Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Sirén, Osvald: Di alcuni pittori Fiorentini: che subirono l'influenza di Lorenzo Monaco
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0398
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
DI ALCUNI PITTORI FIORENTINI

343

« Ave Gratin Piena Dominus Tecum. An. Do. mccccxxxv ». Dal catalogo e da Crowe e Ca-
valcasene (voi. II, pag. 351), il trittico è attribuito ad Andrea.

Benché questo dipinto — di soli 15 anni antecedente la morte del pittore — non appar-
tenga alla prima attività di Andrea, non saprei con sicurezza indicare come ad esso ante-
riore nessuna delle altre opere non datate, poiché è impossibile determinare per mezzo dello
stile la cronologia dei dipinti di questo maestro il quale non ci mostra un proprio sviluppo
personale ma soltanto la successiva imitazione di diversi artisti. Ecco appunto un dipinto
del 1406-1410 che viene copiato -— cosa quasi incredibile — nel 1435! Non è tuttavia invero-
simile che le opere di Andrea nelle quali suppongo la collaborazione di Bicci di Lorenzo
appartengano già agli anni 1424 e 1425.

2. Firenze, Uffizi (Magazzino): Madonna Assunta. La Vergine, in bianco ammanto, siede
entro un’aureola portata da otto angeli: al di sotto, presso il sarcofago, San Tommaso ingi-
nocchiato riceve dall’alto la cintola. A destra vedesi San Francesco, a sinistra Santa Cate-
rina, sui pilastri della cornice sei Santi. La predella consta di tre scene principali: San Fran-
cesco che riceve le stimmate, la morte di Maria, il martirio di Santa Caterina; alla estre-
mità stanno due donatrici. In alto, negli angoli, due profeti ; nelle cuspidi, l’Annunciazione.
Iscrizione : « Andreas de Florentia mccccxxxvii ».

Questo dipinto, posteriore di due anni al precedente, mostra chiaramente l’influenza
dell’Angelico. Gli angeli e San Tommaso sono tolti fedelmente da figure dell’Angelico, nè è
improbabile che l’intera composizione sia stata ricavata da qualche opera di fra Giovanni
ora sconosciuta. Ci rimangono invece ancora le opere dell’Angelico che servirono di modello
ad Andrea per il Transito di Maria e per le Stimmate di San Francesco. La maniera di
Andrea apparisce specialmente nel viso e nelle mani di Santa Caterina, nello sforzo di
dare alla Vergine un aspetto spirituale. Il dipinto era un tempo a Cortona, in Santa Mar-
gherita, ove lo vide il Cavalcasene ; questi accenna anche ad un’ altra opera di Andrea,
firmata, rappresentante la « Conversio Constantini », che si trovava presso il signor Ramelli
a Fabriano: non sono riuscito a rintracciarla. Posso invece menzionare altre opere di Andrea.

3. Copenhagen, Kunstmusee (n. 160a): Madonna seduta su un basso cuscino, col bam-
bino che scherza giacendole nel grembo. Piccolo quadro nella maniera del precedenti.

4. Londra, Hampstead. Di proprietà del sig. Roger Fry, Esq. : Madonna col bambino.
Piccolo dipinto collocato in un bel tabernacolo antico e, come il precedente, tutto nella tra-
dizione dell’Angelico. In ambedue le opere la mano di Andrea si rivela nel viso contorto
della Madonna.

5. Prato, Pieve (Cappella dell’Assunta) : Tre affreschi, lo Sposalizio di Maria, il Martino
di Santo Stefano (fig. 3) ed il suo Seppellimento in San Lorenzo fuori le mura. Questi tre
grandi affreschi con numerose figure, alcune delle quali hanno vivaci movimenti, sono senza
dubbio le più importanti opere di Andrea. Probabilmente essi furono eseguiti circa a mezzo
il quarto decennio del XV secolo in prosecuzione degli affreschi già dipinti da un maestro
della scuola di Domenico Veneziano e del Pesellino.

, È noto che la decorazione della Cappella dell’Assunta consta di tre storie della vita
della Vergine, di tre storie di Santo Stefano e delle figure delle quattro virtù cardinali dipinte
sulla vòlta. Un rapido esame basta a far distinguere in queste pitture l’opera di due diversi
artisti. Crowe e Cavalcaselle proposero come probabili autori dei dipinti Antonio Vite e
Gherardo Starnina senza dare alcuna giustificazione di tale attribuzione, ma con ragione
designarono come epoca dell’esecuzione degli affreschi la metà del XV secolo e pensarono
che tutta la cappella fosse dipinta di seguito dall’alto al basso (voi. II, pag. 236-239).

Tali opinioni furono contradette in un lungo articolo 1 dal prof. A. Schmarsow cercando
di dimostrare che dei due pittori della Cappella dell’Assunta il primo, operante sul principio
del Quattrocento, fu un tardo « Giottesco » ; il secondo, che avrebbe rifatto fra il 1445 ed il 1446

Repertorìum fur Kunstwìssenschaft, XVI.
 
Annotationen