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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

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Fasc. 5
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0511

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CORRIERI

Notizie dalla Francia.

Nelle numerose e importanti vendite e nelle no-
tevoli esposizioni che da qualche mese hanno dato
a Parigi movimento artistico è toccato all’arte ita-
liana un posto assai piccolo. Tuttavìa quando si di-
spersero i quadri raccolti dal celebre antiquario
Sedelmeyer apparvero alcuni primitivi italiani notevoli ;
il Louvre però non credette di doverne acquistare
essendo le opere stesse prevalentemente d’interesse
storico. Non si deve però minor riconoscenza al sig.
L. Delamarre per aver offerto generosamente una
Madonna di Antoniazzo Romano con la firma Anto-
natius Romanus. . . 1494, opera che fu acquistata ap-
punto in quella vendita. Essa rappresenterà d’ora in
poi caratteristicamente, sebbene sìa purtroppo alquanto
restaurata, l’arte del maestro romano, di cui nulla
ancora si vedeva nelle Gallerie del Louvre.

Si può riattaccare alla scuola italiana l’arte tanto
piena di influenze veneziane di Domenico Theoto-
copuli che seppe inoculare agli artisti spagnoli il
virus fecondo che egli portava con sè dal suo sog-
giorno in Italia, e può perciò essere considerato come
il vero fondatore della grande scuola spagnola che
fino al suo arrivo languiva nelle leziosaggini di Juan
de Juanes e di qualche discendente assai mediocre e
grottesco dei maestri fiamminghi. Da un po’ di tempo
questo maestro è assai studiato, e le sue opere impor-
tanti giungono a prezzi elevati. Non gli si può negare,
senza nascondere i difetti e le esagerazioni cui giunse
alla fine della sua attività, una singolare originalità
nelle rappresentazioni di soggetti più tradizionali, e
una agilità, una potenza d'esecuzione veramente me-
ravigliosa, soprattutto ne’ ritratti, di cui più tardi
Velasquez seppe trar profitto. Il Louvre possedeva
già di questo maestro un dipinto, senza dubbio opera
giovanile, tutto pieno ancora di ricordi dei grandi
veneziani: rappresenta San Luigi accompagnato da
un paggio. Or ora un nuovo quadro assai più impor-
tante e definitivo del primo è entrato nel museo:
rappresenta il Cristo inchiodato sulla croce e morente,
davanti a un cielo scuro, dai bagliori di lampo ; due

personaggi vestiti l’uno di bianco, l’altro di nero lo
adorano : essi sono i ritratti di due amici del pittore An-
tonio e Diego Covarrubias, de’ quali egli disegna cosi
frequentemente le fisonomie, tra gli altri nel famoso
dipinto della Sepoltura del Conte d’Orgas nella chiesa
di San Tommaso di Toledo, il suo capolavoro, po-
steriore di qualche anno al nuovo quadro del museo
del Louvre. In questo i due sono ammirevoli e con-
fermano l’entusiasmo degli antichi storici che, quando
il quadro si trovava ancora in un convento di reli-
giose di Toledo, lo notarono come uno de’ migliori
del pittore.

L’acquisto più importante che il Louvre ha fatto
quest’anno è il ritratto di vecchia del Memling, che
faceva un tempo parte della collezione Mazza di Mi-
lano, ove il sig. Warnéck di Parigi lo comprò per
2050 lire. I prezzi si sono di molto elevati per le
opere di questo periodo e di questa importanza ; spe-
cialmente le celebri esposizioni come quella de’ primi-
tivi fiamminghi a Bruges, ove questo dipinto fu molto
ammirato, contribuirono a eccitare i desideri degli
amatori e degli antiquari. Ma per arricchire un museo
già tanto ricco quale è il Louvre bisogna talvolta
saper fare de’ sacrifici, e il Louvre non può accre-
scere le sue ricchezze, se non aumentando il numero
dei capolavori che possiede. Questo dipinto merita
sotto ogni riguardo il titolo di capolavoro ; il modo
col quale il viso stanco e disfatto, gli occhi rossi della
vecchia sono riprodotti, l’anima candida e umile
qual’è rivelata dalla sua bonomia ci mostrano sotto
il suo migliore aspetto di ritrattista il maestro di Bruges
del quale il Louvre possedeva già parecchi quadri
religiosi, ma nessuno di quei ritratti a mezzo busto,
quali si vedono, ad esempio, alla Galleria degli Uffizi.

Se il Louvre ha poco comprato, ha, al contrario,
e fortunatamente, ricevuto assai, e alcuni dei legati
de’ quali ha usufruito quest’anno si possono annove-
rare tra i più importanti di cui sia mai stato gratifi-
cato. Viene dapprima il legato Van Blarenberghe :
una discendente degli illustri miniatori della corte di
Luigi XV, Luigi Nicola e Enrico Giuseppe Van Bla-
renberghe, aveva lasciato morendo al museo del Louvre
 
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