelletto , harebbe vo-
uto trouare vn bianco , che fiisse stato più fiero della biacca , dou'egli si misea
purgarla, per poter lumeggiare in sù i maggior chiari a modo suo ; nientedime-
no conosciuro non poter far quello con l'arte , che comprende in se l'ingegno,
& intelligenza humana, si con entò di quello, che hauea fatto , poiché non ag-
giugneua a quel , che non si poteua fare , e ne conseguì frà gli Artesici di quell'
opera lode , & honore ,con credere ancora di cattarne per mezo di quelle fati-
che da i padroni molto più vtile, che non fece, intrauenendo discordia frà quel-
li, che la faceuano fare, eMariotto . Ma Pietro Perugino allhora vecchio , Ri-
dolfo Ghirlandatone Francesco Granacci la Limarono , e d'accordo il prezzo, di
essa opera insieme acconciarono. Fece in San Brancatio di Firenze , in vn me-
zotondo , la Visitatione di Nostra Donna ; Similmente in Santa Trinità lauorò
in vna tauola la Nostra Donna , San Girolamo ,e San Zanobio, con diligenza,
per Zanobo del Maestro; Et alla Chiesa della Congregatione de'Preti di Saio»
Martino, fece vna tauola della Visitatione molto lodata . Fù condotto al Con-
toMesi uento della Quercia fuori di Viterbo , e qùiui poiché Irebbe cominciata vna ta-
e^b@ » & in uola , gli venne volontà di veder Roma ; e così in quella condottoli , lauorò , e
^m^ finì a Frate Mariano Fetti a S.Siluestro di Monte Cauallo,alla Capella sua, vna
tauola a olio con San Domenico, Santa Caterina da Siena , che Christo la spo-
sa,con la Nostra Donna, con delicata maniera. Et alla. Quercia ritornato, dove
haueua alcuni amori , ai quali per lo desiderio del non gli hauere polleduti,
mentre che (lette a Roma, volle mostrare , ch'era nella giostra.valente , perche
fece l'vltimo sforzo.
E come quel ,che non era ne molto gioitane , nevalòroso in così fatte im-
prese,fù sforzato metterà nel letto, di che dando la colpa all'aria di quel luogo,
si fece portare a Firenze in celle .. E non gli vallerò aiuti, ne rifiorì, che di quel
&ssdrem &• male si mori in pochi giorni d'età d'anni 45. & in San Pietro maggiore di quel-
^fó. la Città fù sepolto • De' disegni di mano di costui ne sono nel nottro Libro di
penna, e di chiaro, e scuro alcuni molto buoni , e particolarmente vna scala a^
chiocciola difficile molto, che bene l'intendea, tirata in prospettiua. Hebber
Mariotto molti discepoli, frà i quali fù Giuliano Bugiatami,il Francia Bigio Fio-
'^Hù$ dì rentini, & Innocentio da Imola, de'quali a suo luogo si parlerà . Parimente Vi-
Wm^m sino Pittor Fiorentino fù suo discepolo , e migliore di tutti quelli , per dileguo,
colorito, e diligenza, e per vna miglior maniera, che mostrò nelle cose,ch'ei fo
Vifa9 ^ ce , condotte con molta diligenza . Et ancorché in Firenze siano poche , ciò si
veglimi può vedere hoggi in casa di Gio.Battista di Agnol Doni , in vn quadro d'vn^
sora colorito a olio a vso di minio, doue sono Adamo, & Eua ignudi, che man-
giano il pomo, cosa molto diligente,& vn quadro d'vn Christo deposto di Cro-
ce, infieme co i ladroni, doue è vno intrigamento bene incelo di scale , quitti
alcuni aiutano a depor Christo, & altri in sù le (palle portano vn ladrone alla
Otèn® izfepoltura , con molte varie, e capricciose attitudini , e varietà di figure , atte a
?r»fari& quel soggetto, le quali mostrano, ch'egli era valent'huomo;il quale fù da alcuni
Mercanti Fiorentini condotto in Vngheria , doue fece molte opere , e vi fu sti*
arato adaitMa quello poucr'huomo fa per poco aiilchio di capitarui male,per-
che
Quest'opera fu disfattane rifatta da Mariotto inanzi, che la conducete al suo
fine più volte, (cambiando bora il colorito, ò più chiaro, ò più (curo, e tal'hora
più viuace, & acceso , & bora meno ; ma non si fatisfacendo a suo modo, ne gli
{prendo hauere aggiunto con la mano a i pensieri dell' intelletto , harebbe vo-
uto trouare vn bianco , che fiisse stato più fiero della biacca , dou'egli si misea
purgarla, per poter lumeggiare in sù i maggior chiari a modo suo ; nientedime-
no conosciuro non poter far quello con l'arte , che comprende in se l'ingegno,
& intelligenza humana, si con entò di quello, che hauea fatto , poiché non ag-
giugneua a quel , che non si poteua fare , e ne conseguì frà gli Artesici di quell'
opera lode , & honore ,con credere ancora di cattarne per mezo di quelle fati-
che da i padroni molto più vtile, che non fece, intrauenendo discordia frà quel-
li, che la faceuano fare, eMariotto . Ma Pietro Perugino allhora vecchio , Ri-
dolfo Ghirlandatone Francesco Granacci la Limarono , e d'accordo il prezzo, di
essa opera insieme acconciarono. Fece in San Brancatio di Firenze , in vn me-
zotondo , la Visitatione di Nostra Donna ; Similmente in Santa Trinità lauorò
in vna tauola la Nostra Donna , San Girolamo ,e San Zanobio, con diligenza,
per Zanobo del Maestro; Et alla Chiesa della Congregatione de'Preti di Saio»
Martino, fece vna tauola della Visitatione molto lodata . Fù condotto al Con-
toMesi uento della Quercia fuori di Viterbo , e qùiui poiché Irebbe cominciata vna ta-
e^b@ » & in uola , gli venne volontà di veder Roma ; e così in quella condottoli , lauorò , e
^m^ finì a Frate Mariano Fetti a S.Siluestro di Monte Cauallo,alla Capella sua, vna
tauola a olio con San Domenico, Santa Caterina da Siena , che Christo la spo-
sa,con la Nostra Donna, con delicata maniera. Et alla. Quercia ritornato, dove
haueua alcuni amori , ai quali per lo desiderio del non gli hauere polleduti,
mentre che (lette a Roma, volle mostrare , ch'era nella giostra.valente , perche
fece l'vltimo sforzo.
E come quel ,che non era ne molto gioitane , nevalòroso in così fatte im-
prese,fù sforzato metterà nel letto, di che dando la colpa all'aria di quel luogo,
si fece portare a Firenze in celle .. E non gli vallerò aiuti, ne rifiorì, che di quel
&ssdrem &• male si mori in pochi giorni d'età d'anni 45. & in San Pietro maggiore di quel-
^fó. la Città fù sepolto • De' disegni di mano di costui ne sono nel nottro Libro di
penna, e di chiaro, e scuro alcuni molto buoni , e particolarmente vna scala a^
chiocciola difficile molto, che bene l'intendea, tirata in prospettiua. Hebber
Mariotto molti discepoli, frà i quali fù Giuliano Bugiatami,il Francia Bigio Fio-
'^Hù$ dì rentini, & Innocentio da Imola, de'quali a suo luogo si parlerà . Parimente Vi-
Wm^m sino Pittor Fiorentino fù suo discepolo , e migliore di tutti quelli , per dileguo,
colorito, e diligenza, e per vna miglior maniera, che mostrò nelle cose,ch'ei fo
Vifa9 ^ ce , condotte con molta diligenza . Et ancorché in Firenze siano poche , ciò si
veglimi può vedere hoggi in casa di Gio.Battista di Agnol Doni , in vn quadro d'vn^
sora colorito a olio a vso di minio, doue sono Adamo, & Eua ignudi, che man-
giano il pomo, cosa molto diligente,& vn quadro d'vn Christo deposto di Cro-
ce, infieme co i ladroni, doue è vno intrigamento bene incelo di scale , quitti
alcuni aiutano a depor Christo, & altri in sù le (palle portano vn ladrone alla
Otèn® izfepoltura , con molte varie, e capricciose attitudini , e varietà di figure , atte a
?r»fari& quel soggetto, le quali mostrano, ch'egli era valent'huomo;il quale fù da alcuni
Mercanti Fiorentini condotto in Vngheria , doue fece molte opere , e vi fu sti*
arato adaitMa quello poucr'huomo fa per poco aiilchio di capitarui male,per-
che