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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0093
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258

Capo VII. - Daniele



pecora sulle spalle e Daniele fra i leoni, che Costantino fece
i-Misere nella sua capitale sulle fontane pubbliche. '

i. Le sculture con Daniele fra i leoni sono meno antiche
delle pitture, perchè il gruppo d'una figura umana fra due
belve si prestava poco per le fronti ordinarie dei sarcofagi,
richiedendo troppo spazio. Difatti
su un frammento dell'angolo sini-
stro d'un sarcofago del Museo di
S. Callisto uno dei leoni fu relegato
nel fianco migao(tat>.CLXXXXlV,
g; fig. 162), La più gran parte sono
dell'era della pace, poche del se-
colo tu, nessuna del 11 secolo. Quelle
il solo profeta fra ì



1 pò



: i leoni, obliando
iLambunt indomiti
alluminili. [ Astant

niformi. Eccettuando
sulture di Ravenna, quella ili Mas-
L'Ai» (to'. LXV, 5) ed una inedita
del Museo di Napoli (t*>. CLXIV,
5), Daniele è sempre nudo, come sulle pitture. Una qual-
che varietà risulta soltanto dal vario modo di rappresen-
tare i leoni, che, secondo l'espressione di s. Gregorio
Nazianzeno, Daniele ■ dominò con l'atteggiamento delle
mani espanse (in forma di croce) • !. Prudenzio poi de-
scrive, nel suo linguaggio poetico.
la loro ferocia, diventarono
virum leonts | intactumque Dei
cominus et iubas reponunt | mansucscit rabies, fameque
blanda | praedam rictibus amhit incruentis » \

2. Più varietà offrono le sculture che, accanto a Daniele,
mostrano il profeta Abacuc, recante il cibo, e l'angelo, o Dio
stesso, che lo depone nella fossa dei leoni. Del secondo caso
abbiamo i! campione più perfetto nel « sarcofago dommatico "
(tao. LXXXXVI).

Su questo sarcofagi 1 e sulle sculture che sono di conser-
vazione buona, il cibo consiste di solito in uno o più pani
crocesegnati, ai quali a volle è .ingiunti! il pesce. Uno degli
esempì più interessanti si trova sopra un sarcofago del Museo
di Arles {luv. CXXII, 3). Attesa la sua importanza, presen-
tiamo a tav.CLXXXVII, 12, una copia separata della scena.
A proposito dei due particolari, già il Le Ulani emise l'opi-
nione 11 que l'artiste a voulu esprimer incidemment que Ics
vivres apportés au prophète symboliscnt I'eueharistie » '. Ed
ha perfettamente ragione: i! personaggio sacro (acefalo), a
sinistra, offre un pane crocesegnato; quello a destra, che e
barbato, un pesce. Che l'uno degli offerenti (probabilmente
quello barbato) sia Abacuc, sembra fuori di dubbio; l'altro
sarà l'orse l'angelo, e perciò imberbe.

Notissima poi è la scena scolpita sul fianco sinistro d'un
sarcofago del Museo di Brescia (fini. CCl'l/l, io): dal firma-



ij. .ito*. ii:Migni

7-Si: MlONE, P. /...
r-66. col. 815; Due

mento, indicato da sette stelle, sporge la mano dell'angelo, la
quale, afferrando per i capelli Abacuc che reca il piatto eoi
pane e col pesce, lo porta attraverso gli spazi e lo depone nella
fossa dei leoni dove il servo di Dio offre a Daniele il cibo.
Simile immagini- stava l'orse dinanzi al pensiero di Prudenzio
quando compose l'inno « posi cibum » testé citato. Solo il
recipiente è diverso: sulla scultura Abacuc porta un piatto,
mentre il poeta parla d'un « canistrum ■s, pensando, come
sembra, a quelli ripieni dei « bona Christi -, rimasti dalla re-
fezione miracolosa delle turbe, simbolo eucarìstico. Egli pone
difatti in bocca a Daniele, riconfortato dal cibo, la parola
■Amen -, nota risposta alle parole: caro Christi e ■ san-
guis Christi , che il diacono pronunziava dispensando la
comunione ai fedeli: « His sumptis Danìelus excitavit in
caelum faciem cihoque fortis Amen reddìdit, Halleluia
dixit »'.

3. Quanto fosse conosciuto il significato eucaristico del
cibo offerto a Daniele, si desume da un monumento della
prima metà del secolo ili, cioè dal sarcofago di Velletri, sul
quale Abacuc ha preso due pani, in ciascuna mano uno, dai
canestri della moltiplicazione miracolosa, per portarli alla
fossa dei leoni. E vero che questa rappresentazione ha fuorviato
più di un archeologo, come ho mostrato altrove. Ma ai cri-
stiani antichi, imbevuti di simbolismo, tale composizione
dovette riuscire di facile e gradevole intendimento.

Una scultura frammentaria del Museo di S.Callisto, che
potrebbe essere ancora del secolo iti, ci mostra Abacuc che
porta nella destra un canestro, eoli tenente due pani crocese-
gnati, e con la sinistra aperta fa il gesto d'invito diretto a Da-
niele, come per dire: «Sumas laetus... | iibensque carpas, |
quae summus Pater angclusque Christi I mittunt liba libi
sub hoc periclo » '. I! gruppo di Daniele coi leoni era sepa-
rato dalle scene vicine, come sul e sarcofago dominatici
per indicare iì » lacus leonum » (lav. CCV1H, S).

4. Raramente Abacuc è vestito di tunica e pallio, corr
personaggi sacri; più spesso indossa la semplice tunica cinta
del servo, manicata o esomide. In quest'ultima lo vedemmo
sul sarcofago di Velletri, e Io vediamo anche sopra un fram-
mento forse inedito del Museo civico di Parenzo (lav. ri/., 9).
Fra i rari esempi di Daniele vestito, quello precostantiniano
del magazzino di Napoli ha un interesse speciale, purché
l'artista l'ha vestito di tunica e pallio, ma gli ha dato scarpe
e non sandali, per disti ri L[uei In dai pi T.-amagLsi sacri del Nuovo
Testamento, come per la stessa ragione l'artista spagnuolo
negato i sandali ai seniori e a Daniele.

Ricordiamo da ultimo un Daniele vesi
e scarpe, che in luogo della « imago clipeat
d'un sarcofago a cinque scompartimenti d'i
(tao. CLXVJ, 3); probabilmente è ance



1 occupa il centro
la chiesa di Lucca
a del secolo 1
 
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