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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Contr.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Primo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72520#0284

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VITA DI FALCONETTO. 2„
quando era gioitane, e gagliardo, si metteua a farlo ; & alcuni , che ancor viuo-
no, raccontano , che venendo egli vn giorno a contesa con vn' Architetto fore-
stiero , che a caso si trouò in Verona, (oprale misùre di non sò che cornicione
antico di Roma , dille Gio. Maria dopo molte parole : io mi chiarirò pretto di
quella cola, & andatosene di lungo a casa, si mise in viaggio per Roma. Fece Duebellssi.
costui due bellissimi disegni di sepolture per casa Cornata , le quali doueuano "" ^fegm /:
sarli in Venetiain San Saluadored'vna per la Regina di Cipri di detta Casa Cor- S'!r°\"°
nata , e l'altra per Marco Cornato Cardinale, che fù il primo, che di quella fa- 'di c^f'f'^
miglia fulle di cotale dignità honorato; e per mettere in opera detti disegni, fu- ^ pnmoc&r.
tono canati molti marmi a Carrara, e condotti a Venetia,doue sono ancora cosi dinal cern^
rozzi nelle case di detti Cornari. Fù il primo Gio. Maria , che portasse il vero ,,,
modo di fabbricare, e la buona Architettura in Verona, Venezia , & in tutte»
quelle parti, non essfendo stato inanzi a lui, chi sapesfe pur fare vna cornice, ò vn
capitello , ne chi intendere ne misura , ne proportione di colonna, ne di ordine
alcuno, come si può vedere nelle fabbriche,che furono fatte inanzi a lui;la qua-
le cognitione eslendo poi molto siata aiutata da Fra Giocondo, che fù ne'mede-
sinii tempi, hebbe il suo compimento da M.Michele S.Michele, di maniera,che
quelle parti deuono perciò edere perpetuamente obligate a i Veronesi ,nella_a
qual patria nacquero, & in vn medesimo tempo videro quelli tré eccellentissi-
mi Architetti, alli quali poi succedette il Sansouino, che oltre all' Architettura,
la quale già trouò fondata , e slabilita da i tre sopradetti , vi portò anco la Seul- Nel medesimo
tura, acciò con ella venidero ad hauere le fabbriche tutti quegli ornamenti,che tempere gran
loro si conuengono, di che si hà obligo,se è così lecito dire, alla rouina di Roma, fogge'" dL
percioche essendosi i Maestri sparsi in molti luoghi, furono le bellezze di quelle ^"e"8^ ^
arti communicate a tuttal'Europa. Fece Gio. Maria lauorare di slucchi alcune
cosein Venetia, & insognò a mettergli in opera; & affermano alcuni, che essen- gfa
do egli gioitane , fece di stucco lauorare la volta della Capella del Santo in Pa*
dona a Tiziano da Padoua, & a molti altri , e ne fece lauorare in casa Cornata, indegni labro.
che sono assai belli. Insegnò a lauorare a due suoi figliuoli , cioè ad Otrauiano, seffone 0 so
che fù anch'esso Pittore , & a Prouolo ; Alessandro suo terzo figliuolo attese a glicoli , cso
fare armature in sua giouentù , edopo , datoli al mestier del soldo, fù tre volte riufcirono so.
vincitore in (leccato; e finalmente essendo Capitano di Fanteria ,morì combat- ^ Artesici.
tendo valorofamente , sottoTurino nel Piemonte , essendo flato ferito d'vn'ar-
chibugiata. Similmente Gio. Maria, essendo slorpiato dalle gotte , fini ileorso Gio, Mm&
della vita sua in Padoua, in casa del detto Messer Luigi Cornato,che l'amò sem- ssorpwo dal-
pre,come fratello, anzi quanto se stesso; & accioche non fussero i corpi di colo- I^oà^afr
ro in morte separati, i quali haueua congiunti insieme con gli animi l'amicitia, e ' g^% m
la virtù in quello mondo ,haueua dileguato esso Messer Luigi, che nella sua_» '"'" "! C°r°
stesta sepoltura,che si douea fare, fussero riposto insieme con esso seco Gio.Ma- ";,£,;
ria, & il facetissimo Poeta Ruzzante, che fù suo famigliarissimo , e visse, e morì som'° °
in cafa di lui. Ma ionou sò se poi cotal disegno del Magnifico Corsaro hebbe
effetto. Fù Gio.Maria bel parlatore, e molto arguto ne'motti, e nella conuersa-
tione affabile, e piacevole, in tanto , che il Cornato affermarla , che de" motti di Fù bel parto
Gio. Maria li sarebbe fitto vn Libro intiero; E perche egli visse allegramente, tore & argute
ancorché suCe (lodato delle gotte, gli duro la vita insine a 76. ann , e morì nel nellesacette.
1534. hebbe lei figliuole femine, delle quali cinque maritò egli stesso, e la sella
fù dopo lui maritata da i fratelli a Bartolomeo Ridalli Verontfe , il quale lauorò
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