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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 3
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Bouchot, Henri: L' esposizione dei Primitivi francesi ed i suoi risultati
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0272

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L’ESPOSIZIONE DEI PRIMITIVI FRANCESI

ED I SUOI RISULTATI

ra un grande successo di curiosità e d’interessamento
l’Esposizione dei Primitivi francesi ha chiuso or ora
le sue porte. Dugento mila persone la visitarono e
la studiarono, tutti i periodici speciali le dedicarono
articoli critici sempre equi, se non benevoli tutti. Gli
stranieri, e primi l’Italia e la Germania, si trovarono
uniti in una piena cordialità verso gl’iniziatori, al-
quanto audaci, dell’intrapresa: gli Uffizi, il Museo
Carrand, le Gallerie di Berlino, le collezioni del re
d’Inghilterra, del principe Lichtenstein, del conte
Wilczeck, insieme con varie raccolte francesi, concessero le
loro opere. Non dimentichiamo adunque che se l’idea potè
aver vita, ciò fu grazie alla buona volontà ed allo spirito ami-
chevole dei nostri confratelli dell’estero e di Francia: ricevano
dessi l’espressione della nostra profonda e sincera gratitudine.

Forse mai più non vedremo una tale adunata di opere: chè sarebbe illusione lo spe-
rare di riuscire a provocare di bel nuovo un accordo altrettanto unanime. Orbene, abbiamo noi
raggiunto il nostro scopo? In vero il compito nostro nón era così agevole come pei nostri
vicini di Bruges e di Siena ai quali, se anche non possedessero opere ed artisti celebri, noi
stessi ci daremmo cura di attribuirne ! Quante volte non si è proclamato dovunque che le
arti non hanno patria! Da sei mesi ciò mi vien ripetuto a sazietà, e sempre da fiamminghi
o da italiani. Ma che un francese pensi a suggerire la possibilità che anche il paese fra
Somma e Loira, la Francia, abbia conosciuto le arti, e vedrete gli spiriti più acuti, convinti
sì, ma illogici, dichiararlo patriota fuori di luogo, anima semplice, ed erigersi subito dinnanzi
a lui col loro nazionalismo olandese o col loro patriottismo italiano !

Quando noi pensammo di esporre opere francesi, nate sulla nostra terra, eseguite da
uomini di linguaggio, di cervello, di mano francese, a bella prima non raccogliemmo che
scherno. Poi ci si concesse l’esistenza di architetti, di scultori, di vetrai e anche di qualche
miniatore. Ma i pittori! Chi mai vide pittore francese prima che il Primaticcio si degnasse di
colorare gli stucchi di Fontainebleau a diletto del «Restauratore delle arti?» Ed era tanto
più difficile vederne nessuno in quanto che se alcuno s’imbatteva per caso in qualche pittore
al nord di Parigi, attribuiva a van Eyck la sua opera, mentre ogni opera ritrovata al sud
della Loira veniva assegnata alla scuola italiana. E se cercavamo di rischiarare il periodo delle
origini, di mostrare che quei scultori, quei maestri di vetri, quei miniatori, d’un carattere
 
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