VITA DI FRANCESCO, E GIROLAMO. 27,
altre minori , l'vna delle quali è in mano del Mazzanti Arciprete del Duomo di
Verona, e l'altra hebbe il Conte Raimondo dalla Torre , & hoggi 1'hà il Conte
Gio.Battista suo figliuolo, che la tiene carssima , perche anco quella fù fatta con
le misure , & assistenza del Fracastoro , il quale fu molto famigliare amico del
Conte Raimondo. Francesco finalmente mcrescendogli la tanta diligenza,che Sì diede ah
ricercano 1 minij, si diede alla Pittura, & all'Architettura, nelle quali riuscì peri- Architettura
tissimo, e fece molte cosein Venetia, & in Padoua. Era in quel tempo il Vesco ° smura , ,
uo di Tornai Fiammingo nobilissimo,e ricdhissimo, venuto in Italia per dare_,
opera alle lettere, a vedere quelle Prouincie,&: apparare le creanze , e modi di
viuere di quà , perche trouandosi codui in Padoua , e dilettandoli molto di fab-
bricare , come inuaghito del modo di fabbricare Italiano , si risoluè di portare
nelle sue parti la maniera delle fabbriche nottre ; e per poter ciò fare più como<
damente, conofciuto il valore di Francefco , se lo tirò appiedo con honorato Uso
pendio, per condurlo in Fand a, doue haueua animo di voler fare molte cofe, Dovendo an-
nonorate ; ma venuto il tempo di partire , e grìhauendo fatto disegnare le mag àure mFi^
giori> e migliori , e più famose fabbriche d; quà , il poueresso Francesco si morì, ^r" adopera
emendo gioitane , e di buomssina speranza , lasciando il suo padrone , per la sua ", ^,o",
morte, molto dolente. Lasciò Francefco vn sola fratello,nel quale, essendo Pre- ’?
te, rimane estinta la famiglia da 1 Libri , nella quale sono slati successiuamente
tre huomini in quella professione molto eccellenti ; & altri discepoli non sono
rimati di loro, che tengano viuaquest^rte , eccetto Don Giulio tlouio sopra-
detto, il quale l'apprele ,come habbiam detto ,da Girolamo quando lauoraua a
Candiana, emendo lì Frate, & il quale 1'hà por inalzata a quel supremo grado ,al
quale pochissimi sono arrivati, e ninno 1'hà trapalato giamai.
Io (aperta bene alcune cose de isoprac/etti eccellenti , e nobili Artefici Vero
nesi, ma tutto quello, che n'hòraccontato , non harei già saputo interamente, fe
la molta bontà ,e diligenza del Reuerendo , e dottissimo Fra Marco de' Medici
Veronese; & huomo prattichissimo in tutte le più nobili arti, e seienze, & insie-
me il Danese Cananeo da Carrara , eccellentishmo Scultore , emieiamicissimi,
non me n'hauessero dato quell'intero, e perfetto ragguaglio, che di Copra, come
hò saputo il meglio , hò scrittoavtile , e commodo di chi leggerà quelle nostre
Vite , nelle quali mi sono stati , e sono di grande aiuto le coitele di molti
amici , che per compiacermi, e giovare al mondo , si sono in ricercai
quella cola affaticati. E quello sia il fine delle Vite dei detti
Veronesi ,diciascuno de' quali non hòpotuto hauere i fc
tratti ,essendomi quella pieninotitta non prima ve-
nuta alle mani , che quando mi sono poco me,
no, che alla fine del? operar
ritrouato.
Bue della vita di Fra Gioconde^ di Liberatene di'dt^ Peronefa
VITA
altre minori , l'vna delle quali è in mano del Mazzanti Arciprete del Duomo di
Verona, e l'altra hebbe il Conte Raimondo dalla Torre , & hoggi 1'hà il Conte
Gio.Battista suo figliuolo, che la tiene carssima , perche anco quella fù fatta con
le misure , & assistenza del Fracastoro , il quale fu molto famigliare amico del
Conte Raimondo. Francesco finalmente mcrescendogli la tanta diligenza,che Sì diede ah
ricercano 1 minij, si diede alla Pittura, & all'Architettura, nelle quali riuscì peri- Architettura
tissimo, e fece molte cosein Venetia, & in Padoua. Era in quel tempo il Vesco ° smura , ,
uo di Tornai Fiammingo nobilissimo,e ricdhissimo, venuto in Italia per dare_,
opera alle lettere, a vedere quelle Prouincie,&: apparare le creanze , e modi di
viuere di quà , perche trouandosi codui in Padoua , e dilettandoli molto di fab-
bricare , come inuaghito del modo di fabbricare Italiano , si risoluè di portare
nelle sue parti la maniera delle fabbriche nottre ; e per poter ciò fare più como<
damente, conofciuto il valore di Francefco , se lo tirò appiedo con honorato Uso
pendio, per condurlo in Fand a, doue haueua animo di voler fare molte cofe, Dovendo an-
nonorate ; ma venuto il tempo di partire , e grìhauendo fatto disegnare le mag àure mFi^
giori> e migliori , e più famose fabbriche d; quà , il poueresso Francesco si morì, ^r" adopera
emendo gioitane , e di buomssina speranza , lasciando il suo padrone , per la sua ", ^,o",
morte, molto dolente. Lasciò Francefco vn sola fratello,nel quale, essendo Pre- ’?
te, rimane estinta la famiglia da 1 Libri , nella quale sono slati successiuamente
tre huomini in quella professione molto eccellenti ; & altri discepoli non sono
rimati di loro, che tengano viuaquest^rte , eccetto Don Giulio tlouio sopra-
detto, il quale l'apprele ,come habbiam detto ,da Girolamo quando lauoraua a
Candiana, emendo lì Frate, & il quale 1'hà por inalzata a quel supremo grado ,al
quale pochissimi sono arrivati, e ninno 1'hà trapalato giamai.
Io (aperta bene alcune cose de isoprac/etti eccellenti , e nobili Artefici Vero
nesi, ma tutto quello, che n'hòraccontato , non harei già saputo interamente, fe
la molta bontà ,e diligenza del Reuerendo , e dottissimo Fra Marco de' Medici
Veronese; & huomo prattichissimo in tutte le più nobili arti, e seienze, & insie-
me il Danese Cananeo da Carrara , eccellentishmo Scultore , emieiamicissimi,
non me n'hauessero dato quell'intero, e perfetto ragguaglio, che di Copra, come
hò saputo il meglio , hò scrittoavtile , e commodo di chi leggerà quelle nostre
Vite , nelle quali mi sono stati , e sono di grande aiuto le coitele di molti
amici , che per compiacermi, e giovare al mondo , si sono in ricercai
quella cola affaticati. E quello sia il fine delle Vite dei detti
Veronesi ,diciascuno de' quali non hòpotuto hauere i fc
tratti ,essendomi quella pieninotitta non prima ve-
nuta alle mani , che quando mi sono poco me,
no, che alla fine del? operar
ritrouato.
Bue della vita di Fra Gioconde^ di Liberatene di'dt^ Peronefa
VITA