VITA DI BACCIO BANDINElLI. 445
sando d'aiutare Clemente figliuolo naturale di Baccio,e giovane valente,il qua-
le haueua acquistato assai nel disegno , perche douesse toccate a lui col tempo a
finire l'opere del padre. In quello medesimo tempo,che sù l'anno isg.venne
da Roma, doue seruiua Papa Giulio Terzo, Giorgio Vasari Aretino, per setuiie
Sua Eccellenza in molte cole,che 1'haueua in animo di fare,e particolarmcte in-
nouare di fabbriche , & ornare il Palazzo di piazza ,e fare la sala grande , come
s'è dipoi veduto. Giorgio Vasari dipoi l'anno seguente condnsse da Roma , & Sdegno ^
acconciò col Duca Bartolomeo Ammarinati Scultore , per fare l'altra facciata^ Baccio,in v^
dirimpetto all'vdienza cominciata da Baccio in detta sala, & vna fonte nel mezo dere che 1 £)&•
dì detta facciata , e subito fù dato principio a fare vna parte delle statue , che vi '" impiglia
andauano . Conobbe Baccio ,chè'i Duca non voleua seruirsi più di lui , poiché
adoperaua altri , di che egli hauendo grande dispiacere , e dolore ,era diventato paQ™ .',
sì tirano, e fastid oso,che nèin cala,uè fuora non poteua alcuno conuersaie con w, '"'
Iui,& a Clemente suo figliuolo vsaua moke straniezzey 1 faceua patire d'cgni
cosa. Per questo Clemente hauendo fatto di terra vna tetta grande di Sua Ec-
cellenza, per farla di marmo, pei lattatila dell'udienza , chiese licenzi al Duca Statue lauo^
di partirli per andare a Roma,per le straniezze del padre; Il Duca d (Te, < henor ""' ^ c'e‘
gli mancherebbe. Baccio nella partita di Clemente, che gi chiese licenza,non mente sigliato
gli volle dar nulla , bench'egli fusse in Firenze di grande aiuto , ch'eia quel gio- '° '&c"°°
uane le braccia di Baccio in ogni bisogno, nondimeno non si CU1ò, che le gli le-
uasse dinanzi. Arriuato il gioitane a Roma contro a tempo , si per gli stud j, e sì
per i disordini, il medesimo anno si morì>lasciando in Firenze di suo, quali fini-
ta, vna teda del Duca Cosimo d, marmo , la quale Baccio poi pose sopra la por-
ta principale di cala sua nella via de'Ginori , & è bellissima. Lafciò ancora Cle-
mente molto inanzi vn Chrido morto ,' che è tetto da Nicodemo è Baccio ri-
tratto di naturale: le quali statue, che fono assai buone , Baccio pose nella Chie-
sa de'Serui , come ai suo luogo diremo. Fù di grandissima perdita la morte di Statua del
Clemente a Baccio , & alt' arte , & egli lo conobbe poiché fù morto. Scoperse Dio Padri
Baccio l'Altare di S.Maria del Fiore, e la statua di Dio Padre fà biasimata: l'Alta- Cafonata.
re s'è restato con quello, che s'è raccontato di sopra, nè vi si è fatto poi altro,ma
s'èattesoaseguitare il coro. Erasi molti anni inanzi cattato a Carrara vn gran Buccio pigliò
pezzo di marmo alto braccia dieci e mezo, e largo braccia cinque, del quale, vnmermo per
Lauto Baccio 1'auuiso, cavalcò a Carrara, e dette al padrone di chi egli eta,scu fané w Oi-
di cinquanta per arra, e fattone contratto, tornò a Firenze , e fù tanto intorno al ^we da,0r7e
Duca,che per mezo della Duchessa ottenne di farne vn Giganterii quale doues- "'''" t"%%±
le metterli in Piazza tal canto, doue era i1 Leone, nel quale luogo si sacesse vn^
gran fonte, che gettasse acqua , nel mezo della quale fufse Nettuno sopra il suo
carro,tirato da caualli marini , e douelse cauarsi quella figura di questo marmo.
Di quella figura sece Baccio più d'vn modello , e mostrat gli a Sua Eccellenze
stettesi la cosa senza fare altro sino all'anno 1559. nel qual ten po il padrot Q
del marmo venutoda Carrara, chiedeua d', siere pagato del renante, òche
senderebbe gb seudi sa per romperlo in pù pezzi , e farne danari , perche
haueua molte chiede. Fù ordinato dal Duca a Giorgio Vasari,che facessè pa-
gare il marmo. Ilcheintesosi per l'arte , e che il Duca non haueua ancoro mxafcra
dato libero il marmo a Baccio, si olenti Benvenuto, e parimente 1'Amman- contefeco»^
nato, pregando ciafcheduno di loro il Duca, di fare vn modello a roncor- mac^korc
lenza di Baccio, e che Sua Eccedenza sidegnasse di dare ilmarmo a colui,
che
sando d'aiutare Clemente figliuolo naturale di Baccio,e giovane valente,il qua-
le haueua acquistato assai nel disegno , perche douesse toccate a lui col tempo a
finire l'opere del padre. In quello medesimo tempo,che sù l'anno isg.venne
da Roma, doue seruiua Papa Giulio Terzo, Giorgio Vasari Aretino, per setuiie
Sua Eccellenza in molte cole,che 1'haueua in animo di fare,e particolarmcte in-
nouare di fabbriche , & ornare il Palazzo di piazza ,e fare la sala grande , come
s'è dipoi veduto. Giorgio Vasari dipoi l'anno seguente condnsse da Roma , & Sdegno ^
acconciò col Duca Bartolomeo Ammarinati Scultore , per fare l'altra facciata^ Baccio,in v^
dirimpetto all'vdienza cominciata da Baccio in detta sala, & vna fonte nel mezo dere che 1 £)&•
dì detta facciata , e subito fù dato principio a fare vna parte delle statue , che vi '" impiglia
andauano . Conobbe Baccio ,chè'i Duca non voleua seruirsi più di lui , poiché
adoperaua altri , di che egli hauendo grande dispiacere , e dolore ,era diventato paQ™ .',
sì tirano, e fastid oso,che nèin cala,uè fuora non poteua alcuno conuersaie con w, '"'
Iui,& a Clemente suo figliuolo vsaua moke straniezzey 1 faceua patire d'cgni
cosa. Per questo Clemente hauendo fatto di terra vna tetta grande di Sua Ec-
cellenza, per farla di marmo, pei lattatila dell'udienza , chiese licenzi al Duca Statue lauo^
di partirli per andare a Roma,per le straniezze del padre; Il Duca d (Te, < henor ""' ^ c'e‘
gli mancherebbe. Baccio nella partita di Clemente, che gi chiese licenza,non mente sigliato
gli volle dar nulla , bench'egli fusse in Firenze di grande aiuto , ch'eia quel gio- '° '&c"°°
uane le braccia di Baccio in ogni bisogno, nondimeno non si CU1ò, che le gli le-
uasse dinanzi. Arriuato il gioitane a Roma contro a tempo , si per gli stud j, e sì
per i disordini, il medesimo anno si morì>lasciando in Firenze di suo, quali fini-
ta, vna teda del Duca Cosimo d, marmo , la quale Baccio poi pose sopra la por-
ta principale di cala sua nella via de'Ginori , & è bellissima. Lafciò ancora Cle-
mente molto inanzi vn Chrido morto ,' che è tetto da Nicodemo è Baccio ri-
tratto di naturale: le quali statue, che fono assai buone , Baccio pose nella Chie-
sa de'Serui , come ai suo luogo diremo. Fù di grandissima perdita la morte di Statua del
Clemente a Baccio , & alt' arte , & egli lo conobbe poiché fù morto. Scoperse Dio Padri
Baccio l'Altare di S.Maria del Fiore, e la statua di Dio Padre fà biasimata: l'Alta- Cafonata.
re s'è restato con quello, che s'è raccontato di sopra, nè vi si è fatto poi altro,ma
s'èattesoaseguitare il coro. Erasi molti anni inanzi cattato a Carrara vn gran Buccio pigliò
pezzo di marmo alto braccia dieci e mezo, e largo braccia cinque, del quale, vnmermo per
Lauto Baccio 1'auuiso, cavalcò a Carrara, e dette al padrone di chi egli eta,scu fané w Oi-
di cinquanta per arra, e fattone contratto, tornò a Firenze , e fù tanto intorno al ^we da,0r7e
Duca,che per mezo della Duchessa ottenne di farne vn Giganterii quale doues- "'''" t"%%±
le metterli in Piazza tal canto, doue era i1 Leone, nel quale luogo si sacesse vn^
gran fonte, che gettasse acqua , nel mezo della quale fufse Nettuno sopra il suo
carro,tirato da caualli marini , e douelse cauarsi quella figura di questo marmo.
Di quella figura sece Baccio più d'vn modello , e mostrat gli a Sua Eccellenze
stettesi la cosa senza fare altro sino all'anno 1559. nel qual ten po il padrot Q
del marmo venutoda Carrara, chiedeua d', siere pagato del renante, òche
senderebbe gb seudi sa per romperlo in pù pezzi , e farne danari , perche
haueua molte chiede. Fù ordinato dal Duca a Giorgio Vasari,che facessè pa-
gare il marmo. Ilcheintesosi per l'arte , e che il Duca non haueua ancoro mxafcra
dato libero il marmo a Baccio, si olenti Benvenuto, e parimente 1'Amman- contefeco»^
nato, pregando ciafcheduno di loro il Duca, di fare vn modello a roncor- mac^korc
lenza di Baccio, e che Sua Eccedenza sidegnasse di dare ilmarmo a colui,
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