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Venturi, Adolfo
Storia dell'arte italiana (Band 2): Dall'arte barbarica alla romanica — Milano, 1902

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https://doi.org/10.11588/diglit.14299#0384
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— 354 —

Tutti i metodi di costruzione, tutti i tipi architettonici verso
il tempo di Giustiniano si determinarono così che la pianta
poligonale delle chiese, quale era stata da gran tempo trac-
ciata negli scritti d'Eusebio e di San Gregorio Nazianzeno,
si rinnovò nella chiesa dei Santi Sergio e Bacco, a Costanti-
nopoli, come in quella di San Vitale, a Ravenna ; la pianta
basilicale si ripetè nella chiesa della Theotocos, a Gerusalemme;
la pianta crociforme a cinque cupole apparve sino dal tempo
della ricostruzione del tempio dei Santi Apostoli, a Bisanzio;
e infine Santa Sofia di Salonicco ci offre il tipo di quelle
chiese a cupola centrale, che si rividero poi con varianti sul-
l'Athos e nella Grecia. Tanta fecondità d'arte non si risvegliò
se non momentaneamente, secondo il Choisy, ne'giorni pro-
speri dell'Impero bizantino sotto la dinastia macedone, quando
s'innalzò la nuova basilica (ri Nsa) dall'imperatore Basilio I.
Costantino Porfirogenito e il patriarca Fotius così la de-
scrissero

« Come a testimonianza della sua gratitudine verso nostro
« Signore Gesù Cristo e San Gabriele, capo delle milizie ce-
« lesti, e verso il divoto servitore di Dio, Elia Tesbita, che
« annunziò alla madre dell' imperatore la elevazione di suo
« figlio al trono, e affine di eternarne il nome e il ricordo,
« insieme con quello della Madre di Dio e dell'illustre pre-

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1 II Labarte {Histoire des arts industrieIs, I, Paris, 1872) associò opportunamente le
descrizioni di Costantino Porfirogenito e del patriarca Fotius (Costantini Imp., /Ustoria
de vita et rebus gestis Basiliis imp., Bonn ; Photii, Novae eccl. descr., Bonn, 1843).
 
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