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IL SEPOLCRETO VISENTIM) DELLE "BITCACCE,,

PARTE PRIMA

LE TOMBE E I MOBILIARI FUNEBRI

Il territorio dell'antica Visentium, poco lontano
dalla odierna graziosa cittadina di Capodimonte a
specchio del lago di Bolsena. ha rivelato fra il marzo
ed i primi di aprile del decorso anno 1911, improv-
visamente, un importantissimo gruppo di sepolcri ar-
caici, le cui numerose, ricche e svariate suppellettili
gettano nuova luce sulla civiltà delle popolazioni me-
ridionali dell' Etruria, e specialmente di quelle stan-
ziate nella vasta e fertile conca volsiniese, tntt'intorno
alle rive dello storico lago, nel tempo del loro primo
contatto con gli Etruschi venuti d'oltre mare.

Prima del 1885 tutti ignoravano che sul versante
occidentale del lago di Bolsena fosse fiorita una ricca
città all'inizio dell'età del ferro. Fino allora il nome
dell'antica Visentium, rimasto pur sempre inerente
alla località che ne costituiva il territorio e che ora
è compreso tutto in una vasta tenuta dell'avv. Na-
poleone Brenciaglia, era ricordato più per tradizione po-
polare che non dalle fonti classiche, essendo esso ignoto
perfino ai tardi itinerari romani. Il solo Plinio (') ri-
corda il nome degli abitanti, ma non dà indicazioni
precise sul luogo della città. Altri scarsi ricordi di

Visentium e dei Visentini possono trarsi dalle iscri-
zioni latine venute fuori da quel territorio (1); da esse
sappiamo che la città apparteneva alla tribù sabatina
e che il comune era retto da duoviri iure dicundo.
Ma tali notizie scarse e frammentarie non ci illumi-
nano intorno alla vita della città, la quale dovette
raggiungere la fase culminante del suo sviluppo in
tempi assai antichi, come si può desumere dai sepolcri
e dagli oggetti di corredo funebre raccolti nella sua
vasta necropoli. È ad ogni modo certo che essa con-
tinuò una vita stanca ed oscura sotto il dominio ro-
mano, quando invece la vicina Bolsena — sulla riva
opposta del lago — raggiungeva il massimo del suo
splendore e teneva la supremazia su tutti gli altri
paesi rivieraschi.

Dell'ultimo periodo della sua esistenza non resta
che una incerta testimonianza diretta negli scarsi e
sparpagliati ruderi a fior di terra dei fabbricati urbani,
su una collinetta a poca distanza dal lago, sulla quale
doveva sorgere la Visentium dei tempi romani.

Fu appunto nell'anno 1885 che il noto raccoglitore
di oggetti antichi, cav. G. Paolozzi di Chiusi, prese

(') H. N., 3, 5, 52.
Monumenti Antichi — Vol. XXI.

(') C. I. L., XI, I, nn. 2909-2924.

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