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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: La scultura dalmata nel XV secolo, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0073

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LA SCULTURA DALMATA NEL XV SECOLO

3i

Fig. 1 —• Bartolomeo Bon : Angelo porta-cartello
Venezia, Porta dell’antica abbazia della Misericordia

opere qui citate, compresa quella di Bonino
da Milano, che costruì la sua arca alla ve-
ronese, attestano del dominio della scultura
veneta sull’intera Dalmazia nella prima metà
del '400; e come a Venezia, il gotico fiorito
si spande da per tutto, senza che la figura
umana esca dai ritorti fogliami, dagli arric-
ciati rovi, completa, signora di sè.

Due sole statuette fanno eccezione alle
tante de’ tagliapietra ritardatari poc’anzi ac-
cennate ; e sono le due collocate entro le
cuspidi laterali delia porta dei leoni, a set-
tentrione, nella cattedrale di Sebenico. Tale
porta lavorata in gran parte da Antonio di
Pier Paolo dalle Masegne fu condotta a fine
dopo il licenziamento di lui avvenuto nel 1441 ;1
e probabilmente all’opera d’Antonio non si
aggiunsero che le due mirabili statuette go-
tiche dei Principi degli Apostoli, forti ed
energiche, le quali richiamano l’arte di Gio-
vanni Bon. Potrebbe supporsi ch’esse sieno l’opera di Antonio Busatto, tagliapietra che lavorò
alla Ca’ d’oro con Matteo de’ Raverti milanese,2 o del suo compagno Lorenzo Pincino su
ricordato, entrambi rimasti a Sebenico allorché se ne partì maestro Antonio di Pier Paolo
dalle Masegne, entrambi divenuti cooperatori di Giorgio Orsini; ma i caratteri dell’arte dei
Bon evidenti nelle due statuette ci fanno pensare piuttosto a Giorgio stesso, che continuò
nobilmente l’arte di quei maestri veneziani.

Mentre le due statuette si aggiungevano alla porta de’ Leoni nella cattedrale sebeni-

cense, per Giorgio Orsini, figlio di Matteo da Zara,
soprannominato Dalmatico e detto poi da Sebenico,
prothomagister fairice Sancii Jacobi, ossia della cat-
tedrale stessa, si dava mano a ingrandir questa e a
compierla. Il 22 di giugno del 1441 Giorgio, habitator
Venetiarum, recatosi a Sebenico, strinse contratto
con i procuratori della fabbrica, e si assunse la dire-
zione dei lavori per un periodo di sei anni, a decor-
rere dal giorno in che nel prossimo agosto successivo
vi avrebbe fatto ritorno con la propria famiglia per
farvi stabile dimora. 3

Ma dove si educò? donde trasse le sue forme go-
tiche, così in contrasto con la pienezza, la esuberanza
delle figure, con la libertà del fare, violento talvolta,
a grandi tratti sommari, rapidi, energici? Il gotico
piglia sotto i colpi dello scalpello di Giorgio da Sebe-
nico un impeto nuovo ; le grandi foglie paiono vampe
agitate dal vento ; le figure dalla fronte breve bom-
bata, dagli occhi incavati sotto i grandi archi delle

Fig. 2 — Bartolomeo Bon
Ange’o porta-cartello. Venezia, Porta
dell’antica abbazia della Misericordia

’ Gianuizzi, Giorgio da Sebenico architetto e scultore vissuto
nel secolo XV, in Archivio storico dell’arte, 1894.

2 Cfr. Paoletti, L’architettura e la scultura del Rinascimento
in Venezia, parte I, pag. 21.

3 Fosco, op. cit. e Gianuizzi, op. cit.
 
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