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Vasari, Giorgio; Carlo Manolessi Erben [Mitarb.]
Delle Vite De Piv Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Prima, e Seconda) — In Bologna: Per li Manolessi Stampatori Camerali, 1681

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https://doi.org/10.11588/diglit.72518#0246

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1)0 PRIMA PARTE
Giovinetto valente huomo. Hauendo dunque Lorenzo cosi giouinetto fatto alcune opere
^cettà lavori a ftesco in Firenze, e fuora per adeBrarsi, Giouanni di Bicci de'Medici , vedutala
f'^ le velie a buona maniera sila, gli fece dipigner nella (ala della casa vecchia de' Medici , che
P°' ""° a Lorenzo Fratel carnale di Cosimo vecchio , murato , che fù il palazzo
^are^^ grande > tutti quegli huomini famosi , che ancor hòggi assai ben conseruati vi
fr "far veggiono. La quale opera finita ; perche Lorenzo di Bicci disideraua , come an-
buenv tiretti. cor fanno i Medici , che si espenmen'ano nell'arte loro , (opra la pelle de' poueri
m ' huomini di Contado, esercitarsi ne'suoi Rudi della Pittura, Joue le cose non sono
così minutamente considerate, per qualche tempo accettò tutte l'opere , che gli
vennono per le mani , onde fuor della porta a S. Friano dipinse al ponte a Scan-
dicci, vn Tabernacolo nella maniera, che ancor hogg si vede. Era Cerbaia lot-
to vn portico , dipinse in vna facciata , in compagnia d'vna Nostra Donna , molti
Santi assai acconciamente. EBendogli poi dalla famiglia de'Martim, fatta alloga-
zione d'vna Capella in S.Marco di Firenze , fece nelle facciate a ftesco molte sio-
rie della Madonna, e nella tauoli ella Vergine in mezo a molti Santi; E nella me.
desima Chiesa, sopra la Capella di S.Gouanni EuangeliBa della famiglia de'Lan-
di, dipinse a fresco vn'Agnolo Raffaello, e Tobia. E poi l'anno 1418. per Ric-
ciardo di M.Nicolò Spinelli , fece nella facciata del Conuento di S. Croce in sù la
piazza in vna Boria grande a ftesco , vn S. Tomaso , che cerca la piaga a Giesù
Christo, & appreso,& intorno a lui tutti gli altri Apostoli,che riverenti, & mge-
nocchioni Ranno a veder cotal caso. Et appresso alla detta Boria, fece Slmilmente
Figuragrande a fresco,vn S.ChriBofano alto braccia dodici,e mezo, che è cosa rara;perche insi-
di^ S. chri. no allora,eccetto il S.ChriBofano di Buffalmacco, no era siata veduta la maggior
fèesoo , lavo, figura, ne per cofe grande, se bene non è di buona maniera , la più ragioneuole, e
rata conferai- prà proporzionata imagine di quella in tutte le sue parti; senza,che l'vna,e l'altra
ancor::: ' queste Pittare furono lauorate con tanta prattica,che ancoraché Siano flati all'
L/b a"a m°l" a°n' 'e percosse dalle pioggie , e dalla tempera , per esser volteatra-
offefe deltem. montana, non hanno mai perdutala viuezza decolori , ne sono rimale in alcuna
po.e della tra- parte offefe. Fece ancora dentro la porta, che è in mezo di queste figure,chiama-
Moontana, ta la porta del Martello , il medòsiissó Lorenzo a richieda del detto Ricciardo, e
del Guardiano del Conuento , vn Crocifislo con molte figure: e nelle facciate in-
torno la confermazione della regola di S.Francesco fatta da Papa Honcrio,& ap-
presso il Martirio d'alcuni Frati di quell'Ordine , che andarono a predicare la Fe-
Rittati di. de fra 1 Saraceni. Ne gli archi,e nelle volte fece alcuni Rè di Francia Frati,ed no
uersidelnatv. ti di S.Francesco,e gli ritraile di naturale: e così molti huomini dotti di quell'Or-
r^lcfò dine,e segnalati per dignità,cioè Vescoui, Cardinali, e Papi. Infidi i quali Sonori-
tratti di naturale in due tondi delle volte , Papa Nicola IV. &: Aleslandro V. Alle
Varietà de- quali tutte figure,ancorché facesse Lorenzo gli habiti bigogh variò nondimeno,
gna , confata per la buona prattica, che egli haueua nel lauorare,di maniera, che tutti sono fra
^ vonaprat. |oro differenti,alcuni pedono in rossìgno,altri in azuriccio,altri sono scuri,& altri
MOV, m avo- più chiari: &in somma sono tutti varij, e degni di considerazione : e quello che è
più,si dice,che fece quest'opera con tanta facilità, e prestezza, che facendolo vna
volta chiamare il Guardiano , che gli faceua le spese, a degnare , quando apunto
sacilità,e pre haueua fitto l'intonaco pervna figura,e co minciatala;egli rispose fate le Scodelle,
ch' o faccio quella figura,& vengo. Onde a gran ragione si dice,che Loiezo Ireb-
be tanta velocità nelle m ini, tanta pratica ne'colori, e fù tanto risoluto , che più
non fu mun'altro giamai. E di mano di costui il Tabernacolo in ftesco , ch'è in Sul
Alcune opere canto delle M nache di Foligno,e la Ma donna, & alcuni Santi, che sono sopra la
porta della Chiesa di quel Monasterio fià i quali è vn S.Francesco, che sposa la_^

rar di mante
ra.
Operava con

po-
 
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