VII
gato il fradiciume e V umore , fu pi adoperata a denotare indistintamente qualunque cassa
marmorea o fittile dove i corpi interi senza bruciare si riponessero [i] . Alle molte prove
di ciò prodotte dagli altri piacenti di aggiugnere un esempio che abbiam sotto gli occkj
qui in Roma ; questa è una cassa di marmo Imezio o Greco venato , che serve di fonte
nel vestibolo del palazzo di Venezia , dove /' iscrizione già edita da Sponio £x] è la se-
guente \
D. M
CVSPIAE . AEGIA
LES . HOC . SARCO
PHAG • APERÌRI
N . LIC
In essa è pur notabile il genere neutro di questa voce anco in altra lapide rilevato ,
supponendo forse il nome sostantivo vas . A'tro vocabolo per significare la cosa stessa
è quello di obrendarium già dal Fabretti illustrato [3], e che par sìncope rf'obruenda-
riurn . // valore assegnato al vocabolo è tanto più verisimile , quanto è più certo che
il verbo obruere è sepolcrale e solenne per indicare la sepuhura d' un cadavere intero
al pari che lo era il verbo componere per additare il ripor delle ceneri , e delle ossa
arse : e V u si vede omesso nel verbo obruere ancora in altro epitaffio dove si trova
obri per obrui . Fo questa osservazione su' monumenti e sulle autorità addotte dallo scrittor
dottissimo deli' opera sugli Arvali [4].
Queste brevi riflessioni ho amato premettere alla descrizione de* monumenti raccolti
nel presente volume , le quali potran servire di un qualche supplemento a ciò che nella
prefazione del precedente ho toccato de bassilìrievi in generale . il lettore che va in cerca
della erudizione la troverà abbondante e non comune in siffatti lavori d' antica mano ,
lo studioso che ha trasporto per le belle arti non s incontrerà forse in alcun pezzo che
non /' istruisca , 0 non lo diletti. Il carattere della bellezza non si disgiunge mai
dalle arti del Greco gentilesimo , sian pur esse assievolite dalla decadenza , sian pur esse
impiegate in oggetti i più tristi ed aborriti dalla umanità.
[1] Morcelli de stisìo Inscript. pag. 113. 114. [3] Inscript. cap. r. n. 15. pag. 63.
[2] Misceli, pag. 24. [4] Pag. 341. 347. a.
Tom.F. b 2. 1MTRI-
gato il fradiciume e V umore , fu pi adoperata a denotare indistintamente qualunque cassa
marmorea o fittile dove i corpi interi senza bruciare si riponessero [i] . Alle molte prove
di ciò prodotte dagli altri piacenti di aggiugnere un esempio che abbiam sotto gli occkj
qui in Roma ; questa è una cassa di marmo Imezio o Greco venato , che serve di fonte
nel vestibolo del palazzo di Venezia , dove /' iscrizione già edita da Sponio £x] è la se-
guente \
D. M
CVSPIAE . AEGIA
LES . HOC . SARCO
PHAG • APERÌRI
N . LIC
In essa è pur notabile il genere neutro di questa voce anco in altra lapide rilevato ,
supponendo forse il nome sostantivo vas . A'tro vocabolo per significare la cosa stessa
è quello di obrendarium già dal Fabretti illustrato [3], e che par sìncope rf'obruenda-
riurn . // valore assegnato al vocabolo è tanto più verisimile , quanto è più certo che
il verbo obruere è sepolcrale e solenne per indicare la sepuhura d' un cadavere intero
al pari che lo era il verbo componere per additare il ripor delle ceneri , e delle ossa
arse : e V u si vede omesso nel verbo obruere ancora in altro epitaffio dove si trova
obri per obrui . Fo questa osservazione su' monumenti e sulle autorità addotte dallo scrittor
dottissimo deli' opera sugli Arvali [4].
Queste brevi riflessioni ho amato premettere alla descrizione de* monumenti raccolti
nel presente volume , le quali potran servire di un qualche supplemento a ciò che nella
prefazione del precedente ho toccato de bassilìrievi in generale . il lettore che va in cerca
della erudizione la troverà abbondante e non comune in siffatti lavori d' antica mano ,
lo studioso che ha trasporto per le belle arti non s incontrerà forse in alcun pezzo che
non /' istruisca , 0 non lo diletti. Il carattere della bellezza non si disgiunge mai
dalle arti del Greco gentilesimo , sian pur esse assievolite dalla decadenza , sian pur esse
impiegate in oggetti i più tristi ed aborriti dalla umanità.
[1] Morcelli de stisìo Inscript. pag. 113. 114. [3] Inscript. cap. r. n. 15. pag. 63.
[2] Misceli, pag. 24. [4] Pag. 341. 347. a.
Tom.F. b 2. 1MTRI-