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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 2
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Rossi, Attilio: Opere d'arte à Tivoli, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0193

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OPERE D’ARTE A TIVOLI

(Continuazione e fine. Vedi fase. /-//, pag. 8)

NCHE a Tivoli, come in altre città minori del Lazio, la
rigogliosa vitalità della rinascenza pittorica romana del
Quattrocento seppe affermarsi nobilmente nella notevole
decorazione a fresco della piccola chiesa di San Giovanni
Evangelista, attigua all’ospedale civico.

Le pitture adornano oggi le due pareti laterali e la volta
del presbiterio; forse un tempo anche la parete di fondo
aveva il medesimo rivestimento pittorico, che in seguito alla
costruzione di un grande altare andò distrutto.

Nella parete di sinistra è rappresentata l’Assunzione
di Maria (fig. i): in una grande mandorla, ornata
di raggi, la Vergine è trasportata in cielo da quattro
angeli volanti, mentre in basso, in un angusto paesaggio, gli apostoli o ritti o pro-
sternati al suolo assistono al prodigioso spettacolo (fig. 2). Nella opposta parete
l’artista rappresentò la Natività del Battista (fig. 3) e l’imposizione del nome al neonato (vedi
tavola); nel sottarco della grande arcata che separa la nave della chiesa dal presbiterio, dipinse
le dodici sibille (fig. 8) ed infine nella volta i quattro evangelisti con i quattro dottori della
Chi esa, San Matteo e Sant’Ambrogio (fig. 4), San Giovanni e San Gregorio (fig. 5), San
Marco e Sant’Agostino, San Luca e San Girolamo (fig. 6); e nel mezzo di essa, entro un
disco, la figura del Salvatore benedicente (fig. 7).

Lo stato di conservazione degli affreschi non è uniforme in ogni lor parte. L’azione
dell’umidità e l’opera di volgari restauratori danneggiò gravemente quello dell’Assunzione,
nella sua zona inferiore, dove alcune figure di Apostoli perdettero gran parte del primitivo
colore. Anche la scena della Natività ha sofferto danni considerevoli e così quella seguente.
Sono invece assai meglio conservati gli affreschi della volta e quasi immuni da ogni restauro;
queste figure mostrano ancora l’antica freschezza e vivacità di colore.

Chi entri nella piccola chiesa tiburtina, dalle pareti della nave disadorne, il soffitto lacero
qua e là, le mura lese in più parti e le tracce dell’incuria e dell’abbandono visibili in ogni
luogo, è vivamente sorpreso dallo spettacolo di questo insieme pittorico, anche oggi molto
notevole, malgrado che la maggior parte del suo effetto brillante e decorativo di un tempo
sia irreparabilmente perduto.

Tuttavia agli storici ed alle guide della città di Tivoli, frettolosi e superficiali ogni
qual volta non si trattò d’illustrare qualche classica rovina, parve sfuggire l’importanza di
 
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