186 TERZA PARTE
come è vsanza di certi huomini così fatti,biasimarono la maggior parte di quel-
le cose, che videro, e promessero a quel Signore di voler' elsi fare cose molto
migliori, perche il Genga , ch' era persona accorta, vedendo doue la cosa doue-
ua riuseire , diede loro a dipignere vna camera da per loro. Onde essi messesia
lauorare , si sforzarono con ogni fatica, e studio,di moslrare la virtù loro. Ma
Volendo [ape- qualunque si fusse di ciò la cagione , non fecero mai in tutto il tempo di lor vita
far gli altri alcuna cosa meno lodeuole, anzi peggio di quella . E pare, che spesso auuenga,
operarono con che gli huomini ne i maggior bisogni, e quando sono in maggior' aspettatione,
lodo . abbagliandoli, & acciecandosi il giudicio, facciano peggio, che mai ; il che può
forsè auuenire dalla loro malignità , e cartina natura di biasimar sèmpre le cose
altrui, ò dal troppo voler sforzare 1' ingegno, essendo, che nell'andar di passo, e
come porge la natura, senza mancar però di studio , e diligenza , pare che sio
miglior modo, che il voler cauar le cose quali per forza dell'ingegno, doue non
sono ; onde è vero, che anco nell'aire arti, e massìmamente ne gli serirti , trop<
po bene li conosce l'affettatione, e per dir cosi il troppo studio in ogni cosa.
Scopertali dunque l'opera de i Dossi, ella fù di maniera ridicola, che si partiro-
no con vergogna da quel Signore , il quale fù forzato a buttar' in terra tutto
quello , che haueuano lauorato, e farlo da altri ri iipignere, con il disegnodel
Genga. In vlrimo fecero costoro nel Duomo di Faenza , per M. Gio. Battista
Caualiere de' Ruoli, vna tauola molto bella d'vn Christo, che disputa nel Tem-
pio ; nella qual' opera vinsero le stessi, per la nuoua maniera , che vi vsarono, e
massimamente nel ritratto di detto Caualiere, e d'altri ; la qual tauola fù polla
_ , „ in quel luogo l'anno 1556. Finalmente diuenuto Dosso già vecchio, consilmò
00 tote * ultimi anni senza lauorare , essendo insine all' vItimo della v ita prouisionato
tbù'l'Duca dal Duca Alfonso. Finalmente dopo lui rimase Battista, che lauorò molte cose
di Ferrara . da per se, mantenendoli in buon slato ; e Dosso fù sepellito in Ferrara sua pa-
ZernaQno tria. Visse ne' tempi medesimi il Bernazzano Milanese, eccellentissimo per far
Milamfe ec paesi, herbe, animali, & altre cose terresti, volatili, inacquatici. E perche-,
collimo no i non diede molt' opera alle figure , come quello , che si conosceua imperfetto.
¥"§ • Fece compagnia con Cesare da Sello, che le faceua molto bene , e di Della ma-
niera. Dicesi ,che il Bernazzano fece in vn Cortile a freseo certi paesi molto
belli, e canto bene imitati , ch' essendoui dipinto vn fragoletto,
pieno di fragole mature, accerbe, e siorite, alcuni Pa-
uoni ingannati dalla falla apparenza di quelle,
tanto spesso tornarono a beccarle,
che bucarono la calcina
dell' intona-
co.
Fine della vita d'Jlsonso Lombardi > & altri ;
VITA
come è vsanza di certi huomini così fatti,biasimarono la maggior parte di quel-
le cose, che videro, e promessero a quel Signore di voler' elsi fare cose molto
migliori, perche il Genga , ch' era persona accorta, vedendo doue la cosa doue-
ua riuseire , diede loro a dipignere vna camera da per loro. Onde essi messesia
lauorare , si sforzarono con ogni fatica, e studio,di moslrare la virtù loro. Ma
Volendo [ape- qualunque si fusse di ciò la cagione , non fecero mai in tutto il tempo di lor vita
far gli altri alcuna cosa meno lodeuole, anzi peggio di quella . E pare, che spesso auuenga,
operarono con che gli huomini ne i maggior bisogni, e quando sono in maggior' aspettatione,
lodo . abbagliandoli, & acciecandosi il giudicio, facciano peggio, che mai ; il che può
forsè auuenire dalla loro malignità , e cartina natura di biasimar sèmpre le cose
altrui, ò dal troppo voler sforzare 1' ingegno, essendo, che nell'andar di passo, e
come porge la natura, senza mancar però di studio , e diligenza , pare che sio
miglior modo, che il voler cauar le cose quali per forza dell'ingegno, doue non
sono ; onde è vero, che anco nell'aire arti, e massìmamente ne gli serirti , trop<
po bene li conosce l'affettatione, e per dir cosi il troppo studio in ogni cosa.
Scopertali dunque l'opera de i Dossi, ella fù di maniera ridicola, che si partiro-
no con vergogna da quel Signore , il quale fù forzato a buttar' in terra tutto
quello , che haueuano lauorato, e farlo da altri ri iipignere, con il disegnodel
Genga. In vlrimo fecero costoro nel Duomo di Faenza , per M. Gio. Battista
Caualiere de' Ruoli, vna tauola molto bella d'vn Christo, che disputa nel Tem-
pio ; nella qual' opera vinsero le stessi, per la nuoua maniera , che vi vsarono, e
massimamente nel ritratto di detto Caualiere, e d'altri ; la qual tauola fù polla
_ , „ in quel luogo l'anno 1556. Finalmente diuenuto Dosso già vecchio, consilmò
00 tote * ultimi anni senza lauorare , essendo insine all' vItimo della v ita prouisionato
tbù'l'Duca dal Duca Alfonso. Finalmente dopo lui rimase Battista, che lauorò molte cose
di Ferrara . da per se, mantenendoli in buon slato ; e Dosso fù sepellito in Ferrara sua pa-
ZernaQno tria. Visse ne' tempi medesimi il Bernazzano Milanese, eccellentissimo per far
Milamfe ec paesi, herbe, animali, & altre cose terresti, volatili, inacquatici. E perche-,
collimo no i non diede molt' opera alle figure , come quello , che si conosceua imperfetto.
¥"§ • Fece compagnia con Cesare da Sello, che le faceua molto bene , e di Della ma-
niera. Dicesi ,che il Bernazzano fece in vn Cortile a freseo certi paesi molto
belli, e canto bene imitati , ch' essendoui dipinto vn fragoletto,
pieno di fragole mature, accerbe, e siorite, alcuni Pa-
uoni ingannati dalla falla apparenza di quelle,
tanto spesso tornarono a beccarle,
che bucarono la calcina
dell' intona-
co.
Fine della vita d'Jlsonso Lombardi > & altri ;
VITA