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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Contr.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Primo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72520#0183
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174 TERZA PARTE
do egli vi andò, per vedere l'opere di Ranelle, e di Michelagnolo, e parimente
te statue , e le rouine di quella Città , eh' egli haurebbe molto arricchita la me-
dierà ne' componimenti delle storie, & haurebbe dato vn giorno più finezza, e
maggior forza alle sue figure , il che non è venuto fatto interamente , se non a
chi è stato qualche tempo in Roma a praticarle , e considerarle minutamente •
Hauendo egli dunque dalla natura vna dolce , e gratiosa maniera nel dsegna,
& vn colorito facile, e viuace molto, così nel lauorare in fresco, come a olio ,si
Crede senza dubbio, se si furfe fermo in Roma, ch' egli haurebbe auanzati tutti
gli Artefici del tempo suo. Ma credono alcuni, che da ciò lo ritraete 1'abbom
danza dell" opere, che ridde in quella Città di Scultura,e Pittura,e così antiche^
come moderne ; & il vedere molti giouani dicepoh di Rafaelle, e d'altri, edere
. ^* fieri nel disegno, e lauorare sicuri, e senza dento, i quali , come timido, ch'egli
wà'^:mor "a> non ^ diede il cuore di pallate . E così facendoli paura da se, si risoluè,per
se chetata '° megli° > tornarsene a Firenze , doue considerando a poco a poco quello , che
fa„ hauea veduto, fece tanto profitto, che l'opere sue sono siate tenute in pregio,&
Parte per tu ammirate, e che è più imitate più dopo la morte , che mentre vide ; E chi n'hà
midità (uc, le tien care , e chi 1' hà volute vendere , n' hà canato tre volte più , che non fa-
parte per asta. tono pagate a lui, atteso , che delle sue cose hebbe sempre poco prezzo , si
"" desalegna perche era, come si è detto, timido di natura , e si perche certi maeslri di legna-
a, et vendeva me,che allhora lauorauano le migliori cose in cala de' Cittadini,nó gli facevano
poco e ue epe. maj allogare alcun'opera, per seruìre gli amici loto , se non quando sapeuano,
che Andrea hauesse gran bisogno; Nel qual tempo si contentane d'ogni prezzo.
„ Ma quello non toglie , che l'opere sue non siano rarissime, e che non ne sia te-
$o sràmigliori nuto grandissimo conto, e meritamente, per esser egli slato de maggiori,e mi-
amsici&ìfa gliomi maeslri, che siano flati sin qui. Sono nel nostro libro molti disegni di sui
fecola« mano, e tutti buoni, ma particolarmente è bello affatto quello della storia , che
fece al poggio,quando a Celare è presentato il tributo di tutti gli animali orien-
&bo%gaua ì tali; Il qual disegno, che è fatto di chiaro seuro, è cosa rara, & il più finito , che
dt/egni qua» Andrea facesse mai ; auuenga , che quando egli disegnaua le cose di naturale ,
A bafanalta per metterle in opera , faceua certi schizzi così abbozzati , badandogli veder
mostra sleti es quello, che faceua il naturale. Quando poi gli metteua in opera, gli conduceua
fato del na a perfectione; onde (disegni gli seruiuano più per memoria di quello,che haue-
molti ua visto, che per copiare appunto da quelli le sue Pitture. Furono i discepoli
dscepolt , ma d'Andrea infiniti , ma non tutti fecero il medesimo studio sorto la disciplina di
non tutti A fe lui' perche vi dimorarono, chi poco,e chi assai, no per colpa d'Andrea,ma della
guai nusetta. Donna sua, che senza hauer risletto a nessuno , comandando a tutti imperiosa-
mente,gli teneua tribolati. Furono dunque suoi discepoli Giacomo da Puntoti
Racconto de mo, Andrea Sguazzella, che tenendo la maniera d'Andrea, hà lauorato in Fran-
pmctpali alle eia vn palazzo fuor di Parigi, che è cosa molto lodata ; Il Solosmeo,Pier Fràces-
ut del Sarto . co di Gacomo di Sandro , il qual' hà fatto in S. Spirito due tauole ; e Francesco
Salmati, e Giorgio Vasari Aretino , che fu compagno del detto Saluiati , ancor-
Erede di di che poco dimorane con Andrea ; Giacomo del Conte Fiorentino, e Nannoccio,
^*' e,"e c'hoggi è in Francia col Card.Tornone in buonissìmo credito ; Similmente Gia-
coledel^ arte ^omo, detto Tacone, fù discepolo d'Andrea,e molto amico suo, & imitatore-,
che d'ila si1' 'maniera; il qual Tacone,mentre visse Andrea,si valse a(sai di lui,come
eranriafat';. Ware 'n tu"e 'e sueopere , e marinamente nella facciata del Cauallier Buon-
'delmontiinsù la piazza di Santa Trinità. Restò dopo la fua morte hered<_,
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