60 TERZA PA RTI?
An& m Fra-battila della Palla,che allora là si rrouaua,e da Francesco di Pellegrino suo amp
ete, &fàfer^ cissima,che v'era andato pocoinanzi, sù veduto ben volentieri , & ordinatogli
wpmtQ &i vna prouisione di cinquecento seudi l'anno , da quel Rè, a cui fece Giouansran*
R" Cesco alcune cose, delle quali non si hà particolarmente notizia ; gli fù dato a fa#
re vincamente vncauallo di bronzo due volte}grande quanto il naturale, soprg
il quale doueuaètTér posto esso Rè. La onde basendo messo mano all'opera,do
' :po alcuni modelli, che moltoetano al Rè piaciuti , andò continuando di lauom
re i? modello grande ,& il cauoper gettarlo , in vn gran Palazzo datogli darci
.^ &. a godere dàLRè. Ma ché se ne fusfe cagione, il Rè si mori prima , che l'opera fuG
le finita >mz perche nel principio del regno d'Henrico , furono leuate le proufa
Goni a molti* e ristrette le spese della corte, si dice, che Giouanfrancesco trouam
doli vecchio , e non molto agiato , si veniua non hauendo altro , del frutto , che
traeua del sico di quel gran Palagio , e casamento , che haueua hauuto a go<
dersi dall^iiberalitàdel Rè Francesco , ma la sortuna , non contenta, di quante
haueua insino all'ora quell' huomo Apportato , gli diede oltre all'aire , vn'alra
grandissima percossa , perche hauendo donato il Rè Henrico quel Palagio al fr
Sowcenm gnor Pietro Strozzi, Sfarebbe trouato Giouanfrancesco a pessimo termine ,mi
rette vecchie là pietà di quel Signore, al quale increbbe molto della sortuna del Runico ,che
^^ Piar, se gli diede a conoscere , gli venne nel maggior bisogno a tempo , iraperoche il
&%<% Signor Pietro mandandolo a vna Badia , òalcro luogo , che si falle , del fratello,
non solamentf souuenne la pouera vecchiezza di Giouanfrancesco,ma lo fece_j
seruire, e gouernare , secondo che la sua molta virtù meritaua , insino all'vltima
della vita . Mori Giouanfrancefco d'anni ottanta , e le sue cose rimasero perla
maggior parte al detto Signor Pieri® Strozzi. Non tacerò assermi venuto a no
titia^che mentre Antonio Mini discepolodel Buonaroti dimorò in Francia ,e fi
da Giouanfrancesco trattenuto , ó< accarezzato in Parigi , che vennero immane
di esso Radichi alcunicartoni, disegni, e modelli di mano di Michelagnolo ,dt'
quali vna parte hebbe Benvenuto Celimi Scultore mentre stette in Francia , il
Bi& Dio quJe.gli hà condotti aFirenze. Fù Giouanfrancesco , come si è detto, non pu,
^n, mercé resenza pari nelle cose di getto , macostumatissimo , di somma bontà , e molti
&lRitficfy amatore de' pomeri* onde non è marauiglia , se fù con molta liberalità soueni#
éo n 1 suo maggior bisogno dsdanari,e d'ogm altra colà dal detto Signor Pietro)
pero cheè sopra ogni verità verissimo, che in mille doppi, etiandio in quella vi0
ta, sono ridorare le cose , che al prossimo si fanno per Dio . Dileguò il Ruttici
benissimo come , oltre al nostro Libro si può vedere in quello de' dilegui, del
ó'wttyro^ Molto R.Don Vincenzo Borghini. Il sopradetto Lorenzo Naldini, cognomina
fa alheuo .o Guazzetto discepelo del Rusticohà ui Francia molte cofe lettorato ottima*
^irwfo operò mente di Scultura , ma non ho potuto sapere i particolari, come ne anco del lue
a^r^ci^ Maedro; il quale si può credere , che non stelle tanti anni in Francia quali orio*
lo, ne Tempre intorno a quel suo cauallo. Haueua il detto Lorenzo alcune cale
fuor de'la parta a Sangallo ne° borghi $ che furono per Palladio di Firenze rolli"
nari ,che gli surono insicine con l'altre dal popolo gettate per terra , la qual co*
si gli dolse tanto, che tornando , egli a riuedere la patria l'anno mille , e cinque
cento quaranta , quando fù vicino a Firenze vn quarto di miglio > 6 mise \aca,
pcruccia d'vna sua cappa in capo , esi coprì gli occhi per non vedere disfateti
quel Borgo, e la sra casaBnelP entrare per la detta porta , onde reggendolo C0^
w
An& m Fra-battila della Palla,che allora là si rrouaua,e da Francesco di Pellegrino suo amp
ete, &fàfer^ cissima,che v'era andato pocoinanzi, sù veduto ben volentieri , & ordinatogli
wpmtQ &i vna prouisione di cinquecento seudi l'anno , da quel Rè, a cui fece Giouansran*
R" Cesco alcune cose, delle quali non si hà particolarmente notizia ; gli fù dato a fa#
re vincamente vncauallo di bronzo due volte}grande quanto il naturale, soprg
il quale doueuaètTér posto esso Rè. La onde basendo messo mano all'opera,do
' :po alcuni modelli, che moltoetano al Rè piaciuti , andò continuando di lauom
re i? modello grande ,& il cauoper gettarlo , in vn gran Palazzo datogli darci
.^ &. a godere dàLRè. Ma ché se ne fusfe cagione, il Rè si mori prima , che l'opera fuG
le finita >mz perche nel principio del regno d'Henrico , furono leuate le proufa
Goni a molti* e ristrette le spese della corte, si dice, che Giouanfrancesco trouam
doli vecchio , e non molto agiato , si veniua non hauendo altro , del frutto , che
traeua del sico di quel gran Palagio , e casamento , che haueua hauuto a go<
dersi dall^iiberalitàdel Rè Francesco , ma la sortuna , non contenta, di quante
haueua insino all'ora quell' huomo Apportato , gli diede oltre all'aire , vn'alra
grandissima percossa , perche hauendo donato il Rè Henrico quel Palagio al fr
Sowcenm gnor Pietro Strozzi, Sfarebbe trouato Giouanfrancesco a pessimo termine ,mi
rette vecchie là pietà di quel Signore, al quale increbbe molto della sortuna del Runico ,che
^^ Piar, se gli diede a conoscere , gli venne nel maggior bisogno a tempo , iraperoche il
&%<% Signor Pietro mandandolo a vna Badia , òalcro luogo , che si falle , del fratello,
non solamentf souuenne la pouera vecchiezza di Giouanfrancesco,ma lo fece_j
seruire, e gouernare , secondo che la sua molta virtù meritaua , insino all'vltima
della vita . Mori Giouanfrancefco d'anni ottanta , e le sue cose rimasero perla
maggior parte al detto Signor Pieri® Strozzi. Non tacerò assermi venuto a no
titia^che mentre Antonio Mini discepolodel Buonaroti dimorò in Francia ,e fi
da Giouanfrancesco trattenuto , ó< accarezzato in Parigi , che vennero immane
di esso Radichi alcunicartoni, disegni, e modelli di mano di Michelagnolo ,dt'
quali vna parte hebbe Benvenuto Celimi Scultore mentre stette in Francia , il
Bi& Dio quJe.gli hà condotti aFirenze. Fù Giouanfrancesco , come si è detto, non pu,
^n, mercé resenza pari nelle cose di getto , macostumatissimo , di somma bontà , e molti
&lRitficfy amatore de' pomeri* onde non è marauiglia , se fù con molta liberalità soueni#
éo n 1 suo maggior bisogno dsdanari,e d'ogm altra colà dal detto Signor Pietro)
pero cheè sopra ogni verità verissimo, che in mille doppi, etiandio in quella vi0
ta, sono ridorare le cose , che al prossimo si fanno per Dio . Dileguò il Ruttici
benissimo come , oltre al nostro Libro si può vedere in quello de' dilegui, del
ó'wttyro^ Molto R.Don Vincenzo Borghini. Il sopradetto Lorenzo Naldini, cognomina
fa alheuo .o Guazzetto discepelo del Rusticohà ui Francia molte cofe lettorato ottima*
^irwfo operò mente di Scultura , ma non ho potuto sapere i particolari, come ne anco del lue
a^r^ci^ Maedro; il quale si può credere , che non stelle tanti anni in Francia quali orio*
lo, ne Tempre intorno a quel suo cauallo. Haueua il detto Lorenzo alcune cale
fuor de'la parta a Sangallo ne° borghi $ che furono per Palladio di Firenze rolli"
nari ,che gli surono insicine con l'altre dal popolo gettate per terra , la qual co*
si gli dolse tanto, che tornando , egli a riuedere la patria l'anno mille , e cinque
cento quaranta , quando fù vicino a Firenze vn quarto di miglio > 6 mise \aca,
pcruccia d'vna sua cappa in capo , esi coprì gli occhi per non vedere disfateti
quel Borgo, e la sra casaBnelP entrare per la detta porta , onde reggendolo C0^
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