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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 2): Statue del Museo Pio-Clementino — Rom, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3452#0007
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VI PREFAZIONE
L' antiquaria ci fa cono/cere in "particolare e a minuto ì coftumi, /' indole , le ufan-
ze , i riti , le opinioni , le arti , le religioni , le memorie , le tradizioni , e le fcienze
de popoli antichi ; il pregio , gli ufi, le qualità, le regioni di molti prodotti della natu-
ra , e così facendo ci porta ad una più efatta e pili completa conofcenza della florida
dell1 uomo , del mondo , e della focietà di quella che pofa attinger fi nella fìoria civile ,
che pur maeflra della vita £ appella , e 7 cui merito non fi quefliona , tanto più eh' è
la più facile , e la più spedita di tutte le cognizioni umane.
Oltradiccio lo Jludio dell' antiquaria è intimamente connefjb colla vera intelligenza
de clqffici Greci , e Latini , i quali fon come tante faci che ardono perennemente per Uh-
minare la vera jìrada delle lettere , e delle fcienze a tutti i fecoli , finché dagli abiffi
del tempo , e dalla rivoluzione delle eofe non emerga un altro popolo così savorevolmente
combinato per efier la gloria e la guida del genere umano 9 come lo fu il Greco. Allora
i monumenti dì quefìo popolo potran farcì tra/curare gli antichi : evento , che ad ogni
riguardo non pub prevederfi per tutta queW eflensìon di futuro, che la probabilità e la con-
gettura pofion rendere perferutabile alle vìBe degli uomini.
La corrutela delle lettere accufa già il noflro stcolo della fu a indolenza per la let-
tura de clajjici : né le saenze che tanto fiori/cono pofono assicurare i noslri pofìerì dalla
barbarie , giacche fono ancor efie foggette ad ejèr rivolte alle fittigli ezze ed al srìvolo ,
e così a dimenticare ì loro oggetti reali £i]. Ver reggerle nella lor e arri era nulla dì più
a propofìto che la lettura degli antichi. Fu confeguenza della buona direzione che fi dava
alle ricerche feientifiche , fé da minor numero dì cognizioni ritrasser frutti maggiori
dì noi moderni. Noi fappìam più di sise a , e fìamo men robuBì e rnen fanì ', più di mo-
rale , e ì capì d\ opera della legislazione fon degli antichi ; abbiamo ficoperto un nuovo
mondo, ed ejjì avean più oro 0 e forfè più commodi e più piaceri', abbi ani più scienze ,
eppure abbiam lettere ed arti tanto inferiori.
Ma lasciando siffatte diseuffioni fuperfiue pe veri letterati , e forfè vane per gì' ipo-
eriti della letteratura , debbo prevenire chi legge , che in quefìo volume contiensi il rima-
nente delle Statue che spettano alla clqffè delle Deità etniche ^ ed è compartito con queft or~
dine- Si comincia colle Deità Infernali , le quali fìeguono a quelle del cielo , del mare ,
e della terra espoBe nel primo volume. Apprefio vengon prefentate quelle Divinità , che fu-
rono * secondo f opinione degli Beffi gentili , portate in cielo per apoteofi'■,-. efiendo uomini
mortali afiociati per le loro meravìgliofe azioni, o invenzioni al rango degli Dii , come
Esculapio , Ercole fefr. Sono fchierate apprefo le Divinità, create per così dire dalle lin-
gue , le quali fervendo]! d'alcuni nomi ajlratti per denotare le qualità degli uomini,
delle cofe , e degli accidenti f come Pudicizia > Eternità 7 Vittoria sifa. , han dato oc ca-
cone a poeti di perfonifìcarli , e alla fuperssìzione di divinizzarli. Sieguono le Deità
Straniere 8 dette dagli antichi peregrine, per non esiere siate ricevute che tardi nella Greca
ed Italica fuperslìzione , come indipendenti dalla Greca mitologia . Tali sono gli Dii Egizj
ed Qrien-*
[i] Andres : Dell origine , de'progressi , e dello foto attuale d'ogni letteratura tomo L cap.16. />#£• 402,
 
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