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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0194

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BIBLIOGRAFIA

RECENSIONI.

L’Eglise abbatìal de St. Denis et ses tom-
beaux par M. M. Paul Vitry et Gaston
BriÈRE. 179 pages et 18 gravures, Paris,

Longuet, 1908.

La chiesa di San Dionigi così preziosa per la storia
dell’arte francese, sia per la sua architettura, sia per
le tombe reali che essa rinchiude, ha anche il privi-
legio di essere, per gli Italiani, il più interessante fra
tutti i monumenti francesi, perchè un notevole numero
delle tombe è dovuto a maestri italiani o ad artisti
francesi educati alla scuola italiana ; in questa chiesa
più che altrove si può studiare la formazione della
Rinascita francese.

Il libro che i signori Vitry e Brìère hanno recen-
temente pubblicato su questa chiesa, renderà un ser-
vigio vero ai visitatori, i quali, senza una guida che
riporti molti documenti, non potrebbero comprenderne
la storia complicatissima.

San Dionigi segna una data memorabile nella storia
dell’architettura francese. La chiesa costrutta da Suger
nel secondo quarto del xii secolo, è il tipo dell’arte
gotica a’ suoi inizi e in pari tempo una delle più belle
opere di quest’arte che fin dal suo nascere lascia in-
travvedere la leggerezza, l’eleganza e la grandezza.

Dell'opera di Suger ci rimane ancora il coro, co-
strutto dal 1140 al 1143; il quale, insieme col deam-
bulatorio e con le cappelle che ne diramano, è la
parte più preziosa del monumento. La navata non è
della stessa epoca ; è una ricostruzione della primi-
tiva chiesa di Suger, fatta un secolo più tardi da
Pierre de Montereau, al tempo di San Luigi, quando
l’arte gotica giungeva al più alto grado di splendore :
i finestroni si aprivano con maggior larghezza, le na-
vate s’innalzavano sempre più arditamente verso il
cielo ; tutta la costruzione si alleggeriva e si traforava
senza per questo perdere le nozioni di logica, di sta-
bilità e di armonia, come nelle vertiginose ambizioni
di Beauvais.

Quanto alla facciata è ancora quella primitiva di
Suger, costruita prima del 1140; ma se ha conservato

l’aspetto generale della sua architettura, nulla ha più
della sua decorazione originale. Così che il visitatore
deve essere guidato con cura a fine di distinguere le
poche parti primitive, che sono state rispettate, da
quelle mutilate e restaurate nel secolo xix. Senza in-
sistere su ciò che si troverà esposto con molta pre-
cisione nel libro dei signori Vitry e Brìère, vorrei fer-
mare l’attenzione del lettore sulle tombe reali.

Dagobert, morto nel 638, è il primo re di Francia
che fu seppellito 'a San Dionigi. Prima di lui i re
merovingi erano stati sotterrati a Parigi : Clovis nella
chiesa dei SS. Apostoli, Childebert nella chiesa di
S. Vincenzo. Il maggior numero dei Carolingi, eccetto
Carlomagno, riposarono a S. Dionigi. Ma la basilica
divenne per tradizione sepoltura dei re, solo dall’av-
vento d’Hugues Capet.

Non una delle tombe anteriori a san Luigi sussiste,
e di fatti non abbiamo alcun documento su ciò, e così
non possiamo dire se avevano decorazioni dipinte o
scolpite.

D’Hugues Capet fino a Luigi XV tutti i re di Fran-
cia, se si eccettuino tre, Filippo I, Luigi VII e Luigi XI,
furono seppelliti a San Dionigi. Nel libro del signor
Vitry si troveranno notizie esattissime sulle date e
su gli autori delle loro tombe. Io accennerò sol-
tanto a quelle degli artisti italiani. Il più antico è il
monumento innalzato da Luigi XII asuo nonno, Luigi
d’Orléans (secondo figlio di Carlo V e di sua moglie
Valentina da Milano), a suo padre Carlo d’Orléans e
a suo zio Filippo conte di Virtù. Dal contratto fir-
mato nel 1502 noi apprendiamo il nome degli scultori :
Michele d’Aria, Girolamo di Viscardo, Donato di Bat-
tista Benti e Benedetto da Rovezzano. È un’opera
della maggiore importanza, che inaugura in Francia
tutto uno stile nuovo e che segue gli inizi della Ri-
nascita. Conviene osservare che questi scultori non
sono superiori ai maestri francesi nello scolpire le fi-
gure ; la novità, la superiorità loro consiste nell’orna-
mentazione e nella finezza dell'esecuzione dei parti-
colari.

Il monumento innalzato da Francesco I a Luigi XII
 
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