Del difeintere lefncssre di vetro , e come elle si conduchino co' piombi , e co'
jetri aaj@ berle Jen^a impedimento delle sigure .
Cap. XXXII.
COstumarono già gli A ntichi , ma per gl huomini grandi , ò almeno di qual-
che importanza,di ferrare le finestre in modo, che senza impedire il lume,
pon vi entradero i venri, ò il freddo, e questo solamente ne' bagni loro, ne' luda-
toi, nelle stufe, e negli altri luoghi ciperi , chiudendo le aperture, ò vani di quel-
le con alcune pietre trasparenti, cerne sono le Agate, gli Alabastri,& alcuni mar-
mi teneri , che sono mischi , ò che tiaggóno al gialliccio . Ma i moderni , che in
molto maggior copia hanno hauuto le fornaci de' vetri, hanno fatto le finestre di
% vetro,di occhi, e di piastre , a simil rodine, od imi adone eh quelle,che gli Anti-
chi fecero di pietra . E con i piombe accananti da ogni banda , le hanno insieme
serrate, e ferme, & ad alcuni ferri medi nelle muraglie a quello proposito , ò ve-
ramente ne' telai di legno, le hanno armare, e ferrate come diremo. E doue elle
sifaceuano nel principio (emplicemen d'occhi bianchi, e con angoli bianchi, ò
pur colorati,hanno poi imaginato gli artefici,fare vn musaico delle figure di que-
lli vetri, diueisamente colorati, e cammelli ad vso di pittura . E talmente si è al-
sottigliato l'ingegno in ciò ; che e' si vede hoggi condetta quella arte delle fine-
stre di vetro a quella perfettione, che nelle tauole si conducono le belle pitture ,
vnite di cofori, e pulitamente dipinte, si come nella vita di Guglielmo da Marcil-
la Francese, largamente dimoieremmo . Di quella arte hanno lavorato meglio
i Raminghi, & i Francesi ,che l'altre nationi . A tesoche eglino cerne inuestiga-
tori delie cose del fuoco, e de' colori hanno ridetto a cuocere a fuoco i colori,che
Vfo di piene
smodo, che fenza impedire il lume, trastarent©
accomodate
allefìuessre .
Imitatianc
de' modererà
col vetro.
Spetto ditale
lauoro ,
Grado delP^
arte in %uest&
età .
Concioni
neceffarie ad
operarsi COI#
ecceitoQh
Chi halli II
morato con eso
quitta diti*
gen7&$
si pongono in sui vetro. A cagione, che il vento, l'aria, e la pioggia, non le offèn-
da in maniera alcuna. Doue già costumauano dipigner quelle di colori velati con
gomme, & altre tempere, che col tempo si consumauano. Et i venti, le nebbie,
e Tacque se le portauano di maniera, che altro non vi restaua, che il semplice co-
lore del vetro. Ma nella età presente veggiamo noi condotta quella arte a quel
sommo grado , olirà il quale non si può appena desiderare perfettione alcuna , di
finezza, di bellezza, e di ogni particolarità, che a questo possà seruire, con vnty
delicata, e somma vaghezza,non meno salutifera,per assicurare le stanze da' ven-
ti, edall'arie cattine, che vtile , e commoda per la luce eh ara , e spedita , che per
quella ci si appresenta. Veroè, che per condurle, che elle siano tali , bisognano
primieramente tre cose,cioè vna luminosa trasparenza ne' vetri Scelti ; vn belili
simo componimento di ciò,che vi si lauora, e vn colorito aperto senza alcuna có-
fusione. La trasparenza consile nel Saper fare elettione di vetri, che siano lucidi
perle Stelli . Et in ciò, meglio sono i Francesi, Fiaminghi, & Inglesi, che i Vene-
ciani ; perche i Fiaminghi sono molto chiari, & i Venetiani molti carichi di colo-
ri . E quegli ,,che sono chiari , adombrandoli di Scuro , non perdono il lume del
tutto, tale, che e' non traspaino nell'ombre loro .
Ma i Venetiani, eslèndo di loro natura scuri, & oscurandoli di più con l'om-
bre, perdono in tutto la trasparenza. Et ancora, che moiri si dilettino d' ha-
uergb carichi di colori, artificiatamente soprapostoui, che sbattuti dall' aria, e
dal Sole moslrano non sò, che di bello più, che non fanno i colori naturali. Me-
glio è nondimeno hauer i vetri di loro natura chiari , che scuri, accioche dallato condor l'epe-
Pratica di
grossezza del colore non rimanghi ossùscati. A condurre quella opera , bisogna r4•
11 2 ha-
jetri aaj@ berle Jen^a impedimento delle sigure .
Cap. XXXII.
COstumarono già gli A ntichi , ma per gl huomini grandi , ò almeno di qual-
che importanza,di ferrare le finestre in modo, che senza impedire il lume,
pon vi entradero i venri, ò il freddo, e questo solamente ne' bagni loro, ne' luda-
toi, nelle stufe, e negli altri luoghi ciperi , chiudendo le aperture, ò vani di quel-
le con alcune pietre trasparenti, cerne sono le Agate, gli Alabastri,& alcuni mar-
mi teneri , che sono mischi , ò che tiaggóno al gialliccio . Ma i moderni , che in
molto maggior copia hanno hauuto le fornaci de' vetri, hanno fatto le finestre di
% vetro,di occhi, e di piastre , a simil rodine, od imi adone eh quelle,che gli Anti-
chi fecero di pietra . E con i piombe accananti da ogni banda , le hanno insieme
serrate, e ferme, & ad alcuni ferri medi nelle muraglie a quello proposito , ò ve-
ramente ne' telai di legno, le hanno armare, e ferrate come diremo. E doue elle
sifaceuano nel principio (emplicemen d'occhi bianchi, e con angoli bianchi, ò
pur colorati,hanno poi imaginato gli artefici,fare vn musaico delle figure di que-
lli vetri, diueisamente colorati, e cammelli ad vso di pittura . E talmente si è al-
sottigliato l'ingegno in ciò ; che e' si vede hoggi condetta quella arte delle fine-
stre di vetro a quella perfettione, che nelle tauole si conducono le belle pitture ,
vnite di cofori, e pulitamente dipinte, si come nella vita di Guglielmo da Marcil-
la Francese, largamente dimoieremmo . Di quella arte hanno lavorato meglio
i Raminghi, & i Francesi ,che l'altre nationi . A tesoche eglino cerne inuestiga-
tori delie cose del fuoco, e de' colori hanno ridetto a cuocere a fuoco i colori,che
Vfo di piene
smodo, che fenza impedire il lume, trastarent©
accomodate
allefìuessre .
Imitatianc
de' modererà
col vetro.
Spetto ditale
lauoro ,
Grado delP^
arte in %uest&
età .
Concioni
neceffarie ad
operarsi COI#
ecceitoQh
Chi halli II
morato con eso
quitta diti*
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si pongono in sui vetro. A cagione, che il vento, l'aria, e la pioggia, non le offèn-
da in maniera alcuna. Doue già costumauano dipigner quelle di colori velati con
gomme, & altre tempere, che col tempo si consumauano. Et i venti, le nebbie,
e Tacque se le portauano di maniera, che altro non vi restaua, che il semplice co-
lore del vetro. Ma nella età presente veggiamo noi condotta quella arte a quel
sommo grado , olirà il quale non si può appena desiderare perfettione alcuna , di
finezza, di bellezza, e di ogni particolarità, che a questo possà seruire, con vnty
delicata, e somma vaghezza,non meno salutifera,per assicurare le stanze da' ven-
ti, edall'arie cattine, che vtile , e commoda per la luce eh ara , e spedita , che per
quella ci si appresenta. Veroè, che per condurle, che elle siano tali , bisognano
primieramente tre cose,cioè vna luminosa trasparenza ne' vetri Scelti ; vn belili
simo componimento di ciò,che vi si lauora, e vn colorito aperto senza alcuna có-
fusione. La trasparenza consile nel Saper fare elettione di vetri, che siano lucidi
perle Stelli . Et in ciò, meglio sono i Francesi, Fiaminghi, & Inglesi, che i Vene-
ciani ; perche i Fiaminghi sono molto chiari, & i Venetiani molti carichi di colo-
ri . E quegli ,,che sono chiari , adombrandoli di Scuro , non perdono il lume del
tutto, tale, che e' non traspaino nell'ombre loro .
Ma i Venetiani, eslèndo di loro natura scuri, & oscurandoli di più con l'om-
bre, perdono in tutto la trasparenza. Et ancora, che moiri si dilettino d' ha-
uergb carichi di colori, artificiatamente soprapostoui, che sbattuti dall' aria, e
dal Sole moslrano non sò, che di bello più, che non fanno i colori naturali. Me-
glio è nondimeno hauer i vetri di loro natura chiari , che scuri, accioche dallato condor l'epe-
Pratica di
grossezza del colore non rimanghi ossùscati. A condurre quella opera , bisogna r4•
11 2 ha-