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FEDERICO HERMAN IN
nel chiostrino della Certosa di Pavia. Il Cassaniga è invece assai temperato nella rappre-
sentazione delle passioni, senza però riuscire freddo, perchè anzi sa dare alle sue figure
molta vita, la vera vita, senza esagerazione di sorta, sicché l'occhio si riposa volentieri su
quelle serene e quiete composizioni.
Nell'arca di San Donnino è specialmente bello, per naturalezza e verità, il rilievo del
IL PRESEPIO, DI GIOVANNI ANTONIO AMADEO
(Milano. Museo Archeologico)
martirio del santo cubiculario, ed è poi inutile spendere parole per descrivere la bellezza
dei rilievi del monumento di Stefano Brivio.
Nelle forme, ch'egli usa, il Cassaniga è però veramente lombardo, ed ha anzi molta ras-
somiglianza coll'Amadeo.
I corpi ossuti hanno le membra svelte e sono di statura media, la testa è talvolta so-
verchiamente grossa. Le estremità sono grandi e le mani specialmente hanno le dita lunghe
e stranamente ingrossate alla giuntura delle falangi; questo carattere è evidentemente comune
alle due opere; infatti si paragonino le mani di San Donnino, che toglie la corona dal
cofano, quelle di Massimiano in trono e del cortigiano che gli sta vicino, colle mani di Dio
FEDERICO HERMAN IN
nel chiostrino della Certosa di Pavia. Il Cassaniga è invece assai temperato nella rappre-
sentazione delle passioni, senza però riuscire freddo, perchè anzi sa dare alle sue figure
molta vita, la vera vita, senza esagerazione di sorta, sicché l'occhio si riposa volentieri su
quelle serene e quiete composizioni.
Nell'arca di San Donnino è specialmente bello, per naturalezza e verità, il rilievo del
IL PRESEPIO, DI GIOVANNI ANTONIO AMADEO
(Milano. Museo Archeologico)
martirio del santo cubiculario, ed è poi inutile spendere parole per descrivere la bellezza
dei rilievi del monumento di Stefano Brivio.
Nelle forme, ch'egli usa, il Cassaniga è però veramente lombardo, ed ha anzi molta ras-
somiglianza coll'Amadeo.
I corpi ossuti hanno le membra svelte e sono di statura media, la testa è talvolta so-
verchiamente grossa. Le estremità sono grandi e le mani specialmente hanno le dita lunghe
e stranamente ingrossate alla giuntura delle falangi; questo carattere è evidentemente comune
alle due opere; infatti si paragonino le mani di San Donnino, che toglie la corona dal
cofano, quelle di Massimiano in trono e del cortigiano che gli sta vicino, colle mani di Dio