Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Nicola, Giacomo de: L' affresco di Simone Martini ad Avignone
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0381
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
34°

GIACOMO DE NICOLA

La figura del cardinale Jacopo Stefaneschi s’ingrandisce. Nella corte papale, tra il Car-
dinal Fieschi che ammassava tesori di libri e di gioie e Pietro Colonna che accoglieva i
letterati, egli doveva esser considerato il mecenate delle arti.

A Roma impiegò in parecchi lavori importanti Giotto, ad Avignone Simone Martini,
associando così il suo nome e la sua opera di poeta a quella dei due più grandi pittori
del tempo.

* * *

Ad Avignone non commise a Simone Martini solo gli affreschi del portico della cat-
tedrale. Secondo una recente attribuzione anche il codice di San Giorgio sarebbe del minia-
tore del Virgilio dell’Ambrosiana. 1

L’attribuzione, non pienamente accertabile per la scarsa sopravvivenza delle opere del-
l’ultimo periodo del pittore, sembra perdere di saldezza innanzi alla conoscenza maggiore
che andiamo acquistando sui primitivi francesi. E, infatti, l’autore del « parement de Nar-
bonne », 2 e sopra tutto quello delle due tavolette del Bargello a Firenze segnate coi
numeri io e ii e delle due compagne di Londra 3 è talmente compenetrato di forme e
modi propri di Simone che s’identificherebbe col miniatore del codice se non presentasse
la coesistenza di forme francesi, di cui nel codice sono tracce minori.

E se tal grado di somiglianza raggiunsero artisti forse francesi, un grado anche mag-
giore potevano raggiungere quelli che da Siena, insieme o poco dopo Simone, si recarono
a lavorare nella nuova residenza papale.

Fin qui non sapevamo ciò che di Donato ; ma, grazie sempre al Suarez, ci si fanno
ora noti alcuni altri di essi: Johannes Ducii de Serìis che si firmava sotto una Madonna
della Misericordia in San Domenico di Carpentras, 4 un Petrus de Senis, autore di una tavola
nella chiesa francescana di Avignone, 5 Lippus et Tedericits de Senis Memmii, noti per un
lavoro del 1347 nella stessa chiesa. 6

E tra uno di questi senesi, ignoti (eccetto Lippo), il miniatore del codice di San Giorgio?

Ma è diffìcile poter negare del tutto il lavoro a Simone. Con ogni probabilità egli ne
fu l’incaricato, egli fors’anche lo diresse, rimettendone l’esecuzione ad uno degl’imitatori che
1’avvicinavano.

Un cumulo di ragioni esterne renderebbero molto verosimile questa opinione.

E, prima di tutto, il codice fu con ogni probabilità miniato ad Avignone, giacché quivi
compose lo Stefaneschi, forse nel 1319, 7 la vita di San Celestino e di San Giorgio, ivi

1 F. Hermanin, Il miniatore del codice di San
Giorgio, in Scritti vari di filologia, pag. 445-453.

2 L’Arte, 1904, pag. 224.

3 lllustrated Catalogne of pictures of Siena del Bur-
lington Fine Aris Club, 1905, tav. 17 e 18.

4 « In Carpentras nella chiesa di S. Domenico trovai
una pittura della Madonna della misericordia in campo
d’oro, et era con lettere Gotthice scritto IOHES
DVCII DE SENIS ME PINXIT». (Suarez, Lettera
del 5 giugno 1663 al card. Francesco Barberini, nel
cod. Barb. lat., 3050).

5 « Hos opus fecit fieri Dns Bentivenis Gutii De-

canus Sci Joanis Leodien. Dioc. Subscriptu tabulae in

Frascisc.1" Petrus de Senis me pinxit». (Suarez, co-

dice Barb. lat., 3055, c. 212).

6 « Dns Robertus de Busto Dni ppe scriptor, Lippus
et Tedericus de Senis Memmii pinxerut a0 Dni 1347».
E sul margine: «In Francisc.m in sacello Ursitii sub-
scrptio tabulae Iris Gothicis ». Suarez, codice cit.,
c. 212).

Più sopra (c. 188) il Suarez nota in San Lorenzo
di Avignone un Paolo di Siena che si firma in una
tavola fatta fare dallo scudiere papale Martino de Bocha
nel 1398.

7 È di quest’anno la lettera con cui rimette all’abate
del monastero di Santo Spirito di Sulmona l’originale
della sua vita di San Celestino. (Bollandisti, Acta
Sanct., IV, 437).
 
Annotationen