411 TERZA PARTE
che più n'haueua bisogno in quel Tempio,e nelle magnificenze di quella sella.
Si portò dunque tanto bene il Tribolo, per tornare hoggimai onde mi sono,
Tribolo fan non sòcome, partito, che ne mertò somma lode . Et vna gran parte de gli or-
mrmeme lo- namenti,che fece frà le colonne , volle il Duca, che vi fussero lanciati , e vi sono
dato por l© ancora , e meritamente . Fece il Tribolo alia villa di Christofaro Rinieri a Ca-
fabbrica di ftello, mentre, che attendeua alle fonti del Duca, sopra vn vinaio,che è in cima
quegli app& ^ vna ragiwa , jn vna nicchia , vn fiume di pietra bigia , grande quanto il viuo,
'"'statua por c'ìe getta acqua in vn pilo grandissimo della medesima pietra; Il qual fiume^he
vna sontana-, è fatto di pezzi,è commelso con tanta arte,e diligenza , che pare tutto d'viu
artfciofame. pezzo. Mettendo poi mano il Tribolo, per ordine di Sua Eccellenza , a voler
te commessa . finire le scale della Libreria di S. Lorenzo , cioè quelle, che sono nel ricetto di-
nanzi alla porta, messi, che n'hebbe quattro scaglioni,non ritrouando nè il mo-
do, nè le misure di Michelagnolo, con ordine del Duca andò a Roma, non solo
Non potè fai. per intendere il parere di Michelagnolo intorno alle dette scale,ma per far'ope-
Tthfcaledel ra di condurre lui a Firenze. Ma non gli riusei nè 1'vno, nè 1' altro percioche
la Librerisidt non volendo Michelagnolo partire di Roma,con bel modo si licentiò; e quan-
S.Lorenzo per [0age frale mostiò non ricordarli più nè di misure, nè d'altro. Il Tribolo dun-
t''Mschoto 1ue essendo tornato a Firenze, e non potendo seguitare 1' opera delle dette sca-
nolo le mifa 'e ' ' diede a fare il pauimento della detta Libreria di mattoni bianchi , e rolli ,
„0 si come alcuni pauimenti, che haueua veduti in Roma, ma vi aggiunse vn ri-
fece con mol pieno di terra rossa nella terra bianca , mesco'ata col bolo,per fare diuersi inta-
ta sua lode il gli in que' mattoni ; E cosi inquedo pauimento fece ribattere tutto il palco, e
pammente. soffittatodi sopra, che fùcosa molto lodata . Cominciò poi,e non finì,per met-
tere nel maschio della fortezza dalla porta a Faenza , per Don Giouanni di Lu-
na, allhora Castellano , vn'Aime di pietra bigia , & vn'Aquila di tondo rilieuo
granse, con due capi,quale fece di cera, perche fùsse gettata di bronzo , ma non
se ne fece altro , e dell'arme rimase Solamente finito lo seudo. E perche era co-
stume della Città di Firenze fare quali ogn'anno per la feda di S.Giouanni Bat-
Prende la cu. tista, in S" la piazza principale, la sera di notte, vna Girandola, cioè vna machi-
74 de suochi na piena di trombe di fuoco , e di raggi, &. altri fuochi lauorati, la quale Giran-
toorati per dola haueua hora forma di Tempio, hora di nane, hora di scogli, e tal' bora d'v-
Za seft* di s. na Città, ò d'vn'lnferno , come più piaceua all'inuentore . Fu dato cura vn'an-
uio Battifta. no di farne vna al Tribolo,il quale la fece,come di sotto si dirà,bellissima. E per-
Dycorsi d:11' che delle varie maniere di tutti quelli così fatti suochi, e particolarmente de'
Autore intor |auorati tratta Vannoccio Sanese,& altri,non mi difenderò in quello ; dirò be*
Wg ''"""" ne alcune cose delle qualità delle Girandole ; Il tutto adunque sifa di legname,
con spatij larghi,che Spuntino in fuori da' pied^accioche i raggi, quando hanno
hauuto fuocomon accendano gli altri, ma s'alzino, mediante le distanze a poco
a poco del pati, e secondando 1'vn l'altro, empiano il Cielo del fuoco,che è nel-
le grillande da sommo, e dappiedi ;, si vanno dico spartendo larghi ,accioche no
abbrucino a vn tratto , e facciano bella villa . Il medesimo fanno gli schioppi,
iquali dando legati a quelle parti ferme della Girandola , fanno bellissìme gaz-
zarre. Le trombe sinalmente vanno accomodando negli ornamenti, e sifan-
novscire le più volte per bocca di masehere , ò d'altre cose sirndi. Ma l'impor-
tanza dà nell'accomodarla in modo , che i lumi , che ardono in certi vasi, duri-
no tutta la notte, e faccino la piazza luminosa ; Onde tutta l'opera è guidata da
Semplice doppino >che bagnato in poluere piena di solfo, & acqua vita^ ,
ape»
che più n'haueua bisogno in quel Tempio,e nelle magnificenze di quella sella.
Si portò dunque tanto bene il Tribolo, per tornare hoggimai onde mi sono,
Tribolo fan non sòcome, partito, che ne mertò somma lode . Et vna gran parte de gli or-
mrmeme lo- namenti,che fece frà le colonne , volle il Duca, che vi fussero lanciati , e vi sono
dato por l© ancora , e meritamente . Fece il Tribolo alia villa di Christofaro Rinieri a Ca-
fabbrica di ftello, mentre, che attendeua alle fonti del Duca, sopra vn vinaio,che è in cima
quegli app& ^ vna ragiwa , jn vna nicchia , vn fiume di pietra bigia , grande quanto il viuo,
'"'statua por c'ìe getta acqua in vn pilo grandissimo della medesima pietra; Il qual fiume^he
vna sontana-, è fatto di pezzi,è commelso con tanta arte,e diligenza , che pare tutto d'viu
artfciofame. pezzo. Mettendo poi mano il Tribolo, per ordine di Sua Eccellenza , a voler
te commessa . finire le scale della Libreria di S. Lorenzo , cioè quelle, che sono nel ricetto di-
nanzi alla porta, messi, che n'hebbe quattro scaglioni,non ritrouando nè il mo-
do, nè le misure di Michelagnolo, con ordine del Duca andò a Roma, non solo
Non potè fai. per intendere il parere di Michelagnolo intorno alle dette scale,ma per far'ope-
Tthfcaledel ra di condurre lui a Firenze. Ma non gli riusei nè 1'vno, nè 1' altro percioche
la Librerisidt non volendo Michelagnolo partire di Roma,con bel modo si licentiò; e quan-
S.Lorenzo per [0age frale mostiò non ricordarli più nè di misure, nè d'altro. Il Tribolo dun-
t''Mschoto 1ue essendo tornato a Firenze, e non potendo seguitare 1' opera delle dette sca-
nolo le mifa 'e ' ' diede a fare il pauimento della detta Libreria di mattoni bianchi , e rolli ,
„0 si come alcuni pauimenti, che haueua veduti in Roma, ma vi aggiunse vn ri-
fece con mol pieno di terra rossa nella terra bianca , mesco'ata col bolo,per fare diuersi inta-
ta sua lode il gli in que' mattoni ; E cosi inquedo pauimento fece ribattere tutto il palco, e
pammente. soffittatodi sopra, che fùcosa molto lodata . Cominciò poi,e non finì,per met-
tere nel maschio della fortezza dalla porta a Faenza , per Don Giouanni di Lu-
na, allhora Castellano , vn'Aime di pietra bigia , & vn'Aquila di tondo rilieuo
granse, con due capi,quale fece di cera, perche fùsse gettata di bronzo , ma non
se ne fece altro , e dell'arme rimase Solamente finito lo seudo. E perche era co-
stume della Città di Firenze fare quali ogn'anno per la feda di S.Giouanni Bat-
Prende la cu. tista, in S" la piazza principale, la sera di notte, vna Girandola, cioè vna machi-
74 de suochi na piena di trombe di fuoco , e di raggi, &. altri fuochi lauorati, la quale Giran-
toorati per dola haueua hora forma di Tempio, hora di nane, hora di scogli, e tal' bora d'v-
Za seft* di s. na Città, ò d'vn'lnferno , come più piaceua all'inuentore . Fu dato cura vn'an-
uio Battifta. no di farne vna al Tribolo,il quale la fece,come di sotto si dirà,bellissima. E per-
Dycorsi d:11' che delle varie maniere di tutti quelli così fatti suochi, e particolarmente de'
Autore intor |auorati tratta Vannoccio Sanese,& altri,non mi difenderò in quello ; dirò be*
Wg ''"""" ne alcune cose delle qualità delle Girandole ; Il tutto adunque sifa di legname,
con spatij larghi,che Spuntino in fuori da' pied^accioche i raggi, quando hanno
hauuto fuocomon accendano gli altri, ma s'alzino, mediante le distanze a poco
a poco del pati, e secondando 1'vn l'altro, empiano il Cielo del fuoco,che è nel-
le grillande da sommo, e dappiedi ;, si vanno dico spartendo larghi ,accioche no
abbrucino a vn tratto , e facciano bella villa . Il medesimo fanno gli schioppi,
iquali dando legati a quelle parti ferme della Girandola , fanno bellissìme gaz-
zarre. Le trombe sinalmente vanno accomodando negli ornamenti, e sifan-
novscire le più volte per bocca di masehere , ò d'altre cose sirndi. Ma l'impor-
tanza dà nell'accomodarla in modo , che i lumi , che ardono in certi vasi, duri-
no tutta la notte, e faccino la piazza luminosa ; Onde tutta l'opera è guidata da
Semplice doppino >che bagnato in poluere piena di solfo, & acqua vita^ ,
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