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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

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https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0477
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D EC IMO S ETT17140.

LXXVIII.
Spira spiriti maschi il nobil volto:
Mostra vigor più che viril lo sguardo.
Là configea i Normanni, e 'n fuga volto
Si dileguava il già invitto Guiscardo.
Qui rompea Enrico il quarto: ed a lui tolto
Offriva al tempio imperiai stendardo:
Qui riponea il Pontefice soprano
Nel gran soglio di Pietro in Vaticano.
LXXIX.
Poi vedi in guisa d'uom eh' onori ed ami ,
Ch'or l'è al fianco Azzo il quinto, or la seconda
Ma d'Azzo il quarto in più felici rami
Germogliava la prole alma e feconda.
Va dove par che la Germania il chiami
Guelfo il figliuol, figliuol di Cunigonda :
E 1 buon germe Roman con destro fato
Ev ne' campi Bavarici traslato.
LXXX.
Là d'un gran ramo Estense ei par eh' innesti
L'arbore di Guelfon, eh'è per se vieto.
Quel ne' suoi Guelfi rinnovar vedresli
Scettri e corone d'or, più che mai lieto :
E col favor de' bei lumi celesti
Andar poggiando, e non aver divieto.
Già confina col ciel, già mezza ingombra
La gran Germania , e tutta anco l'adombra,
LXXXI.
Ma ne' suoi rami Italici fioriva
Bella non men la regal pianta a prova j
Bertoldo qui d'incontra a Guelfo useiva:
Qui Azzo il sedo i suoi prisehi rinnova.
Qiiesta è la serie degli eroi, che viva
Nel metallo spirante par si mova.
Rinaldo sveglia in rimirando mille
Spirti d'onor dalle natie faville.
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