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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0058
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40 RAGIONAMENTI
tante delizie, che di ciò dovremmo render grazie al grande Dio, e che
ci faccia grazia d'essere obbedienti a quello Principe, poiché d'ogni tem-
po le api lue ci Villano mele, che esce dalle api nate nella quercia, co.
me vedete, che ho dipinto. Dilli di sopra., che Giove cacciò del regno i
Padri, che lo voliono far morire; co>ì il Duca nostro, ajutato dalla bontà
di Dio, ha disperso del suo regno i fallì lupi, che anno cercato d'impedir,
li il governo, fulminando i giganti, cioè i superbi; e perchè non si muo-
vano ha messo loro i monti addosso delle opere buone con la grandezza
della gloria sua. Ha edificato luoghi grandi, come per il suo dominio si ve-
de, non solo per difender se, ma per far comodità a' suoi amici, e servi-
tori, che abitano le Fortezze , traendone utile, e onore; ne'suoi paesi ha
introdotto d'ogni tempo uomini ingegnosi , dando remunerazione grande alli
armigeri, facendo l'ordine delle Bande, per il suo Stato, de'suoi popoli, in-
segnando a chi non sa il mestiero della guerra. Ha tisato la virtù dell'ospi-
talità con gran magnificenza a tutti li Signori grandi, che sono venuti a
veder Fiorenza, e ha deciso severamente le liti, e quelli, che anno trova-
to con industria comodo alcuno per la sua Città, gli ha remunerati; ed è
flato inventore di moke cose utili a'suoi popoli, e di tutte le virtù è fla.
to, ed è ottimo Padre. L'aquila di Giove l'ha avuta per segno, e augurio,
e per ispegnere li suoi rimici; e quella gli ha (corto il cammino , e ha ab.
bracciato 1' insogna (ua, ed è data quella, che gli ha confermato lo Stato,
e che glie ne ha ampliato grandemente,
P. Tutto sta bene; ci restano questi quattro quadri. Della Astuzia intesi il si-
gnificaco, così della Gloria, Liberalità, e Onore, che mi piacque assai.
G. Signor mio , quelle sono quelle virtù, che manterranno vivo il nome del
Duca Cosimo sempre , perchè egli con la sperienza del governo è latto ac-
corto ; e con 1'opere, che l'anno fatto conoscere, è divenuto glorioso; e
con la pompa, e grandezza del saper farli conoseere è siato Uomo rarissi-
mo; e con il donare a ogni sorte di gente, secondo i gradi, è flato libe-
ralismo. Ma passiamo oramai a guardare l'opera de' panni d'arazzo tessu-
ti da quelli Giovani, pure con mia invenzione. Guardi V. E. quello pri-
mo panno.
P. Eccomi a ciò,
G. Quelle sono sigurate per le nozze di Giunone sorcella, e moglie di Giove.
P. Perchè la fanno sorella di Giove?
G. Per edere data prodotta da quelli slessi segni, che furono in Giove, sen.
do nati di Opi, e Saturno. Quella è la Dea delle nozze, e matrimoni,
e ha quattordici Ninfe , che mai se le partono d'intorno; alcuni voglio-
no, che sieno le qualità delle cose, che partorisee 1' aria, In quest'altro
panno che segue c la floria di Europa amata da Giove, il quale cornati-
dò, che Mercurio cacciale via gli armenti delle montagne di Fenicia ; do-
ve essendo Europa nel iito con altre donzelle scherzando, Giove si cangiò
in un bellissimo toro, e si pose nel mezzo delli altri armenti; vedendo Eu-
ropa sì bello, e raro animale, e con maniere piacevoli cominciando a
farli carezze, la ridusse a montarvi sopra, e pian piano accodatoli al Iito
salcò nel mare, e la portò fino in Creta, dove partorì, e fece con tanta
deprezza
 
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