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https://doi.org/10.11588/diglit.1427#0175
Tr. DB l'a r: C H I T E T T Y R A
riamente jì debbono di/porre, quando che non potrai ne
monti rotondai quadrata dissegnarla,come più tisareb
bea grado,come nel pianò faretti. Bia/ìmarono gli and
chi Architetti i cantoni à cingere lepicciok terre ,pct
che a, nemici più toRo,che àgli habitatorisonoinsauo*
re, che àso&enerc de le machine il battimento non sono
potenti. Et in uero i cantoni a sar e gli aguati, er à lan*
tiare le nrme à minici giouano,quando che pojsono tra*
fcorrcre,e dietro à quelli faluarft. Ma ne le città de moti
ti fono i cantoni cammodipue à le uiesuno opponi. Ve*
rofa città celebre,che come le dita duna manoslesa, por-
ge uerfo e celli i borghi, non concede, che ui s'appresi
con grande efserato il nimico , il quale come sé haucjsi
trouatouna rocca, le arme e [empito de chi usassefuo*
ri non potrebbe sojìenere. Adunque non circondano in
ógni luogo le città à la mede/ima guifa. Dicono sinalnteti
te gli antichi che non fi faccia la città ò la nane vi tati*
ta grandezza .che per esser nota uacille, o essendo pie^
nonsostenga il pefo. Alcuni per chesujse più fìcura , ^
secero slretta,altreJ}>crando meglio, di più larghi $■*$
fi dilettarono-Altri sorsè à la fama, che gli feguiuaheb*
bero rijpetto.lo ne le antiche hfeorie leggo, che la cifm
del Sole da "Bufìride edisicata,e chiamata Thcbesu Ut*
ga léo.fìadij. Nlensiti iso.uabiloma 3 so. Niuiue 48°'
Rinchiuscro alcuni tanto sbacio,chc tra le mura il uiuc*
re de cittadini ogni anno nifi raccoglieua . Io però lodo
l'antico prouerbio che dice. Facciasi il tutto senza man*
camento alcuno, e sé pure in una parte fi d'ebbe peccare
facciasi la città più tofto in colai guifa, che de cittadi^
il crefeiuto numero pofsa capirebbe quella che nonp'10
da
riamente jì debbono di/porre, quando che non potrai ne
monti rotondai quadrata dissegnarla,come più tisareb
bea grado,come nel pianò faretti. Bia/ìmarono gli and
chi Architetti i cantoni à cingere lepicciok terre ,pct
che a, nemici più toRo,che àgli habitatorisonoinsauo*
re, che àso&enerc de le machine il battimento non sono
potenti. Et in uero i cantoni a sar e gli aguati, er à lan*
tiare le nrme à minici giouano,quando che pojsono tra*
fcorrcre,e dietro à quelli faluarft. Ma ne le città de moti
ti fono i cantoni cammodipue à le uiesuno opponi. Ve*
rofa città celebre,che come le dita duna manoslesa, por-
ge uerfo e celli i borghi, non concede, che ui s'appresi
con grande efserato il nimico , il quale come sé haucjsi
trouatouna rocca, le arme e [empito de chi usassefuo*
ri non potrebbe sojìenere. Adunque non circondano in
ógni luogo le città à la mede/ima guifa. Dicono sinalnteti
te gli antichi che non fi faccia la città ò la nane vi tati*
ta grandezza .che per esser nota uacille, o essendo pie^
nonsostenga il pefo. Alcuni per chesujse più fìcura , ^
secero slretta,altreJ}>crando meglio, di più larghi $■*$
fi dilettarono-Altri sorsè à la fama, che gli feguiuaheb*
bero rijpetto.lo ne le antiche hfeorie leggo, che la cifm
del Sole da "Bufìride edisicata,e chiamata Thcbesu Ut*
ga léo.fìadij. Nlensiti iso.uabiloma 3 so. Niuiue 48°'
Rinchiuscro alcuni tanto sbacio,chc tra le mura il uiuc*
re de cittadini ogni anno nifi raccoglieua . Io però lodo
l'antico prouerbio che dice. Facciasi il tutto senza man*
camento alcuno, e sé pure in una parte fi d'ebbe peccare
facciasi la città più tofto in colai guifa, che de cittadi^
il crefeiuto numero pofsa capirebbe quella che nonp'10
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