,0C TERZA PARTE
Duca, accioche fusse veduto da molti della professione,che si riduceuano spesso,
con altri belli ingegni a disputare,e far discorsi (opra diuerse cose in casa del det-
to Conte , che fù veramente huomo rarissimo . Quiui dunque emendo veduto
il detto modello, & vditi i bei discorsi del Genga ,fù da tutti senza contratto te-
nuto il modello artificio!o , e bello , & il Maestro , che 1'haueua fatto, di tarissi-
S@ difesi mo ingegno . Ma tornato a Pesaro , non fù metto il modello altrimenti in ope-
^ chiefa ra,perche nuoue occasioni di molta importanza, leuarono quel pensiero al Du-
ca . Fece in quel tempo il Genga il disegno della Chiesa di Monte l'Abbate , e
quello della Chiesa di S. Pietro in Mondauio , che fù condotta a fine da DoiL,
Pier'Antonio Genga in modo , che per cosa picciola , non credo si polla veder
tofani di meglio. Fatte quelle cose , non passò molto , ch'essendo creato Papa Giulio
sonifamiu Terzo , e da lui fattoi! Duca d'Vrbino Capitano Generale di Santa Chiesa , an-
mRomL dò Sua Eccellenza a Roma, e con essa il Genga, doue volendo Sua Santità for-
tificare Borgo, fece il Genga, a richieda del Duca, alcuni dilegui bellissimi, che
con altri assai ,sono appresso di Sua Eccellenza in Vrbino , per le quali cose di-
uolgandosi la fama di Bartolomeo,i Genouesi, mentre ch'egli dimoraua col Du-
ca in Roma , glie lo chiesero , per seruirsene in alcune loro fortificazioni , ma il
Duca non lo volle mai concedere loro , ne allhora , ne altra volta, che di nuoun
ne lo ricercarono, ossendo tornato a Vrbino,
Richiedo da All'vltimo essendo vicino il termine di sua vira, furono mandati a Pesaro, dal
Caualieri di gran Mastro di Rodi , due Caualieri della loro Religione Gierosolimitana, O
Malia. pregare Sua Eccellenza , che volesse concedere loro Bartolomeo , accioche lo
potessero condurre nell' Isola di Malta , nella quale voleuano fare ,non purer
lortificationi grandissime , per potere difenderti da' Turchi , ma anche due Cit-
tà , per ridurre molti villaggi , che vi erano in vno, ò due luoghi . Onde il Du-
ca, il quale non haueuano in due meli potuto piegare i detti Caualieri, a voler
compiacere loro del detto Bartolomeo , ancorché si fussero seruito del mezo
della Duchessa, e d'altri ,ne gli compiacque finalmente per alcun tempo deter-
minato, a preghiera d'vn buon Padre Capuccino ,al quale Sua Eccellenza por*
taua grandissima affezione, e non negaua cosa , che volesse. E l'arte ,che vsò
quel Sant'huomo, il quale di ciò fece coseienza al Duca,essendo quello interefr
le della Republica Christiana , non fù se non da molto lodare , e commendare#
rtfy^u in Bartolomeo adunque, il quale non hebbe mai di questa la maggior grazia , si
digerii tam partì con i detti Caualieri di Pesaro a dì 20. di Gennaro 1558. ma trattenendoli .
«tnjtoMto in Sicilia, dalla fortuna del mare impediti , non giunsero a Malta se non alli vn-
d'° deci di Marzo, doue furono lietamente raccolti dal gran Mastro . Esfendogh poi
mostrato quello, ch'egli hauesse da fare , si portò tanto bene in quelle fortifica-
tioni, che più non si può dire. In tanto, che al gran Mastro, e tutti que'Signori
Caualieri pareua d'hauere hauuto vn'altro Archimede ; E ne fecero sede con^
fargli presenti honoratissi ni, e tenerlo, come raro, in somma venerazione. Ha-
uendo poi fatto il modello d'vna Città , d'alcune Chiese , e del Palazzo , e resi-
denza di detto gran Mastro, con bellissime inuentioni,& ordine,si ammalò dell'
ultimo male; percioche essendosi messo vn giorno del mese di Luglio , per else-
re in quell'Isola grandissimi caldi, a pigliar ftefco frà due porte , non vi slette _,
molto , che fùassalito da insoppost abili dolori di corpo, e da vn ssusso crudele,
c^G fermmò che in 17. giorni l'vccdero , con grandissimo dispiacere del gran Mastro , e di
?s*%orw. tutti quelli honoratissimi,e valorosi Caualieri, a i quali pareua haucr trottato vn,
huo-
Duca, accioche fusse veduto da molti della professione,che si riduceuano spesso,
con altri belli ingegni a disputare,e far discorsi (opra diuerse cose in casa del det-
to Conte , che fù veramente huomo rarissimo . Quiui dunque emendo veduto
il detto modello, & vditi i bei discorsi del Genga ,fù da tutti senza contratto te-
nuto il modello artificio!o , e bello , & il Maestro , che 1'haueua fatto, di tarissi-
S@ difesi mo ingegno . Ma tornato a Pesaro , non fù metto il modello altrimenti in ope-
^ chiefa ra,perche nuoue occasioni di molta importanza, leuarono quel pensiero al Du-
ca . Fece in quel tempo il Genga il disegno della Chiesa di Monte l'Abbate , e
quello della Chiesa di S. Pietro in Mondauio , che fù condotta a fine da DoiL,
Pier'Antonio Genga in modo , che per cosa picciola , non credo si polla veder
tofani di meglio. Fatte quelle cose , non passò molto , ch'essendo creato Papa Giulio
sonifamiu Terzo , e da lui fattoi! Duca d'Vrbino Capitano Generale di Santa Chiesa , an-
mRomL dò Sua Eccellenza a Roma, e con essa il Genga, doue volendo Sua Santità for-
tificare Borgo, fece il Genga, a richieda del Duca, alcuni dilegui bellissimi, che
con altri assai ,sono appresso di Sua Eccellenza in Vrbino , per le quali cose di-
uolgandosi la fama di Bartolomeo,i Genouesi, mentre ch'egli dimoraua col Du-
ca in Roma , glie lo chiesero , per seruirsene in alcune loro fortificazioni , ma il
Duca non lo volle mai concedere loro , ne allhora , ne altra volta, che di nuoun
ne lo ricercarono, ossendo tornato a Vrbino,
Richiedo da All'vltimo essendo vicino il termine di sua vira, furono mandati a Pesaro, dal
Caualieri di gran Mastro di Rodi , due Caualieri della loro Religione Gierosolimitana, O
Malia. pregare Sua Eccellenza , che volesse concedere loro Bartolomeo , accioche lo
potessero condurre nell' Isola di Malta , nella quale voleuano fare ,non purer
lortificationi grandissime , per potere difenderti da' Turchi , ma anche due Cit-
tà , per ridurre molti villaggi , che vi erano in vno, ò due luoghi . Onde il Du-
ca, il quale non haueuano in due meli potuto piegare i detti Caualieri, a voler
compiacere loro del detto Bartolomeo , ancorché si fussero seruito del mezo
della Duchessa, e d'altri ,ne gli compiacque finalmente per alcun tempo deter-
minato, a preghiera d'vn buon Padre Capuccino ,al quale Sua Eccellenza por*
taua grandissima affezione, e non negaua cosa , che volesse. E l'arte ,che vsò
quel Sant'huomo, il quale di ciò fece coseienza al Duca,essendo quello interefr
le della Republica Christiana , non fù se non da molto lodare , e commendare#
rtfy^u in Bartolomeo adunque, il quale non hebbe mai di questa la maggior grazia , si
digerii tam partì con i detti Caualieri di Pesaro a dì 20. di Gennaro 1558. ma trattenendoli .
«tnjtoMto in Sicilia, dalla fortuna del mare impediti , non giunsero a Malta se non alli vn-
d'° deci di Marzo, doue furono lietamente raccolti dal gran Mastro . Esfendogh poi
mostrato quello, ch'egli hauesse da fare , si portò tanto bene in quelle fortifica-
tioni, che più non si può dire. In tanto, che al gran Mastro, e tutti que'Signori
Caualieri pareua d'hauere hauuto vn'altro Archimede ; E ne fecero sede con^
fargli presenti honoratissi ni, e tenerlo, come raro, in somma venerazione. Ha-
uendo poi fatto il modello d'vna Città , d'alcune Chiese , e del Palazzo , e resi-
denza di detto gran Mastro, con bellissime inuentioni,& ordine,si ammalò dell'
ultimo male; percioche essendosi messo vn giorno del mese di Luglio , per else-
re in quell'Isola grandissimi caldi, a pigliar ftefco frà due porte , non vi slette _,
molto , che fùassalito da insoppost abili dolori di corpo, e da vn ssusso crudele,
c^G fermmò che in 17. giorni l'vccdero , con grandissimo dispiacere del gran Mastro , e di
?s*%orw. tutti quelli honoratissimi,e valorosi Caualieri, a i quali pareua haucr trottato vn,
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