Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0123
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
INTRODUZIONE

Nel valutare i meriti dei due Principi degli apostoli,
molti dotti, specie quelli insigniti dei gradì accademici, sono
troppo facili ad esaltare Paolo, uomo versato nelle scienze,
e a deprimere Pietro, semplice pescatore, privo dì cultura
letteraria. È vero che già presso gli scrittori antichi Paolo
è il doctor geiitì'um; ma è vero altresì che già presso di loro
Pietro occupa il primo posto. Prudenzio, per citarne qui
uno, mentre a Paolo dà il titolo di « vocator gentium »,
riserva per Pietro la « prima cattedra » e le « chiavi ■;

llic nempe iam regnarli duo

Apostatar arti principes.
Alter vocator gentium,
Alter calhedram possidens
l'rìmam, recludit creditas
Aetermtatis ianuas.

Quanto poi al linguaggio dei monumenti, o per lo meno
delle sculture, oggetto del presente studio, esso non am-
mette nessun dubbio sulla priorità di Pietro. Se si eccettua
un interessante coperchio di sarcofago 2, Paolo è nel periodo
precostantiniano figura ignota; soltanto nel iv secolo diviene,
nella scultura romana, soggetto principale, s'intende, di due
scene: la decottatio e la cattura, composta, questa, ad imita-
zione della (prima) cattura di Pietro allora già da oltre un
secolo solita ad essere rappresentata; e della decollatili si
conoscono fino ad oggi sette esempi, due della cattura, l'uno
dei quali da me supposto. In Gallia poi si aggiungono ancora
tre altre scene, forse d'importazione romana, ciascuna effi-
giata una volta: l'arresto fatto da un ebreo in presenza di
Tecla, l'apparizione di Cristo all'apostolo e la lapidazione
{taw. XVI, 3 e XXXIII, 3) *■

Di Pietro ho potuto constatare niente meno che venti-
sette scene 4; e di una di queste, del battesimo di Cornelio,
esistono più che centoventi esempi, circa sessanta della
prima cattura, una settantina dell'annunzio della negazione
e altrettanti delle scene pastorizie. Tutte queste rappresen-
tazionì appartengono al secolo li quando non vi era ancora
nessuna traccia di Paolo. Cosi questi apparisce appena
nella scultura precostantiniana; le scene di Pietro, al con-
trario, vanno sempre aumentando. Di più, vedremo su
molti sarcofagi un vero parallelismo fra le scene di Pietro
e di Cristo.

Questa sproporzione fra i due Principi degli apostoli
espressa nei monumenti antichi sorprende a prima vista,
ma si spiega facilmente, quando si pensa alla relazione che
correva fra il divin Maestro e Pietro, suo vicario ".

Con tutto ciò, non occorre dirlo, era lontana dagli artisti
romani l'idea di abbassare come che sia la grande figura di
Paolo. L'intenzione loro fu di porre in piena luce, quasi
in segno di gratitudine, le benemerenze del Principe degli
apostoli verso i Romani: per fondatore, per primo vescovo
della Chiesa di Roma essi non conoscono che Pietro; que-
sto solo porta, al pari del Buon Pastore, la pecorella smarrita
sulle spalle; a Pietro, prima di salire al cielo, il Signore dà
la legge e lo istituisce suo successore; Pietro solo insegna la
legge, e, mentre la insegna, viene catturato da due guardie
e suggella la sua dottrina col suo sangue, sparso sulla croce.
Il successore di Cristo diventa cosi anche il suo imitatore
perfetto, salendo come lui sul legno infame del patibolo.
Ecco perchè Pietro fu tutto per gli artisti romani; ecco
perchè Paolo e gli altri apostoli passarono necessariamente
in seconda linea.

1 Perhteph., 2, 459 segg: Migne, P. £., 60, 324.. Vedi anche Vn
Fortunato, Misceli., 3, 7: Migne, P. L., 88, 126.
' Riprodotto a tav. X, 3.

' Le Blant, Gante, taw. XI, 3; XIV, 1; Garrucci, i

' Le scene apocrife som- escluse da questo numero.
:' La parola è antica, come si vedrà più oltre.
 
Annotationen