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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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D'Achiardi, Pietro: Alcune opere di Sculptura in Legno dei secoli XIV e XV
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0414
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ALCUNE OPERE DI SCULTURA IN LEGNO

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Andrea, e così la Vergine presenta dei caratteri abbastanza dissimili da quelli consueti di
Nino, nel quale riscontriamo spesso una certa tendenza ad invecchiare le sue Madonne; a
stancarle quasi per l’eccessivo amore di lisciare e di accarez-
zare il marmo. Il confronto di queste due statue con alcune
figure del Sepolcro Saltarelli in Santa Caterina a Pisa, colle
due Madonne che si conservano nella chiesa di Santa Maria
della Spina, e con altre opere di Nino, è sufficiente per as-
sicurarci che esse sono state eseguite sotto l’influsso di lui;
ma non crediamo con ciò che a lui si debbano attribuire
direttamente, come in generale si usa.

Assai prossima alla Vergine del gruppo di Lione è una
figura dell’Annunziata del Museo civico di Pisa, ben degna
di stare alla pari con quella per la bellezza dei suoi linea-
menti e per l’eleganza delle sue proporzioni (fig. 3). Manca
disgraziatamente la figura dell’Angelo che originariamente
doveva fare riscontro alla figura di Maria, e la perdita di
quella è tanto più dolorosa per il pregio straordinario di
questa. La testa della Madonna, quantunque assai guasta,
si presenta ancora di una dignità e di una soavità senza pari.

Le vesti conservano ancora in parte la loro antica policromia,
ed i capelli tracce visibili della primitiva doratura. Nel rosa
scolorato delle guance, nel rosso più vivo delle labbra sottili,
la statua è animata come da un fremito palpitante di vita
giovanile.

Raramente ci è dato, come in questo caso, di poter
osservare sulle carni la policromia primitiva, e verificare sul
vero l’applicazione di quei processi rimasti invariati fino alla
Rinascenza, che ci vengono insegnati nella Schedula diver-
sarum artium del monaco Teofilo, 1 e nel INbro dell’arte di
Cennino Cennini. 2

Per tirare a lucido le carni delle figure in legno il Cen-
nini ci dà infatti la seguente formula : « togli chiare d’uovo
ben rosse colle scope quanto si può più, tanto che pervegnia
spuma ben soda; lasciala stillare una notte. Togli in un
nuovo vaseiletto quella ch’è istillata, e con pennello di vaio
ne da’ a distesa sopra i tuoi lavori ; e parranno verniciati,
e ancora sono più forti. Questo cotale verniciare ama molto
le figure distagliate, o del legno o di pietra; é verniciare
per questo modo i loro visi e mani e ogni loro incarnazione ».

La veste della statua è ricoperta di una tinta rossa che
apparisce sovrapposta ad un’altra azzurra preesistente. Le
braccia, come nella statua del Museo di Lione, sono disar-
ticolate a guisa di manichino, e ciò mostra come queste fi-
gure fossero destinate, in alcuni casi, ad essere rivestite di
stoffa vera. E da osservare inoltre che mentre le braccia,
composte di due pezzi, sono di un colore grezzo, ad ecce-
zione delle mani, la veste invece è non solo dipinta, ma

scolpita accuratamente con un partito di pieghe semplice e naturale. Ciò fa supporre che

F'g- 3

L’Anmmziata (fine xiy sec.)
Pisa, Museo Civico
(Fot. Ministero Pubbl. Istruz.)

1 Theophilus (Presbyter), Schedula diversarum ar- 2 C. Cennini, Il libro dell’arte, Firenze, Le Mon-

te»», Wien, 1874. nier, 1859, Pag- 108.
 
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