Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 11.1908

DOI Heft:
Fasc.3
DOI Artikel:
Sirén, Osvald: Gli affreschi nel paradiso degli Alberti: Lorenzo di Niccolò e Mariotto di Nardo
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24153#0227

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
GLI AFFRESCHI NEL PARADISO DEGLI ALBERTI

LORENZO DI NICCOLÒ E MARIOTTO DI NARDO

n va da Firenze a Bagno a Ripoli passa, circa a metà strada, da
nn paese chiamato Bandino. Di là si può in cinque minuti giunger
a piedi ad un luogo che porta il sonoro nome : il Paradiso degli
Alberti.

La potente e patrizia famiglia fiorentina degli Alberti vi possedè
una villa nel secolo XIV. Se furono le paradisiache virtù del luogo
a dargli il bel nome, o se fu soltanto un pio desiderio di godervi
la pace lungi dall’appassionata vita politica della città, è ignoto;
ma certo è che il nome è divenuto alquanto diffuso in Italia in
grazia di un antico romanzo popolare. Altre cause però hanno
concorso a far si che il Paradiso degli Alberti diventasse un nome
noto anche ben lungi dall’Italia, persino nella remota Svezia.

Un membro della famiglia ricordata, il ricco e potente Antonio degli Alberti, fu compreso
di tale religiosa venerazione per Santa Birgitta, da fondare quivi presso la propria villa un
chiostro in suo onore. A proprie spese egli vi fece erigere una chiesa, con conventi e abita-
zioni per monaci e monache; e tutto ciò in pieno accordo con le regole di Santa Birgitta.
Probabilmente gli apparve anche subito chiara la convenienza di chiamare dalla casa madre
di Vadstena monaci e monache svedesi, acciocché la sua istituzione fosse retta nello spirito
migliore.

Il papa accordò il richiesto riconoscimento con una bolla del 26 gennaio 1392 — tre
mesi e mezzo dopo la Canonizzazione di Santa Birgitta. 1 II monastero fu, fuori dalla Scandi-
navia, una delle più antiche fondazioni dell’ordine Birgittiano.

Sin dall’anno 1394 erano già stabiliti nel convento i monaci e le monache, e al i° maggio
di tale anno il confessore generale del monastero di Vadstena, frate Magnus Petri, si recò
a Firenze con alcuni de’ suoi monaci per prendere possesso del nuovo convento. Egli morì
due anni dopo in Italia. Fra i monaci che aveva recato seco dalla Svezia è diventato parti-
colarmente rinomato un frate Lucas Jacobi, perchè più tardi egli divenne l’effettivo capo
di questo istitutore fu anzi nel 1401 eletto conservatore generale dell’ordine Birgittiano.
Mediante tale designazione la direzione generale dell’ordine fu di tempo in tempo trasferita
da Vadstena a Bandino. Probabilmente questo frate è il medesimo «frate Luca», che secondo
la tradizione fiorentina fu uno spagnolo, tratto al chiostro dal rimorso della vita da Don Gio-

1 Cfr. Thorvald Hòjer, Bidrag tilt Bìrgittìner- le date da noi citate su la storia del convento sono

ordens Historia. Kyrkohistorisk Arskrift, 1901. Tutte tolte a prestito da tale studio svedese.
 
Annotationen