Impara da
vn Tedefco
l'arte del mu'
satto.
VITA b'ALESSO BALD. 287
glia ; vi contrafece ancora in vna reuma d'vna casa le pietre muffate , e dalla pog-
gia, edal ghiaccio logore, e consumate, con vna radice d'ellera grossa , che ricuo-
pre vna parte di quel muro, nella quale è da considerare , che con lunga pacienza
fece d'vn color verde il ritto delle foglie , e d'vn'altro il roueseio, come fà la natu-
rane più, ne meno ; & oltra a 1 pallori vi fece vnaserpe , o vero biseia , checa-
mina sù per vn muro naturalissìma. Dicesi, che Alesso s'affaticò molto , per tre-
nule il vero modo del musaico, e che non gli essendo mai riufcito cosa,che vaies-
, gli capitò finalmente alle mani vn Tedesco , che andana a Roma alle perdo-
nanze ; e che alloggiandolo imparò da lui interamente il modo,e la regola di con- L< ,.
darlo. Di maniera, che essendosi messo poi arditamente a lauorare, in S. Giouan- p„m@ ""
sopra le porte di bronzo, fece dalla banda di dentro ne gli archi alcuni Ange- '
]j, che tengono la testa di Chrissq. Per la quale opera, conosciuto il suo buon mo-
dodi fare , gli fu ordinato da i Consoli dell' arte de' mercatanti , che rinettasse, e
pulire tutta la volta di quel tempio, siata lauorata, come si dille, da Andrea Tafi:
perche essendo in molti luoghi guasta, haueuabisogno d' esser rassettata, e rac- @%'%
concia. Il che sece Alesso con amore, e diligenza, seruendosi in ciò d' vn' edifitio Q@esofo
di egname, che gli fece il Cecca, il quale fu il migliore Architteto di quell'età . tempi.
Insegnò Alesso ilmagisferio de' musaici a Domenico Ghirlandaio , il quale a can-
to sé poi lo ritraile nella Capella de' Tornabuoni in Santa Maria Monella, nello Ritratto d'A?
sior a doue Giouachino è cacciato del tempio, nella figura d'vn vecchio raso con lego in S.Ma-
vn capaccio rodo in testa. Visse Alesso anni ottanta , e quando cominciò ad aui- ^ Novella.
cinarsi alla vecchiezza , come quello, che voleua poter con animo quieto atten > " ''
der a gli studi della lua professione •, si come fanno spesso molti huomini, si com-
mise nello spedale di S. Paolo . Era cagione forsè d' esserui riceuuto più volen-
tieri , e meglio trattato ( potette anco esserea caso ) fece portare nelle sue stanze
del detto spedale vn gran casone, sembiante facendo , che dentro vi falle buona
somma di danari ; perche così credendo, che fusse lo spedalingo, e gli altri mini-
liti, iquali sapeuano , che egli haueua fatto allo spedale donatone di qualunque
cosa si trouassè alla morte sua: gli faceuano le maggior carezze del mondo. Ma Moned'&
venuto amorte Alesso,vi si trottò dentro lolamente dilegni , ritratti in carta,& hfa
vn libretto ,che insegnaua a far le pietre del musaico, lo shicco , & il modo dila- '
notare . Ne fu gran fatto, secondo, che si disse, che non si trouassero danari , per-
che fù tanto cortese , che ninna cosa haueua, che cosi non falle de gli amici, co-
Si ritira ad
babitare in
ino Spedale*
Sua inuentio*
ne per esserbm
trattato *
mesua.
Fu suo discepolo il Graffione Fiorentino, che sopra la porta de gl' Innocenti fe Graffiane Pii.
ce a frelco il Dio Padre, con quegli Angeli , che vi sono ancora. ventini sico di®
Dicono, che il Magnifico Lorenzo de' Medici ragionando vndi col Graffione, ft€p§lo ,
che era vn strauagante ceruello,gli dille ; Io voglio far fare di musaico , edi Cuc-
chi tutti gli spigoli della cupola di dentro : E che il Graffione rispose ; voi non ci
hauete Maestri ; A che replicò Lorenzo : noi habbiam tanti danari, che ne fare-
mo ; il Graffione subitamente suggiunse. Eh Lorenzo, i danari non fanno mae-
stri, mai maestr, fanno i danari. Fù costui bizzarra, e fantastica persona. Non
mangiò mai in casa sua a tauola, che fusse apparecchiata d' altro, che di suoi carto-
ni:e non dormì in letto, che in vn cassone pien di paglia , senza lenzuola. Ma Setyn?dd
tornando ad Alesso egli finì l'arte, e la vita nel 1448. e fù dai suoi parenti,e citta- ^^°*
dini sotterrato hcnoreuolmente .
Il sine della vita di alesso Baldoinetti Tittore Fiorentino.