486 TERZA P<R TE
. lo spinto attillato. In va quadro d'vn braccio, e mezo, fece alle donne del!%,:
spicale de gl'Innocenti, in vn numero infinito di figure picciole , l'hisloria de gli
Varie fa epe endici mila Martiri, slati da Diocletiano condennati alla morte, e tutti fatti ero-'
re ^gr/mmr ©figgere in vn bofco; Dentro al quale finse Giacomo vna battaglia di caualli ,e
^r% d'ignudi molto bella , & alcuni putti bel li ssimi,chevolando inaria , auuentano
sacete sopra i crocifissori. Similmente intorno all'Imperadore , che gli condan-
na, sono alcuni ignudi, che vanno alla morte bellissimi; Il qual quadro,che è in
tutte le parti da lodare , è hoggi tenuto in gran pregio da Don Vincenzo Bor-
ghini, Spedalingo di quel luogo , e già amicissimo di Giacomo. Vn'altro qua-
dro limile al sopradetto fece a Carlo Neroni, ma con la battaglia de' Martiri so-
la, e l'Angelo, che gli battezza, & appreso il ritratto d'esso Carlo. Ritrasse fi-
nalmente nel tempo dell'assedio di Firenze , Francesco Guardi in habito di sol-
dato,che fu opera bellissima,e nel coperchio poi di quello quadro dipinse Bron-
zino Pigmalione, che fà oratione a Venere, perche la sua (tatua riceuendo lo
spirito , s'auuiua , e diuenga ( come fece secondo le fattole de'Poeti ) di carne , e
a'ossa. In quello tempo, dopo molte fatiche, venne fatto a Giacomo quello,
ch'egli haueua lungo tempo desiderato ; percioche haueado sempre hauuto vo-
glia d'hauere vna casa, che fosse sua propria, e non hauere a stare a pigione,pet
potere habitare, e viuere a suo modo,finalmente ne comperò vna nella via del-
la Colonna, dirimpetto alle Monache di Santa Maria de gli Angioli.
Glie dato& Finito l'assedio , ordinò Papa Clemente a Mesler Octauiano de' Medici , che
sinire il tatto facesse finire la sala del Poggio a Calano. Perche emendo morto il Francia Bi-
ro della W# gio, & Andrea del Sarto ,ne fù data interamente la cura al Puntormo , il quale
Alpeggio. fatti fare i palchi, e le turate, cominciò a fare i cartoni ; ma percioche se nanda-
na in ghiribizzi, e considerationi , non mise mai mano altrimenti all'opera. Il
che non sarebbe forfè auuenuto se fosse slato in paese il Bronzino , che allhora
lauoraua all'Imperiale luogo del Duca d'Vrbino vicino a Pesaro. Il qual Bron-
zino, se bene era ogni giorno mandato a chiamare da Giacomo, non però si po-
teua a sua polla partire , però che battendo fatto nel peduccio d'vna volta all'
Imperiale vn Cupido ignudo molto bello, & i cartoni per gli altri; ordinò il
Principe Guidobaldo,conosciuta la virtù di quel gioitane , d'essere ritratto do
lui. Ma percioche voleua essere fatto con alcune arme , che aspetraua di Lom-
bardia,il Bronzino fù forzato trattenerli più che non haurebbe voluto con quel
Principe, e dipingerli in quel mentre vna calla d'arpicordo , che molto piacque
a quel Principe; il ritratto del quale finalmente fece il Bronzino,che fù bellissi-
mo,c molto piacque a quel Principe, Giacomo dunque scrisse tante volte,e
tanti mezi adoperò, che finalmente fece tornare il Bronzino ; ma non per tanto,
non si potè mai indurre quest'buomo a fare di quell' opera altro , che i cartoni,
Del quale ^ come che ne fosse dal Magnifico Ottauiano , e dal Duca Alessandro sollecitato.
sece altro , che sa vno de'quali cartoni , che sono hoggi, la maggior parte in casa di Lodouico
$ canoni. Capponi; & vn'Ercole, che sà Scoppiare Anteo, in vo'altro vna Venerei Ado-
ne; & in vna carta vna storia d'ignudi , che giuncano al calcio. In questo mezo,
hmendo il Sig. Alfonso Daualo Marchese del Guado , ottenuto , per mezo di
Sue Pittura F.Nicolò dellaMigna,da Michelagnolo Buonaroti vn cartone d'vn Christo,che
satte col Afe appare alla Mad salena nell'ortorfece ogni opera d'hauere il Puntormo,che glie
gne di Michel- ]o conducesse di Pittura, battendogli detto il Baonardti , che ninno poteua me-
glio serirlo di collai. Hauendo dunque condotta Giacomo quell'opera a per-
fettio-
ittione
,^ e
Ui
fedi Gi
#&'C
W^
ftaion
^Fei
#onc
farai?
^bue
^ton
Mito li!
^^
^fe
^i(l
^i^
^^
sollati
tyeio £
&it
@fep
i&t
tyoto
bù hit
ahperil
tòta dilige
kon quel
pollo, chi
^£
nnvnq
y;Ilqua
hMahl
Scadivi
tedireda
^cte sai
ihòil
tibri
Spegni
ibo,d
Ita Ni
pereti
I&;
Ii&n
feed
Fetide
Slitti fi
. lo spinto attillato. In va quadro d'vn braccio, e mezo, fece alle donne del!%,:
spicale de gl'Innocenti, in vn numero infinito di figure picciole , l'hisloria de gli
Varie fa epe endici mila Martiri, slati da Diocletiano condennati alla morte, e tutti fatti ero-'
re ^gr/mmr ©figgere in vn bofco; Dentro al quale finse Giacomo vna battaglia di caualli ,e
^r% d'ignudi molto bella , & alcuni putti bel li ssimi,chevolando inaria , auuentano
sacete sopra i crocifissori. Similmente intorno all'Imperadore , che gli condan-
na, sono alcuni ignudi, che vanno alla morte bellissimi; Il qual quadro,che è in
tutte le parti da lodare , è hoggi tenuto in gran pregio da Don Vincenzo Bor-
ghini, Spedalingo di quel luogo , e già amicissimo di Giacomo. Vn'altro qua-
dro limile al sopradetto fece a Carlo Neroni, ma con la battaglia de' Martiri so-
la, e l'Angelo, che gli battezza, & appreso il ritratto d'esso Carlo. Ritrasse fi-
nalmente nel tempo dell'assedio di Firenze , Francesco Guardi in habito di sol-
dato,che fu opera bellissima,e nel coperchio poi di quello quadro dipinse Bron-
zino Pigmalione, che fà oratione a Venere, perche la sua (tatua riceuendo lo
spirito , s'auuiua , e diuenga ( come fece secondo le fattole de'Poeti ) di carne , e
a'ossa. In quello tempo, dopo molte fatiche, venne fatto a Giacomo quello,
ch'egli haueua lungo tempo desiderato ; percioche haueado sempre hauuto vo-
glia d'hauere vna casa, che fosse sua propria, e non hauere a stare a pigione,pet
potere habitare, e viuere a suo modo,finalmente ne comperò vna nella via del-
la Colonna, dirimpetto alle Monache di Santa Maria de gli Angioli.
Glie dato& Finito l'assedio , ordinò Papa Clemente a Mesler Octauiano de' Medici , che
sinire il tatto facesse finire la sala del Poggio a Calano. Perche emendo morto il Francia Bi-
ro della W# gio, & Andrea del Sarto ,ne fù data interamente la cura al Puntormo , il quale
Alpeggio. fatti fare i palchi, e le turate, cominciò a fare i cartoni ; ma percioche se nanda-
na in ghiribizzi, e considerationi , non mise mai mano altrimenti all'opera. Il
che non sarebbe forfè auuenuto se fosse slato in paese il Bronzino , che allhora
lauoraua all'Imperiale luogo del Duca d'Vrbino vicino a Pesaro. Il qual Bron-
zino, se bene era ogni giorno mandato a chiamare da Giacomo, non però si po-
teua a sua polla partire , però che battendo fatto nel peduccio d'vna volta all'
Imperiale vn Cupido ignudo molto bello, & i cartoni per gli altri; ordinò il
Principe Guidobaldo,conosciuta la virtù di quel gioitane , d'essere ritratto do
lui. Ma percioche voleua essere fatto con alcune arme , che aspetraua di Lom-
bardia,il Bronzino fù forzato trattenerli più che non haurebbe voluto con quel
Principe, e dipingerli in quel mentre vna calla d'arpicordo , che molto piacque
a quel Principe; il ritratto del quale finalmente fece il Bronzino,che fù bellissi-
mo,c molto piacque a quel Principe, Giacomo dunque scrisse tante volte,e
tanti mezi adoperò, che finalmente fece tornare il Bronzino ; ma non per tanto,
non si potè mai indurre quest'buomo a fare di quell' opera altro , che i cartoni,
Del quale ^ come che ne fosse dal Magnifico Ottauiano , e dal Duca Alessandro sollecitato.
sece altro , che sa vno de'quali cartoni , che sono hoggi, la maggior parte in casa di Lodouico
$ canoni. Capponi; & vn'Ercole, che sà Scoppiare Anteo, in vo'altro vna Venerei Ado-
ne; & in vna carta vna storia d'ignudi , che giuncano al calcio. In questo mezo,
hmendo il Sig. Alfonso Daualo Marchese del Guado , ottenuto , per mezo di
Sue Pittura F.Nicolò dellaMigna,da Michelagnolo Buonaroti vn cartone d'vn Christo,che
satte col Afe appare alla Mad salena nell'ortorfece ogni opera d'hauere il Puntormo,che glie
gne di Michel- ]o conducesse di Pittura, battendogli detto il Baonardti , che ninno poteua me-
glio serirlo di collai. Hauendo dunque condotta Giacomo quell'opera a per-
fettio-
ittione
,^ e
Ui
fedi Gi
#&'C
W^
ftaion
^Fei
#onc
farai?
^bue
^ton
Mito li!
^^
^fe
^i(l
^i^
^^
sollati
tyeio £
&it
@fep
i&t
tyoto
bù hit
ahperil
tòta dilige
kon quel
pollo, chi
^£
nnvnq
y;Ilqua
hMahl
Scadivi
tedireda
^cte sai
ihòil
tibri
Spegni
ibo,d
Ita Ni
pereti
I&;
Ii&n
feed
Fetide
Slitti fi