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Canova, Antonio [Mitarb.]; Réveil, Achille [Ill.]; Anzelmi, Domenico [Bearb.]
Opere Scelte Di Antonio Canova — Napoli: Stabilimento Tipografico Di C. Batelli E Comp., 1842

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https://doi.org/10.11588/diglit.62665#0198

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od 106 Do

Ponghiamo che questo mausoleo non fosse dedicato ai mani di bella e
virtuosa principessa, e che il guardasse un uomo alieno dai nostri costumi, dalle
nostre leggi e dalla nostra fede. Ei vi si affiserebbe mesto e pensoso, e sedotto,
non dalla magnificenza ma dalla pietà tutta pura diffusa nel marmo, crederebbe
che tanto affetto palpitar non poiria su la pietra, se palpitalo prima non avesse
assai in coloro ch’erger la vollero, in colui che vi soffiò la vita.
Sussiste, a detta di scrittori che ci precessero in tal fatica, un programma,
un disegno, una terracotta attestanti esser questa composizione d’ordine del
veneto cavalier Zulian destinata al principe della scuola veneziana di pittura.
L’insieme de’due modelli è lo stesso: la differenza sta nelle parli. In mezzo
al medaglione sarebbesi ammirata la virile sembianza del principe dei
coloristi; ed in luogo de’miti geni ch’entrano processionalmente nella tomba
vedremmo le Arti in alti diversi render omaggio a chi tanto di lor meritava.
Sarebbevi rimasto il genio mesto e‘l leone dormiente, ma quello come simbolo
dell’ingegno plorante e questo com’emblema della Donna dell’Adria. Morto lo
Zulian e con esso mancata la speranza d’arricchir Venezia d’un sì grande
capolavoro, ne fu serbala gelosa l’idea felice, finché la egregia figlia della
immortai Maria Teresa d’Austria, l’arciduchessa Crisiina, che avrebbe meritato
d’esser principessa, se tal non fosse nata, mancò all’ammirazione delle genti ed
all’amore deH’ollimo sposo. Era questi il duca Alberto di Sassonia, al quale
Canova temprar seppe un dolore cui non avrebbe addolcilo l’acquisto d’un
impero. Il vedovo inconsolato chiedeva al Fidia italiano quanto l’arte di lui
avesse di più toccante e sublime, e quanto chiedeva ei n’ebbe. Cosi la chiesa
degli Agostiniani di Vienna vide sorgere nel suo recinto de’marmi degni del
Partenone, e intorno a’quali il più cavilloso livore, la calunnia più impudente
tacquero vinti e stupefatti. Parve il monumento a tutti qual il disse lo storico
della scultura: nuovo nella invenzione; spirante una dolce mestizia; vario nei
soggetti ; oltremodo commovente.
Oltre il Cicognara, illustraronlo con dotte prose Gherardo de Rossi e
l’archeologo Vandervivere; fu soggetto di eleganti monografie di gazzette
 
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