410 SECONDA PARTE
tanto desiderato V opere di Rafaello. Et hauendo aperta la lettera , che gli seri-
... ueua Rafael'0' doue e' lo pregaua se ci falle nessun graffio, che e' l'acconcialTe, e
taol^dis Ci 'milmence conoseendoci alcuno errore, come amico, lo correggete, fece COIQ
riha sattoi: allegrezza grandissima,ad vn buon lume , trarre della calla la detta tauola. Ma
Rifalle, c& tanto fù lo Itupore che e'ne hebbe, e tanto grande la marauiglia: che conoseen-
gi@»ò la morta do qui lo error suo, e la stolta presuntione, dellafolle credenza sua; si accorò di
& fmeso, dolore , e sra bretiillìmo tempo se ne morì. Era la tauola di Rafaello diuina, e
non dipinta, ma viua, e talmente ben fatta , e colorita da lui, che fra le belle ,che
egli lipinse, neutre ville ancoraché tutte siano miracolose, ben poteua chiamarli
rara. La on le il Francia mezo morto per il terrore,e per la bellezza della Pittura,
che era presenre al gli occhi , & a paragone di quelle , che intorno di sua mano si
vedeuano, tutto smarrito, la fece con diligenza porre in S.Gio. in monte a quella
Capella loue tnieua dare , & entratosene fra pochi dì nel letto tutto fuori dise
stesso, parendoli esser rimato quali nulla nell' arte , a petto a quello che egli ere-
deua, .& che egli era tenuto,di dolore,e malinconia>co me alcuni credono li morì ;
essendoli auuenuto nel troppo fissaméte contemplare la viuissima Pittura di Ra-
faello , quello , che al Fiuizano nel vagheggiare la sua bella morte, de la quale è
fcritto quello epigramma .
Me veram pittor diuinus mente recepit •
uld mota ess operi, deinde.perita manus.
Dumque opere in satto deficit lumina pistor
Intentus nimium, palluit, & moritur ,
Fina igitursum morsi non mortua mortis imago
Si sungor quo mors sungitur ossicio.
Tuttauolta dicono alcuni altri, che la morte sua fu si subita , che a molti segni
S/sora /il- apparì più tosto veleno, ògiocciola, che altro. Fù il Francia huomo sauio,e
tso„i da regolatissimo del viuere , ed^ buone forze . E morto fù sepolto honoratamente
&lm^ dai suoi figliuoli in Bologna l'anno 1518.
fine della vita di Francesco Francia Bolognese, Orefice , e Vittore
tanto desiderato V opere di Rafaello. Et hauendo aperta la lettera , che gli seri-
... ueua Rafael'0' doue e' lo pregaua se ci falle nessun graffio, che e' l'acconcialTe, e
taol^dis Ci 'milmence conoseendoci alcuno errore, come amico, lo correggete, fece COIQ
riha sattoi: allegrezza grandissima,ad vn buon lume , trarre della calla la detta tauola. Ma
Rifalle, c& tanto fù lo Itupore che e'ne hebbe, e tanto grande la marauiglia: che conoseen-
gi@»ò la morta do qui lo error suo, e la stolta presuntione, dellafolle credenza sua; si accorò di
& fmeso, dolore , e sra bretiillìmo tempo se ne morì. Era la tauola di Rafaello diuina, e
non dipinta, ma viua, e talmente ben fatta , e colorita da lui, che fra le belle ,che
egli lipinse, neutre ville ancoraché tutte siano miracolose, ben poteua chiamarli
rara. La on le il Francia mezo morto per il terrore,e per la bellezza della Pittura,
che era presenre al gli occhi , & a paragone di quelle , che intorno di sua mano si
vedeuano, tutto smarrito, la fece con diligenza porre in S.Gio. in monte a quella
Capella loue tnieua dare , & entratosene fra pochi dì nel letto tutto fuori dise
stesso, parendoli esser rimato quali nulla nell' arte , a petto a quello che egli ere-
deua, .& che egli era tenuto,di dolore,e malinconia>co me alcuni credono li morì ;
essendoli auuenuto nel troppo fissaméte contemplare la viuissima Pittura di Ra-
faello , quello , che al Fiuizano nel vagheggiare la sua bella morte, de la quale è
fcritto quello epigramma .
Me veram pittor diuinus mente recepit •
uld mota ess operi, deinde.perita manus.
Dumque opere in satto deficit lumina pistor
Intentus nimium, palluit, & moritur ,
Fina igitursum morsi non mortua mortis imago
Si sungor quo mors sungitur ossicio.
Tuttauolta dicono alcuni altri, che la morte sua fu si subita , che a molti segni
S/sora /il- apparì più tosto veleno, ògiocciola, che altro. Fù il Francia huomo sauio,e
tso„i da regolatissimo del viuere , ed^ buone forze . E morto fù sepolto honoratamente
&lm^ dai suoi figliuoli in Bologna l'anno 1518.
fine della vita di Francesco Francia Bolognese, Orefice , e Vittore