,0 TERZAPARTE
ue, varie , e belle , che si fà giudicio commune da gli artefici , che quest' opera
ftà tante , quant' egli ne fece , ha la più celebrata , la più bella , e la più diuina.
Auuenga, che chi vuol conoscere, e mostrare in pittura Christo trasfigurato al-
la diuinicà, lo guardi in quell' opera, nella quale egli lo sece sopra quello mon-
te,diminuito in vh' aria lucida con Mose , & Elia , che alluminati da vna chia-
rezza di splendore, si fanno vini nel lume suo. Sono in terra protrati Pietro ,
Giacomo , e Giouanni in varie , e belle attitudini , chi ha a terra il capo, e chi
con fare ombra , a gli occhi con le mani, si difende da i raggi , e dalla immensa
luce dello splendore di Christo, il quale vestito di color di neue,pare,che apren-
do le braccia, & alzando la tetta, moliti la essenza, e la deità di tutte tre le per-
sone vnitamente ristrette nella perfettione dell' arte di Rafaelle , il quale pare ,
che tanto si restrigneffe con la virtù sua, per mostrare lo sforzo, & il valor dell'
arte nel volto di Christo , che finitolo , come viti ma cosa , clic a fare hauesse ,
non toccò più pennelli, sopragingnendoli la morte .
Hora hauenao raccontate 1' opere di quello eccellenti(lìmo artefice , prima,
"° ch' io venga a dire al tri particolari della vita , e morte sua , non voglio , che mi
fasi d$ Ra. paia fatica decorrere alquanto , per vtile de' nostri artefici , intorno alle manie-
PrincipAlm^- re di Rafaelle . Egli dunque hauendo nella sua fanciullezza imitato la manie-
re / attene al. ra di Pietro Perugino suo maestro, e fattala molto m'gliore, per disegno , colo-
h/o del Pe- rito, & inuentione ; e parendogli hauer fatto assai , conobbe, venuto in miglio-
ragne. re età, esser troppo lontano dal vero ; Percioche vedendo egli 1’ opere di Lio-
soffieria. nardo da Vinci , il quale nell' arie delle tette , cosi di maschi , come di femine,
mente tot) non hebbe pari, e nel dargratia alle figure, e ne'moti, superò tutti gli altri Pit-
l^onam da torj, reftò tutto stupefatto, e marauigìiato -, & in somma piacendogìila manie-
ra di Lionardo, più che qualunque altra haueffe veduta mai, si mise a studiarla,
elasciando, se bene con gran fatica, a poco a poco la maniera di Pietro, cercò
quanto seppe, e potè il più,d'imitare la maniera d'erfo Lionardo. Ma pet di-
ligenza,ò àudio, che facesse in alcune difficoltà , non potè mai passare Lionar-
do ; e se bene pare a molti , ch' egli lo pattale nella dolcezza, & in vna cercar
ìprìntì^presi facilità naturale, egli nondimeno non gli Ri punto superiore in vn certo fonda-
mi Perugino mento terribile di concetti , e grandezza d' arte, nel che pochi sono flati paria
glifarono «ra Lionardo ; Ma Rafaelle se gli è auuicinato bene , più che nessun'altro Pittore,
up alla pere e massimamente nella grana de' colori . Ma tornando a esso Rafaelle , gli fu
‘ ' co' temP° * grandissìmo disaiuto, e fatica quella maniera , ch'egli prefe di
' ' Pietro , quando era giouanetto, la ouale prese ageuolmente, per edere minu-
ta, fecca, e di poco disegno,percioche non potédosela dimenticare fù cagione$
che con molta difficoltà imparò la bellezza de gl' ignudi , & il modo de gli
„ scorti difficili dal cartone, che fece Michelagnolo Buonasoti per la sala del
Consiglio di Firenze , & vn' altro , che si fosse perso d'animo parendogli haucB
" instno allhora gettato via il tempo, non harebbe mai fatto , ancorché di beh
,m,a m/m»: ^«imo insegno,quello , che fece Rafaelle , il quale smorbatosi, e leuatosi d'a-
fyho Rafak dodo quella maniera di Pietro, per apprender quella di Michelagnolo , piena
hraparasola di difficoltà in tutte le Darti, diuentò quasi di maestro nuouo discepolo, e si
rnamCTasora, ssorzò con incredibile àudio di sare, essendo già huomo, in pochi mesi quello,
a grande I che harebbe hauutobisogno di quella tenera età , che meglio apprende ogni
saetto, cosa , e dello (patio di molti anni. E nel vero, chi non impara a buon'hora i
buoni principi), e la maniera , che vuolsegoire , & a poco a poco non và sacili-
tando
ue, varie , e belle , che si fà giudicio commune da gli artefici , che quest' opera
ftà tante , quant' egli ne fece , ha la più celebrata , la più bella , e la più diuina.
Auuenga, che chi vuol conoscere, e mostrare in pittura Christo trasfigurato al-
la diuinicà, lo guardi in quell' opera, nella quale egli lo sece sopra quello mon-
te,diminuito in vh' aria lucida con Mose , & Elia , che alluminati da vna chia-
rezza di splendore, si fanno vini nel lume suo. Sono in terra protrati Pietro ,
Giacomo , e Giouanni in varie , e belle attitudini , chi ha a terra il capo, e chi
con fare ombra , a gli occhi con le mani, si difende da i raggi , e dalla immensa
luce dello splendore di Christo, il quale vestito di color di neue,pare,che apren-
do le braccia, & alzando la tetta, moliti la essenza, e la deità di tutte tre le per-
sone vnitamente ristrette nella perfettione dell' arte di Rafaelle , il quale pare ,
che tanto si restrigneffe con la virtù sua, per mostrare lo sforzo, & il valor dell'
arte nel volto di Christo , che finitolo , come viti ma cosa , clic a fare hauesse ,
non toccò più pennelli, sopragingnendoli la morte .
Hora hauenao raccontate 1' opere di quello eccellenti(lìmo artefice , prima,
"° ch' io venga a dire al tri particolari della vita , e morte sua , non voglio , che mi
fasi d$ Ra. paia fatica decorrere alquanto , per vtile de' nostri artefici , intorno alle manie-
PrincipAlm^- re di Rafaelle . Egli dunque hauendo nella sua fanciullezza imitato la manie-
re / attene al. ra di Pietro Perugino suo maestro, e fattala molto m'gliore, per disegno , colo-
h/o del Pe- rito, & inuentione ; e parendogli hauer fatto assai , conobbe, venuto in miglio-
ragne. re età, esser troppo lontano dal vero ; Percioche vedendo egli 1’ opere di Lio-
soffieria. nardo da Vinci , il quale nell' arie delle tette , cosi di maschi , come di femine,
mente tot) non hebbe pari, e nel dargratia alle figure, e ne'moti, superò tutti gli altri Pit-
l^onam da torj, reftò tutto stupefatto, e marauigìiato -, & in somma piacendogìila manie-
ra di Lionardo, più che qualunque altra haueffe veduta mai, si mise a studiarla,
elasciando, se bene con gran fatica, a poco a poco la maniera di Pietro, cercò
quanto seppe, e potè il più,d'imitare la maniera d'erfo Lionardo. Ma pet di-
ligenza,ò àudio, che facesse in alcune difficoltà , non potè mai passare Lionar-
do ; e se bene pare a molti , ch' egli lo pattale nella dolcezza, & in vna cercar
ìprìntì^presi facilità naturale, egli nondimeno non gli Ri punto superiore in vn certo fonda-
mi Perugino mento terribile di concetti , e grandezza d' arte, nel che pochi sono flati paria
glifarono «ra Lionardo ; Ma Rafaelle se gli è auuicinato bene , più che nessun'altro Pittore,
up alla pere e massimamente nella grana de' colori . Ma tornando a esso Rafaelle , gli fu
‘ ' co' temP° * grandissìmo disaiuto, e fatica quella maniera , ch'egli prefe di
' ' Pietro , quando era giouanetto, la ouale prese ageuolmente, per edere minu-
ta, fecca, e di poco disegno,percioche non potédosela dimenticare fù cagione$
che con molta difficoltà imparò la bellezza de gl' ignudi , & il modo de gli
„ scorti difficili dal cartone, che fece Michelagnolo Buonasoti per la sala del
Consiglio di Firenze , & vn' altro , che si fosse perso d'animo parendogli haucB
" instno allhora gettato via il tempo, non harebbe mai fatto , ancorché di beh
,m,a m/m»: ^«imo insegno,quello , che fece Rafaelle , il quale smorbatosi, e leuatosi d'a-
fyho Rafak dodo quella maniera di Pietro, per apprender quella di Michelagnolo , piena
hraparasola di difficoltà in tutte le Darti, diuentò quasi di maestro nuouo discepolo, e si
rnamCTasora, ssorzò con incredibile àudio di sare, essendo già huomo, in pochi mesi quello,
a grande I che harebbe hauutobisogno di quella tenera età , che meglio apprende ogni
saetto, cosa , e dello (patio di molti anni. E nel vero, chi non impara a buon'hora i
buoni principi), e la maniera , che vuolsegoire , & a poco a poco non và sacili-
tando