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GLI HO R RE A A G RIP PIANA

E LA DIACONTA DI SAN TEODORO

Nel 1912 Giacomo Boni ripreso lo scavo, clic egli
aveva iniziato qualche anno prima, del terreno limi-
tato a, nord (1j dal così detto Tempio di Augusto e da
S. Maria Antiqua, a est dal Clivus Victoriae, a ovest
dalla via di S. Teodoro, che corre sull'andamento del
Vicus Tuscus, a sud dalla, moderna strada di accesso al
Palatino, la quale è tangente alla chiesa di S. Teodoro.
(Tav. I e II e fig. 2).

L'area di circa mq. 1500 fu liberata fino al piano an-
tico dalle terre di scarico che vi si erano accumulate;
tornarono così in luce cospicui avanzi di antiche co-
struzioni e precisamente la più ampia delle tre cohortes
degli horrea rappresentati nei frammenti 37 e 86 della
Forma Urbis severiana (fig. 1) (2).

Quando le sezionalo restituzioni dei ruderi scoperti
saranno condotte a termine e pubblicate, riusciranno
del più grande interesse per la conoscenza particola-
reggiata dell'edificio, che ormai è l'unico del suo ge-
nere a Roma (3). Intanto sarà opportuno, come studio
preliminare, raccogliere e dalle fonti scritte e dalla
ispezione dei ruderi tutti quelli elementi che ci aiutino
a investigare l'origine e a determinare le vicende di
questi horrea.

(3) Indico l'orientazione in modo approssimativo.

(2) Pubblicati separatamente dallo Jordan, Forma Urbis,
ai mi. citati ; ricongiunti poi dal Lanciani, vedi la nota 1 alla co-
lonna seguente.

(3) Tutti gli horrea, ritrovali fra l'Aventino e il Tevere,
sono andati distrutti por la costruzione del nuovo quartiere del
Testaccio.

E anzi tutto occorre risolvere la questione del nome
che ad essi spetta; questione che esaminando le fonti
non esiste ma che è stata creata da studiosi recenti, i
quali quelle fonti non hanno adoperate con retto criterio.

E pure aveva visto giusto il Lanciani, quando,
ricongiunti i citati frammenti della Forma Urbis seve-
riana, aveva riconosciuto nell'edificio, rappresentato
fra il Clivus Victoriae e il Vicus Tuscus, degli horrea a
tre cohortes e questi aveva identificati con gli Horrea
Agrippiana,registrati nelCuriosum alla regioneVIII^).

Ma il Richter non tenne conto della identificazione
del Lanciani nò per il nome nò per il sito: e collocò gli
Horrea Agrippiana et Germaniciana (secondo la deno-
minazione della Notitia) nelle vicinanze della Statici
Annonae (2) ; situazione errata perchè questa era
compresa nella regione XI e gli horrea nella Vili.

L'Hiilsen accettò l'identificazione topografica, del
Lanciani ; ma anch'egli indicò gli horrea col doppio
nome : Germaniciana et Agrippiana (3).

Finalmente lo Schneider trattò l'argomento in due
articoli speciali : uno prima e uno dopo lo scavo del
1912 (4). Egli tende a corroborare la identificazione

(*) Lanciani, Di un frammento della pianta marmorea se-
veriana rappresentante il clivo della Vittoria e il vico Tasca, in Bull,
ardi, coni., 1885, pp. 157-160.

(2) Richter, Topographie der Stadi Kont-, pag. 11)8.

(3) Htilscn, Foro Romano, pag. 153.

(4) G. Schneider-Graziosi, La identificazione topografica
degli Horrea Germaniciana et Agrippiana, in Bull. ardi, com.,
1911, pp. 158-172: Genius Horreorum Agrippìanorum, in Ball,
ardi, com., 1914, pp. 25-33.
 
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