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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0446

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CORRIERI

Notizie dalla Germania
e dall’Austria-Ungheria.

Quadri falsi nella galleria di Monaco. — In Mo-
naco di Baviera poche le novità, da che venne meno
Adolfo Bayersdorfer, cultore stimatissimo dell’arte ita-
liana. Nella galleria restano le vecchie attribuzioni,
anche alcuni quadri che sono falsi ad evidenza: tali,
ad esempio, un ritratto virile (n. 997) indicato come
fiorentino del periodo 1400-1450, con la faccia verde,
le labbra morelle, le spalle quadrate, un lucco che
sembra un tondo cerchione rosso, una tunica con fio-
rami d’acciaio segnati di rosso ne’ contorni e lumeg-
giati di bianco ; e un quadretto rappresentante la Po-
vertà e la Pazienza (n. 999), di un falsificatore senese,
facilmente riconoscibile per i contorni delle tavolette
fatti con tondini e semitondini a punzone, per il colore
ad olio, per il tutt’ insieme senza rilievo, biaccoso,
sordo. C’è inoltre un ritratto di Fr. Braccio (n. 996),
attribuito alla scuola fiorentina, mentre è una brutta
pittura scompisciata da pittore tedesco; e c’è un Lippo
Menimi (n. 986), nel bel mezzo d’una parete, fabbri-
cato sessanta o settanta anni fa: trattasi d’un trittico
che rappresenta l’Assunzione della Vergine nella parte
mediana, i beati nelle parti laterali a chiaroscuro. A
guardarci bene, il falsificatore non si attenne a un ar-
tista solo, ma ad artisti parecchi e di tempo differente,
a :Simone Martini, come a Beato Angelico. Quando
però gli venne meno il modello, torse, allungò i colli
dei Sanfi.per. esprimere la loro devozione; e quando
dovette tracciare un fondo architettonico alle due por-
telle, dimenticò il gotico di Lippo Menimi, e concerti
segnacci neri e grossi disegnò archi a pieno centro e
archi sopraelevati.

Restauri ai dipinti deila galleria di Monaco. —

I quadri falsi si potranno riporre in un gabinetto, ri-
servato agli acquirenti di antichi dipinti ; ma purtroppo
anche molti quadri veri dovranno rinchiudersi in ga-
binetti a edificazione di tutti gli amatori de’ restauri.
Vi sono due parti d’un polittico di Spinello Aretino
(n. 987 e 988) con l’oro del fondo rifatto, con le figure

de’Santi che sembrano ritagliate a colpi di forbici,
stridenti di colore come volgari cromolitografie. Il de-
lizioso Francesco Francia (n. 9040) ha perduta la ve-
latura antica ;' il dipinto di Marco Basaiti (n. 6031)
presenta un divoto con la faccia tanto lavata che
sembra una mascheretta contornata di scuro; il Beato
Angelico (n. 991) non ha più la limpidità dell’aria, nè
la trasparenza delle carni delle figure ; i graziosi fan-
ciulli di Conrad Rehlingen, dipinti dallo Striegel, sono
divenuti di carta; il quadro di Filippo Lippi (n. 1006)
è ridipinto ; l’altro di Giacomo Palma il vecchio (n. 1008)
è diventato opaco nelle carni della Vergine, vitreo nel
divin Bambino, tutto senza lucentezza, senza calore,
senza sole, con nuvole taglienti sul cielo e montagne
taglienti sull’orizzonte. Non finirei più l’elenco dei
guasti, antichi e nuovi, che sono stati prodotti agli
antichi dipinti. Alcuni sono divenuti un non valore:
per esempio, un angiolo assegnato a Fra Giovanni
da Fiesole ha le ali di pavone annerite, le vesti in-
grassate e orlate di porporina, un nimbo d’oro falso
con un grossissimo graffito, i capelli ridotti a una
massa gialla informe, il viso bituminoso, le mani bi-
tuminose. Non esagero: la smania di veder sotto, di
veder chiaro ha fatto scorticare1 un gran numero di
dipinti. E una pietà a vederli:

Il bellissimo Francia, che ho citato sopra, baste-
rebbe a dimostrare quali procedimenti si tengano nel
restauro delle opere d’arte nella pinacoteca di Monaco:
le guance della casta Vergine del pio Francia legger-
mente soffuse di rosa qui si avvivano di rosso, perchè
hanno perduto il pigmento, il cristallo, l’osso che ri-
copriva il colore; e cosi la veste di un bel rosso di
rubino, per l’impoverimento della superficie, non ha
più il primitivo splendore. Auguriamoci che tanta iat-
tura abbia fine, che il timore di danneggiare le opere
d’arte e della disapprovazione universale trattenga dal
continuare ne’restauri; così come ora trattiene il di-
rettore della galleria di Monaco dal permettere che si
cerchino sotto il fondo della Sacra Famiglia di Raf-
faello le teste esialate degli angeli, che certamente vi
sono, e si vedevano quando in antico si fecero inci-
sioni del quadro di casa Canigiani.
 
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