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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 1.1895

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Fasc. IV
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Baudi di Vesme, Alessandro: Matteo Sanmicheli: scultore e architetto cinquecentista
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https://doi.org/10.11588/diglit.19207#0297

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288

YI.

Nello stesso Archivio esiste pure un atto rogato il 25 agósto 1516 da Lazaro Castello
notaio in Casale. Da esso appare che in quel giorno Margherita, vedova usufruttuaria del ma-
gnifico Giovanni Michele dei nobili di Yalmacca, presentò agli eredi una nota di spese fatte
in occasione della morte del marito, nella quale nota si legge fra l'altre cose che ella «exbur-
savit magistro Mathie picapetre prò epitaphio prò domino Constantino » (l'erede principale)
« ut constat ex apocha scripta et subscripta per ipsum dominum Constantinum, et hoc prò
parte solutionis ipsius magistri Mathie» (manca la somma); « Item exbursavit supradicto
magistro Mathie prò resto et integra solutione supradicti epitapliii et monumenti, scuta
quatuor ».

La tomba di Giovanni Michele di Yalmacca fu distrutta quando fu rasa al suolo la chiesa
di San Francesco, in cui si trovava. Il Morano 1 ci tramandò il testo della lapide:

IOANNES MICHAEL VALMACE CONDOM1NVS
CABALIATE COMES, ILLVSTRISS. IOANKIS GEORGI!

MONTISFERR. MARCIIIONIS GVBERNATOR, MER1TVS
IIONORIBVS, CVMVLATVS BONIS, PERPETVVM SVI
RELINQVENS DESIDERIVM, SENEX OBIIT, QVI V1VENS
NEC OPTAVI!1 MORTEM NEC HORRVIT. EIUS OSSA
MARGARITA CONIVX OPTIMA, POSTQVAM MORI
VISTA NON POTVIT, NEPOTESQVE FLENTES HOC
TVMVLO QVOD SIBI ET SVIS FACIEBAT COMPOSVERVNT.

ANNO MDVIII.

Ma forse, contrariamente a quanto appare dall'iscrizione, la data 1508 è quella della
morte di Giovanni Michele di Yalmacca, e la lapide non gli fu posta che qualche anno più
tardi.

YIL

Abbiamo visto che la sola opera dello scalpello di Matteo che il Yasari ricordi è «una
onorata e bellissima sepoltura di marmo fatta in San Francesco » di Casale.

La chiesa di San Francesco, che ora più non esiste, fu rifabbricata nel 1340 sull'area di
altra più antica, indi dai principi Paleologi abbellita ed ampliata. 2 Nel coro e nel presbiterio
riposavano i corpi degli ultimi Paleologi, ma i loro tumuli erano semplici ed umili, come
quelli ch'erano lì collocati soltanto in via provvisoria e dovevano poi essere trasferiti nella
cappella maggiore di San Domenico allorché sarebbe stata messa in assetto.3 Uno solo 4 era
splendido per la materia e per il lavoro, quello della marchesa Maria di Serbia.

Costei, che uno storico contemporaneo chiama « bellissima et prudentissima »,5 era figlia

1 Memorie storiche di Casale Monferrato ; manoscritto
presso l'Archivio di Stato in Torino; t. V, pag. 355.

- Giuseppe De Conti, Ritratto della ■ città di Casale,
opera compilata nel 1794, e rimasta manoscritta. Ve
n'hanno parecchi esemplari, uno dei quali, assai scor-
retto, è alla Biblioteca del Re.

3 Cf. il mio articolo su Giovati Francesco Caroto alla

corte di Monferrato, in Archivio storico dell'Arte,

1895, pag. 35.

4 Un altro suntuoso monumento in marmo aveva la
chiesa di San Francesco, quello di fra Martino di San-
giorgio, generale dei Minori ; ma resta fuori di que-
stione se esso fosse del Sanmicheli, perchè fu «eretto
l'anno 1385 », come scrisse Giuseppe De Conti nel Ri-
tratto di Casale.

5 Cronaca del Monferrato, nei Monumenta Aquensia
del Morionpo, col. 240.
 
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