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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 5
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0549

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CORRIERI

Notizie di Londra.

Qalleria Nazionale - Acquisti. — Il fatto più im-
portante, accaduto non ha guari nel mondo artistico
di Londra, che ha destato il più vivo interesse, è stato
l’acquisto, per la Galleria Nazionale, del famoso ri-
tratto di Cobhani Hall, il sedicente « Ariosto » del
Tiziano. I prezzi pagati in questi ultimi anni per opere
d’arte sono stati davvero fenomenali e, benché nes-
suna vendita di pitture del 1904 abbia superato il totale
ottenuto il 23 maggio dell’anno precedente, quando
la collezione Vaile con alcune altre pitture raggiunse
la somma di 105,845 sterline, le pitture Orrocks, ven-
dute all’asta nell’estate passato, ottennero la discreta
somma di 66,000 sterline. Similmente in quest’anno
un ritratto femminile in mezza figura di Gainsborough
(collezione del duca di Cambridge ed esposto attual-
mente nella Galleria di Agnew) fu venduto da Christie
per 12,100 sterline, una miniatura di Holbein di altra
collezione per 2,750 sterline, una tabacchiera firmata
Hainelin 1758, ottenne il totale sorprendente di ster-
line 6,400 1 e via dicendo. Non si potrebbe dunque
qualificare come eccessiva la somma di 30,000 sterline
sborsata per un’opera giovanile di prim’ordine qual’è
l'Ariosto del Tiziano (fig. 1).

Nel bel tipo, nel concetto poetico, nel colorito squi-
sito ed armonioso si avvicina così strettamente al fare
del Giorgione, che malgrado la firma « Titianus » ac-
compagnata dal monogramma TV, è stato, almeno da
un critico, attribuito al pittore di Castelfranco. Il signor
Cook, nella sua biografia di Giorgione, ha dedicato
diverse pagine a codesto ritratto magistrale, e ognuno
che ha avuto occasione di studiarlo sarà disposto a
partecipare al suo caldo entusiasmo, senza però poter
dividere la sua opinione che sia opera dello stesso
Giorgione o almeno da lui lasciato incompleto e ter-
minato da Tiziano. 1

1 La Chronique des arts, del 24 sett. 1904, così la descrive : « 396.
Tabatière Luigi XV, ovale, eri or, panneaux émaillés en plein à
bouquets de fieurs en couleurs, par Hainelin, signée et datée 1758,
còtés enrichis de diamants du Brésil, 160,000 frcs. ».

Non si può negare, che tanto la composizione
quanto la maniera della pittura ricordano vivamente il
fare Giorgionesco, come lo si vede, esemplificato in un
certo conosciutissimo gruppo di ritratti a mezza figura ;
in due dei detti esempi il parapetto dietro il quale
sta appoggiato il ritrattato, porta la cifra misteriosa
V della quale nessuno finora ha potuto indovinare il
significato. L’affinità del nostro Ariosto col dipinto di
giovane che qualche anno fa andò a far parte della
Galleria di Berlino, è specialmente palese. Un con-
fronto fra questi due ritratti sarebbe stato di non lieve
interesse, anzi di grande importanza, e se è fondato
ciò che ultimamente venne detto, il surriferito ritratto
di Giorgione essere stato anteriormente offerto alla
Galleria Nazionale per la metà del prezzo pagato in
seguito dal Museo Berlinese, dovremmo lamentarci di
aver lasciato sfuggire un’occasione così favorevole per
acquistare un tal capo d’opera. Le iniziali sul para-
petto de\V Ariosto sono del tutto diverse da quelle
del quadro di Berlino. Nell’esempio di Londra il V
collegato ad un T, è evidentemente il monogramma
dell’artista e dà compimento alla firma, tutti e due
essendo contemporanei, mentre il V posto a parte al
lato destro del parapetto, di dimensione più grande,
è da ascrivere, secondo l’opinione di un intelligente
di tecnica, ad altr’epoca, come è pure fatto di altra
maniera. L’espressione, la vitalità della testa, la mae-
stria colla quale è dipinta la manica di seta grigia
trapuntata, il disegno delle fattezze, le linee squisite
del collo e della spalla, il tocco franco della camicia
bianca, tutto insomma costituisce un insieme seducente
malgrado i danni patiti in diverse parti della testa, e
il fatto che finora mancava un ritratto del Cadorino
a Trafalgar Square, accresce il valore di quell’acquisto
capitale.

Per quanto si riferisce alla questione della pater-
nità poi, non ci pare che vi possa essere il minimo
dubbio, perchè il dipinto porta tutti gl’indizi e tutte
le sottili differenze che distinguono il fare del Tiziano
nella sua epoca giorgionesca da quella del Barbarelli;
ed i più insigni conoscitori sono quasi unanimi nel
 
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