DE LARCHITBTTVRA
U eosa infinita è uìiomamet6,esemprene ì piccioli tetti
pijpare chesìposii aggiugnere alcuna cosa, egiudicash
che ui debba essere aggiuntala io contenderò quei,che
hauuto riguardo à la grandezza de la città, non debbo'
iono esser maggiori, essitacemi lasircma grandezza &
tetti. Qye&o voglio tuttduia chesia ne i tetti,che oiffl*
queguarderai' .sinito le cofe tali, che non pofiiageuohnW
te giudicare sé l ingegno e la mano de gli artefici,c lo fa
dio di cittadini ad apprestare, e mtniilrare le cose rare
e degne sìa fiato maggiore, e sé uagliono piti a la bclH*
za er ai decoro, che à la perpetuità . Al che commaii'
do, che in ogni sabrica, majsiecialmcnte ne l'edisicare i
tempij sommamente si tenga l'occhio . Per che saine*
itieri che tante ssiese siano ben fortisicate contro og'"
sinifiro auenimento,acciò che nonperifeano. Giudichi*'
moctiamdio lantichità donare à i tempij maggior^
do,che ogni dignità d'ornamenti. Ma gli antichi aw"
ti da la dottrina de Toscani, giudicarono che non si si*
cesse à tutti i Dei i tempij iti qualunque luogo. Perct0.
che asfermarono che fisacejsero ne la città i tepij à scl
Dei,che à la pace à la pudicitia, ejàle buone arti eri"
no preposei, e suori de le mura à quelli che muoueano "
lutta.guerre e risse,come Venerc,Marte Vulcano. Ver
Gioue e Mincruajquai dicea Platone ejsertuttori de
citta,mettcano nel mezzo de Li terra e ne la roccX- "
Lide Bea de gli artefici, e Mercurio,.<t cui sacrisican0 .
Maggio i mercatanti,^ iside uteino alsoro.Nettun0
htto del mare, e Giano ne gli alti monti. Ad E/ì'Wrfr.
ne l'isola Tiberina posero il tempio, auifmdofi, c"c°.,
infami principalmente hauessero d'acqua bisogn°- pl
U eosa infinita è uìiomamet6,esemprene ì piccioli tetti
pijpare chesìposii aggiugnere alcuna cosa, egiudicash
che ui debba essere aggiuntala io contenderò quei,che
hauuto riguardo à la grandezza de la città, non debbo'
iono esser maggiori, essitacemi lasircma grandezza &
tetti. Qye&o voglio tuttduia chesia ne i tetti,che oiffl*
queguarderai' .sinito le cofe tali, che non pofiiageuohnW
te giudicare sé l ingegno e la mano de gli artefici,c lo fa
dio di cittadini ad apprestare, e mtniilrare le cose rare
e degne sìa fiato maggiore, e sé uagliono piti a la bclH*
za er ai decoro, che à la perpetuità . Al che commaii'
do, che in ogni sabrica, majsiecialmcnte ne l'edisicare i
tempij sommamente si tenga l'occhio . Per che saine*
itieri che tante ssiese siano ben fortisicate contro og'"
sinifiro auenimento,acciò che nonperifeano. Giudichi*'
moctiamdio lantichità donare à i tempij maggior^
do,che ogni dignità d'ornamenti. Ma gli antichi aw"
ti da la dottrina de Toscani, giudicarono che non si si*
cesse à tutti i Dei i tempij iti qualunque luogo. Perct0.
che asfermarono che fisacejsero ne la città i tepij à scl
Dei,che à la pace à la pudicitia, ejàle buone arti eri"
no preposei, e suori de le mura à quelli che muoueano "
lutta.guerre e risse,come Venerc,Marte Vulcano. Ver
Gioue e Mincruajquai dicea Platone ejsertuttori de
citta,mettcano nel mezzo de Li terra e ne la roccX- "
Lide Bea de gli artefici, e Mercurio,.<t cui sacrisican0 .
Maggio i mercatanti,^ iside uteino alsoro.Nettun0
htto del mare, e Giano ne gli alti monti. Ad E/ì'Wrfr.
ne l'isola Tiberina posero il tempio, auifmdofi, c"c°.,
infami principalmente hauessero d'acqua bisogn°- pl