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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 2): Statue del Museo Pio-Clementino — Rom, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3452#0014
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MUSEO PIO-CLEMENTINO

tEITA*

Quello però , che nel nostro simulacro intereisa più d* altra cosa lo sguardo
del sagace conoscitore , è Ja perfetta rassomiglianza che ha colle immagini di Sera-
pide. Si ossservi fralle altre quella riportata dal Fabbretti (a), e poi dalCupero (£),
che in tutto confronta colla presente , ed è scolpita a bassorilievo su d' un' ara a Se-
rapide dedicata. La storia antica , e la mitologia rendon conto di tal simiglianza.
Sappiamo dalla teologia pagana , che il Dio de' morti si chiamava Serapide presso
gli Egizj (e) , e dalla storia apprendiamo , dì ebbe un tempio in Menfi antichissimo,
un altro in Racòti , luogo ove fu edisicata Alexandria ; che incominciò appunto
da quesf epoca ad esser più conoseiuto Serapide 5 e che il suo culto divenne più
divulgato dacché il primo de Tolommei fece a motivo d un suo sogno trasportare
in Alexandria un vetusto simulacro di Giove Dite, o Infernale , venerato con anti-
chisìima religione in Sinòpe città non ignobile del Ponto „ Questo simulacro giunto poi
in Egitto, e riconoseiuto per Plutone dal Cerbero , e dal ferpente , ebbe il nome di Se-
rapide , o Sarapide, divinità indigena ;, ed analoga al Greco Plutone , col quale amarono
di confonderla (d). Esigeva ciò il genio de' Greci, e ben conveniva alle circostan-
ze degli Egiziani : godevano i primi di ritrovare nel culto di tutte le nazioni la lor
teologia , defideravano questi d' uniforxnar.si alle opinioni reJigiose della nazione domi-
nante , senza abbandonare del tutto i lor riti , e ritenendo almeno i vocaboli già
consecrati nelle lor teogonie..
D' allora in poi tutti i popoli seguiron T esempio d'Alexandria, e il Plutone,
o Giove Dite de Sinopiti, fu venerato dal paganesimo sotto il nome di Serapide.
Così ebbe fama una divinità dell'Egitto oseura sino ai tempi d' Alessandro Magno,
e fu ritratta in figura,, attributi, e ornamenti asfatto inusitati alla religione Egiziana.
Tali sono la barba, il calato, e l'abito affatto Greco, cose tutte, che non dove-
vano far dubitare i moderni dell' origine Pontica delle lue immagini (e). Diiatti
Dionisio il geografo:, ch'era Alessandrino, lo riconosee pel gran Giove di Sinòpe (/),
e nelle monete di questa città , che divenne poi colonia Romana , s incontra fre-
quentemente l'effigie di questo Nume(^), Oìservo ancora , che il calato., o modio
si vede sui capo di quasi tutte le antichissime deità Asiatiche , come del Giove
Labradèo di Milaso, della Giunone di Samo :, della Nemesi di Smima , delle Diane
di Perga, e d' Efeso : e, o voglia questo attributo spiegarsi per un vestigio delle co-
lonne adorate ne' prisehi tempi in vece de simulacri , secondo il parere del Buonar-
roti , o secondo quel degli antichi voglia interpretarsi per simbolo dell' abbondan-
za ,
(a ) Inscrìpt. cap. 6. n. XX. (e) Pure ne ha voluto dubitare Jablonsky nel suo Pantheon Aegyptium
(b) In Harpocrate . ' lib. il. cap.5. §.5. , e lib.JV. cap.3. §.12. e 13., a ciò l'hanno indotto
(O Iulian.Imp. Orat. IV. < l'etimologie. Qui giova osTervare, che ugualmente incerte son quelle
{d) Può vedersi tutta questa narrazione predo Tacito Hìfl. lib. iv. del nome di Serapide ripetute da'Greci scrittori.
cap.23. » Plutarco nel libro de Iside , & Ofìrìde ossèrva su tal proposito , (/) Dionis. Perieges. vers. 255:
che quello Nume mutò nome giunto che fu in Egitto : Ow yfy *««&* , N
%m *&*#* d^VttT0, 2 Wss;. poìchè evenne dì là ( da Sinòpe) *><' gran Giove di Sinòpe ti delubro.
con quejlonome s ma trasferito in Alexandria ottenne il nome, che gli Egizi (g) Vedasi Vaillant Numi coloniar. ìnHadriano tom.I. pagaci.
danno a Plutone , che su quel dì Sarapide.
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