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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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Sirén, Osvald: Di alcuni pittori Fiorentini: che subirono l'influenza di Lorenzo Monaco
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0397

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342

OSVALD SIRÉN

quasi svaniti, nello sguancio del muro, e con la data del 1407. Tale affresco mi sembra di
un compagno di Niccolò di Pietro Gerini, del quale ho rintracciato un certo numero di
opere ignorandone tuttavia il nome. I seguenti dipinti possono essere citati insieme con
l’affresca di Rovezzano ad esempio della maniera di questo maestro :

1. Firenze, Santa Croce: parte centrale della pala dell’aitar maggiore con la Madonna
in trono fra due santi. Data: 1372. Le parti laterali appartengono alla scuola dell’Orcagna.

2. Firenze, Uffizi (n. 9) : Madonna in trono fra San Zenobi e San Giovanni.

3. Firenze, Accademia di belle arti (n. 6): trittico. Nel mezzo, Madonna della Cintola;
a destra, San Lorenzo e San Francesco ; a sinistra, San Giorgio e San Giovanni Gualberto.

4. Ibidem (n. il): trittico. Madonna col bambino; a destra, San Lorenzo e San Gm-
liano; a sinistra, Sant’Antonio e San Giovanni Battista. Datato: 1404.

5. Parigi, Louvre (n. 1623): Incoronazione di Maria. Cristo e Maria stanno di tre quarti;
sul dinnanzi due angeli inginocchiati. Il fondo d’oro è in parte rinnovato.

6. Ibidem (n. 1316): Madonna col bambino, ambedue di fronte. Il trono è circondato
da angioli che adorano e che suonano.

Questo stesso maestro eseguì probabilmente anche parte della grande pala d’altare del-
l’Impruneta, con la data del 1375, dipinta, secondo i documenti pubblicati dal Milanesi,
da Pietro Nelli e da Tommaso del Mazza, in collaborazione.

Andrea di Giusto.

J Già Crowe e Cavalcasene hanno congetturato che Andrea di Giusto sia da identificarsi
con l’« Andreas de Florentia » del quale conosciamo almeno un’opera firmata, e datata con
l’anno 1437. Per mezzo di prove stilistiche anch’io son giunto alla medesima convinzione. Qui
indicherò alcune opere caratteristiche di questo pittore.

Dal Milanesi 1 sappiamo che Andrea di Giusto aveva il soprannome di Manzini e che
morì il 2 settembre del 1455; sappiamo anche che nel 1424 lavorava con Bicci di Lorenzo
e che nel 1427 era con Masaccio a Pisa. 2 Nel 1436 s’impegnò « a dipingere una tavola
per l’altare di M. Lapa in Santa Lucia de’ Magnoli per prezzo di fiorini 60, per dipingervi
la Madonna con N. Signore in braccio e due santi per ogni lato e deve farla simile a quella
di Luzzo Nasi ». 3 Nei suoi ultimi anni venne a contatto con la nuova arte realistica e sembra
abbia lavorato a Prato insieme con qualche scolaro di Domenico Veneziano.

Andrea di Giusto rimase per tutta la sua vita un cattivo compilatore, nè mai riuscì a
formarsi uno stile individuale; i suoi dipinti di epoche diverse sono parlanti prove degli sforzi
ch’egli fece per accostarsi ai grandi maestri dell’epoca di transizione. Su di lui influirono spe-
cialmente fra Angelico e Lorenzo Monaco. Ciò che persiste in tutte le sue opere sono i difetti:
la forma grossolana della mano, i visi storti, con lunghi nasi obliqui e sovente con una
espressione contratta.

1. Prato, Galleria Comunale (n. 18): grande trittico con predella. Nel mezzo la Madonna
in trono col bambino ritto sulle ginocchia. Sportello di destra: San Benedetto e Santa
Caterina. Sportello di sinistra : San Giovanni Battista e San Bartolomeo. In alto degli sportelli,
entro due tondi, V Annunciazione. Nella predella: in mezzo, Natività di Cristo ; ai lati, quattro
storie dei Santi dipinti nei sovrastanti sportelli. Questo dipinto è copia fedele di un quadro ese-
guito da Lorenzo Monaco tra il 1406 e il 1410 e da Monte Oliveto trasportato ora agli Uffizi.
L’unico divario tra le due opere consiste in ciò che il San Taddeo di Lorenzo Monaco è qui
trasformato per mezzo di altri attributi in Santa Caterina. La predella sembra copiata in
parte da Lorenzo Monaco (nella parte centrale) e in parte dall’Angelico. Un’iscrizione dice:

Vasari, III, 54-55.
Ibidem, II, 65.

5 Gaye, Carteggio inedito.
 
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