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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 1): Statue del Museo Pio-Clementino — Rom, 1782

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https://doi.org/10.11588/diglit.3451#0014
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MUSEO PIO-CLEMENTINO

DEITÀ*

ss

TAVOLA IL

GIUNONE

<*>


E l'immagine fedelmente espressa dal marmo > ne quanto posslamo dire di
questa eccellente flatua quali colossale dell' altezza di palmi tredici, può farne
al giusto comprendere tutto il merito. E certamente una delle più perfette statue ve-
stite , che ci rimanga dall' antichità , e la conservazione , e s integrità ne aumentano
il pregio , non mancandovi che le. sole braccia, eh' erano già riportate in antico ♦
Siccome s aria del volto, T ornato della testa, la grandiosità dell' abito, e della po-
litura ce la fan riconoseere facilmente per Giunone , così ci reità molto più sensi-
bile la perdita delle braccia , nelle quali il Greco artefice avrà gareggiato sicuramen-
te con Omero per esprimerne la bellezza , pregio {ingoiare di questa Dea , sopranno-
mata collantemente xewwtawc. Le medaglie , e gli altri monumenti antichi rimpiaz-
zano sacilmente ciò che dovea soslenere, la patera cioè , e lo seettro , lìmboli con-
sueti della Regina degli Dei. L'elevazione indicata del braccio sinistro , e la soave
inclinazione del capo verso la delira non lasciano dubitare ne dell' azione della figu-
ra , né della convenienza degli accennati attributi. Se si consideri l'arte , tutto in quello
simulacro è interessante , e mirabile . La grazia de contorni ? la bellezza , e la maessà
de grandi occhj, onde fu Giunone appellata Pouttic , s eleganza , e la gentilezza delle
drapperie , la finitezza del lavoro in ogni minima parte , ce la danno per un opera
d' un grande artefice della Grecia. Se non ci mancassfero troppi dati per verificarne
l'identità:, si potrebbe dire , che fcsse quella stessa di Prassitele, cheli ammirava nel
tempio di Platèa in piedi appunto , e molto maggiore del naturale (a). Ma ora ne
possiam dillinguere con precisione la maniera di quel gran maestro , delle cui opere
non conoseiamo, che alcune copie per plausibile congettura , ne sappiamo la prove-
nienza della llatua da tempi remoti. Ci è soltanto noto , che fu nel pasisato lecolo
dissòtterrata sotto il inonaslero di S. Lorenzo in Panisperna, ove collocano i Topografi
di Roma le Terme d'Olimpiade , personaggio incerto ; in uno scavo intrapreso per or-
dine del Card. Francesco Barberini , e diretto da Leonardo Agostini antiquario ( b) .
Dalla similitudine del diadema con quello che si osserva in alcune medaglie sulla testa
della Giustizia D creduta esprimere il ritratto di Livia ; col nome di quella prima Au-
gusta fu contradillinta : non rissettendoli , che la bellezza sublime de' lineamenti del
volto , lunge dall' indicarci qualche ritratto , ci nioslra una fisonomia affatto ideale ,
che non combina colle immagini più sicure di quella Augnila , e che lo llile stesso
della {cultura reclama un secolo assai più remoto ; Certamente le si considerà lo lille
della testa , vi ravvilèremo un non so che di quel quadrato , secondo la frafe di Vai-
rone , rammentato da Plinio (e) , e sé si fa rissessione alla maniera , nella quale è trattato
ilpan-
(*) Alta, senza il plinto, palmi dodeci,. e once 9. "T (b) Venuti Antichità di Roma Pare I. cap.60. pag.ioo.
(a) Pausan- Bocotìc. cap.2. (c) Plin. lib. xxxiv. capa9.
 
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