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ADOLFO VENTURI
sopracciglia, dalla capigliatura a grosse ciocche serpeggianti, dalle labbra crudemente tagliate,
dal mento corto tondeggiante sembrano uscite dalle mani d’un barocco del Seicento. Le
Fig. 3 — Giorgio da Sebenico : Àngioli porta-cartello
Sebenico, Cattedrale (esterno della)
vesti si stirano sulle forme, addentrandosi in piccoli solchi, e, quando non si spianano sui
corpi, formano grandi costole curve o liste triangolari, che cadono trasversalmente a terra.
Ma, nonostante il serpeggiamento delle linee tirate
con violenza, il tagliapietra sa adattarle nelle gran-
diose incorniciature di festoni d’alloro, sulle cornici
a foglie con le cime volte in un senso e. con un
lobo a mo’ di aletta diretta in senso opposto, tra
le colonnine poligonali o tortili, sotto il fogliame
sventolante. Par che l’architettura trattenga e con-
tenga la foga del barocco quattrocentista.
Che Giorgio da Sebenico si educasse a Venezia,
e tenesse principalmente di mira l’arte di Giovanni
e di Bartolomeo Bon appare evidente a chiunque
consideri i frequenti richiami che nelle opere di lui
si fanno a quelle dei due maestri che tennero per
alcun tempo il campo della scultura nella laguna.
La decorazione dell’altare della cappella della Ma-
donna de’ Mascoli in San Marco, i frammenti di
mensole nel loggiato inferiore (n. 214 e 215) del
museo Correr, la lunetta della porta di Corte nuova
a Venezia, gli angioli (fig-. 1 e 2) che tengono un
cartello innanzi all’abazia della Misericordia 1 (sulla
porta n. 3551), evintine tanto la porta della Carta,
quan to la decorazione deb loggiato inferiore a po-
nente^del palazzo ducale, furono gli esemplari di
Giorgio da Sebenico; e cioè tutta l’arte di Gio-
vanni e di ; Bartolomeo Bon gli servì di modello.
Fig. 4 — Giorgio da Sebenico: Capitello
Sebenico, Cattedrale (interno della)
1 Ricordiamo particolarmente questo cartello, perchè, se
non erriamo,'non fu notato da altri.
ADOLFO VENTURI
sopracciglia, dalla capigliatura a grosse ciocche serpeggianti, dalle labbra crudemente tagliate,
dal mento corto tondeggiante sembrano uscite dalle mani d’un barocco del Seicento. Le
Fig. 3 — Giorgio da Sebenico : Àngioli porta-cartello
Sebenico, Cattedrale (esterno della)
vesti si stirano sulle forme, addentrandosi in piccoli solchi, e, quando non si spianano sui
corpi, formano grandi costole curve o liste triangolari, che cadono trasversalmente a terra.
Ma, nonostante il serpeggiamento delle linee tirate
con violenza, il tagliapietra sa adattarle nelle gran-
diose incorniciature di festoni d’alloro, sulle cornici
a foglie con le cime volte in un senso e. con un
lobo a mo’ di aletta diretta in senso opposto, tra
le colonnine poligonali o tortili, sotto il fogliame
sventolante. Par che l’architettura trattenga e con-
tenga la foga del barocco quattrocentista.
Che Giorgio da Sebenico si educasse a Venezia,
e tenesse principalmente di mira l’arte di Giovanni
e di Bartolomeo Bon appare evidente a chiunque
consideri i frequenti richiami che nelle opere di lui
si fanno a quelle dei due maestri che tennero per
alcun tempo il campo della scultura nella laguna.
La decorazione dell’altare della cappella della Ma-
donna de’ Mascoli in San Marco, i frammenti di
mensole nel loggiato inferiore (n. 214 e 215) del
museo Correr, la lunetta della porta di Corte nuova
a Venezia, gli angioli (fig-. 1 e 2) che tengono un
cartello innanzi all’abazia della Misericordia 1 (sulla
porta n. 3551), evintine tanto la porta della Carta,
quan to la decorazione deb loggiato inferiore a po-
nente^del palazzo ducale, furono gli esemplari di
Giorgio da Sebenico; e cioè tutta l’arte di Gio-
vanni e di ; Bartolomeo Bon gli servì di modello.
Fig. 4 — Giorgio da Sebenico: Capitello
Sebenico, Cattedrale (interno della)
1 Ricordiamo particolarmente questo cartello, perchè, se
non erriamo,'non fu notato da altri.