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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0079
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CAPO I.

ACCERTAMENTI PRELIMINARI
SULLE RAPPRESENTAZIONI DEL BUON PASTORE.

3l battesimo cui tendeva la catechesi, è la porta
', per la quale si entra nella Chiesa che, da madre
' affettuosa, conduce i suoi figli alla felicità eterna.
! Perciò gli artisti che hanno rappresentato la
scena della catechesi non mancarono mai di esprimere in
qualche modo lo scopo finale del battesimo. L'immagine
prelibata fu quella del Buon Pastore il quale inizia, per cosi
dire, la vita beata del fedele defunto. Di questa immagine
oltremodo cara ai primi cristiani tratteremo nel presente libro.

Un popolo di pastori, come quello degli Ebrei, era di
natura sua portato a paragonare con pastori e gregge pre-
positi e sudditi. Questo linguaggio simbolico è difatti ovvio
negli scritti del Vecchio Testamento e s'incontra specialmente
nei testi messianici. Anche nel Nuovo Testamento è assai
familiare. Il Signore stesso dette pure qui l'impulso, chia-
mandosi di preferenza « pastore » ed illustrando, con tale
immagine, il suo amore verso Ì piccoli, verso i peccatori
penitenti e verso tutto il genere umano'. Egli è il pastore
che pasce le sue pecore sui monti e nelle pianure; egli cerca
la pecora smarrita e non si dà pace finché non l'ha trovata e
riportata sulle spalle all'ovile ; egli è sopratutto il « Buon
Pastore « che ama le sue pecore, le difende dal nemico e
dà la vita per esse.

Questo simbolismo assunse presto proporzioni vastissime,
non rimanendo, come vedremo, limitato soltanto al Cristo.
Esso entrò di buon'ora nella letteratura ecclesiastica. Già
il principe degli apostoli chiama Cristo « princeps pasto-
rum », àpxnroiftriv * ; l'autore del Martyrium s. Polycarpi,
itoiph" i"i}s «arò rhy oiVouueVijv KaBoXiKtjs ÌKK?ijj<rlas , e Clemente
Alessandrino compose un inno in onore del Salvatore,
ùpvos to5 aaTÌipos Xpitnov. in cui fra le numerose immagini

ricorre anche quella del Troipìiv àpvSv &atn\uc<òv, « pastore
del regio gregge»4. S. Abercio finalmente è fiero d'essere
padi/T'ls KOtpévos ayrov. Ss 0óaKet wpo^driav àjéAas opeertv
neèiois re órj>Ba\povs Ss éyei peydXovs iravrii KaBopàvTas5,
e sopra una lapide cimiteriale del Museo delle Terme
vediamo accanto al Buon Pastore colla pecora sulle spalle
la lettera A dentro una fi più grande, cioè ìloiptiv àyvós.
Pastore immacolato ''.

Ma la più grande importanza ha il Buon Pastore nel-
l'arte. Le pitture e le sculture che lo ritraggono sono molto
numerose e molto antiche. Quelle cominciano col secolo I,
queste col II. Noi dobbiamo occuparci ora soltanto delle
sculture. Prima di intraprendere le ricerche, bisogna pre-
mettere una Nota preliminare sulla differenza fra « pastori
barbati » e «pastori imberbi ».

Una sessantina d'anni fa, il domenicano P. Mulooly,
tanto benemerito per gli scavi nella basilica sotterranea di
S. Clemente, trovò un notevole torso della statua d'un
pastore barbato, con avanzi d'una pecora sulle spalle. Ne fece
eseguire una ricostruzione in gesso, che insignì delle parole
esplicative: petrvs pastor bonvs. Questa iscrizione sem-
brò agli archeologi di professione una tale stranezza, che
nessuno ne tenne conto. Si continuò a prendere la statua
per quella di un < Buon Pastore barbato ». Debbo confessare
che anch'io fui del numero; anche a me pareva un fatto
stabilito che gli artisti antichi vollero rappresentare il solo
Pastor Bonus, dandogli, per puro gusto di variare, ora la
barba, ora un volto giovanile. Soltanto l'interpretazione dei
due tipi riuniti e contrapposti l'uno all'altro su un mede-
simo monumento, specie sui sarcofagi a cinque scomparti-
menti, non mi soddisfaceva del tutto e mi lasciava nel
dubbio '.

i Min., 18, 12-14; Lue, 15, 3-7; Giov., io, 1-16.

: Pelr,, 5, 4; cfr. 2, 25; Htbr., 13, 20.

1 C. 19: Funi;, Opera patrum «post., I, 304,

1 ClEM. Alkk- in fine »' paeitug.: MlCNE, P. C, S, 681; Stiihlin I, agi,

■■ De Rossi, laser, chrtit., Il, 1, p. xvil. Questo passo trova una bella illu-

e ne! famoso mosaico del Mausoleo di Galla Placidia. Vedi WlLPERT,
Malereien urid Mosuìken, tav. 48.

■■ WlLPERT, Fraetio pariti, 109, fig. 18.

1 Interpretando l'opinione di molli dotti d'allora, R. Grousset (Inc. cit.,
p. 23) vide nella immagine del pastore barbalo una degenerazione » dovuta
 
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