Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Giovannoni, Gustavo: Il chiostro di Sant'Oliva in Cori
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0153
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
G. GlO VANNONI

114

è notevole il primo semicapitello, in cui è una finissima figura di donna che tiene tra le
mani un rosario ; segue il secondo capitello (fig. 9), in cui si ha l’abaco sorretto da quattro
caratteristici rosoni d’angolo ; nel mezzo una testa di monaco grasso, dal naso schiacciato,
dalle grosse labbra, dal largo mento, forse presa dal vero. Il capitello seguente, di semplice
tipo, ha un cartellino con la scritta DIVA OLIVA. Il capitello di mezzo (fig. io) ha anche
qui lo stemma rivolto verso il cortile, retto da due leoni dalla grossa testa; verso l’interno
si hanno due alte ed aguzze foglie che con strana reminiscenza dell’arte gotica terminano
racchiudendo una sfera; in mezzo ad esse una conchiglia ed una grossa lumaca. Il capitello
sesto, uno dei più originali (fig. 14), ha otto volute in forma di S che s’incontrano negli
spigoli e svolgono la loro curvatura addossandosi al vaso del capitello, da cui si distaccano
sottosquadri tagliati con mano sicura da un fine scalpello ; una bellissima testa giovanile dai
lunghi capelli, dai lineamenti energici ed espressivi, trovasi sulla fronte nello spazio tra le

volute. Il settimo è forse l’unico in cui appaia una
qualche influenza del Rinascimento toscano, nelle foglie
intagliate, nei caulicoli a baccello, nell’insieme che ri-
corda un poco più degli altri il corintio. Infine il nono
semicapitello ha un grosso teschio.

Nel braccio nord il primo semicapitello, addossato
all’angolo, mostra un frate agostiniano che legge. Il
secondo (fig. 11) ha quattro belle teste d’ariete e nel
lato verso il cortile il busto d’un frate che suona il
piffero. Il seguente capitello è di semplice tipo, in cui
soltanto è da notare la conformazione doppia delle
foglie d’angolo e la scritta PAX YOBIS sull’abaco;
ma per scultura figurativa è forse fra tutti il più no-
tevole: verso il cortile una Madonnina bellissima che
colle mani alquanto allungate regge il Bambino benedi-
cente (fig. 15), nel fianco destro in bassorilievo una
processione di frati oranti incappucciati (fig. 16). Nel
quarto capitello otto delfini alternativamente si toccano
con le teste e le code rintorte a voluta (fig. 12). Il
quinto ha lo stemma col cappello cardinalizio, retto con
un nastro alle foglie d’angolo; nell’abaco il motto del
cardinale: RECTO TRAMITE. Il sesto (fig. 13) mostra
un giro di bizzarre foglie incurvate a rovescio ; e sopra, fra i caulicoli, la faccia tonda del sole.
Il settimo ha una figura di santo col Crocefisso, forse Sant’Agostino ; e sull’abaco la scritta
ANO 1480. Nell’ottavo (fig. 3), quattro cornucopie, traboccanti di frutta e di fiori, sono negli
angoli. L’ultimo semicapitello ha infine la figura di un monaco che porta la scritta TIMETE
DEVM (fig. 17).

Qua e là appaiono ancora traccie di colore sugli ornati : in rosso erano dipinte quasi
tutte le vesti, come il manto della Madonna, il piviale del vescovo, la tunica del frate che
suona il piffero; in rosso ed in azzurro le fascie ed i leoni degli stemmi del cardinale di
Estouteville.

La base della seconda colonna di questo lato nord ci conserva fortunatamente, benché
in parte rotta, la firma cleU’artefice valentissimo: ANT . DA . COMO . OP’. Così non solo
il nome del donatore e l’anno in cui il lavoro fu portato a termine, 1480, ma altresì il nome
dell’autore viene ad essere dato direttamente dall’opera stessa.

Ed è l’artista un vero lombardo, non pure di nascita, ma d’arte: lombardo nella tecnica
e nella concezione dell’ornato, lombardo nel tipo un po’ chiuso e duro che dà ai volti da
lui modellati. Tra gli artefici numerosissimi che in ogni luogo d’Italia portarono le forme
decorative del Quattrocento (spesso artisti insigni nascosti sotto l’umile nome del taglia-
 
Annotationen