IIIU lavoro che intraprendiamo arriderà forse chiunque., cupido
iW’ del bello, sa quanto maraviglioso sia stato a disvelarne le più
care sembianze il possente scarpello di Canova. Questi, per
consenso universale, è il solo che nella statuaria fé’ rifulger la luce
deir arte greca, il solo che rianimò i marmi dopo essere statiinsensibili
e muti da che Fidia e Policleto cessarono di aver un emulo in
Michelangiolo.
Nella collezione de’ rami di Réveil cementata da Latouche, prima a
vedersi è la immagine di Canova tratta dal busto in cui il grande Statuario
effigiava sè stesso, dopo eli ebbe più dì un pennello tentato invano di ritrarlo
al vivo. Ciò è ben conveniente: ab Jove principimi!. Noi non ometter em dunque
questo capolavoro, ma siccome ci siamo avvisati terminar l’opera presente con la
biografia dell' Autor e, così quel disegno comparirà annesso all’ultimo fascicolo
per allogarsi poi a capo del primo. Di tal divisamente ci sapranno grado coloro
che con noi pensano dipender la vera conoscenza della vita d’un artista